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DVD - Splice

Pubblicato il 3 febbraio 2011 da Alessandro Izzi


DVD - Splice

Di Splice avevamo tentato, quando uscì in sala, una lettura in chiave biblica e veterotestamentaria.
Ci colpiva, in effetti, la messe di riferimenti che il testo conteneva sia a livello strettamente narrativo (con riferimenti legati soprattutto alla Genesi) sia a livello iconografico (si pensi allo strano connubio angelico-demoniaco della Creatura che ha le ali, ma anche la coda dello scorpione). Ci stupiva, semmai, il fatto che pochi commentatori si fossero inerpicati su questo sentiero analitico, limitando per lo più le proprie considerazioni agli omaggi cinefili (pure abbondanti) o alle sue qualità narrative ed affabulatorie.
Rivedere oggi il film in DVD, quindi con la possibilità di tornare sul testo, di isolarne delle parti, di recuperarne la versione originale, magari incrociandola con il doppiaggio italiano ci porta, invece, a considerazioni di carattere diverso, ci obbliga a scendere a patti con l’intertestualità e la contestualità che Splice (mai titolo fu così azzecato) riesce a portare avanti.
Da questo punto di vista il film è un oggetto strano, ambiguo, difficilmente collocabile all’interno di una realtà precisa. Oltre che nel suo sottotesto e nelle sue note a piè pagina (che erano oggetto del nostro discorso sul film appena uscito in sala), il film sembra vivere nel suo contesto che è, in fondo l’ambiente sociale che lo vede nascere e dal quale dovrebbe attingere tutte le sue suggestioni.
Il film nasce, infatti, come riflessione a tutto tondo sulla realtà della genetica e sui limiti etici che gli scienziati dovrebbero essere in grado di frapporre tra il proprio bisogno di sperimentare e il rispetto nei confronti del mistero sulla cosa sperimentata. In questo la pellicola è in tutto e per tutto nel solco di un dibattito complesso che anima tanto la comunità scientifica quanto quella religiosa. Ci sono echi degli inviti papali al rispetto per la vita umana, in Splice, come pure ci sono riflessioni pregnanti sul bisogno della sperimentazione per salvare vite umane. La pellicola, entra a gamba tesa in una realtà in cui non è facile trovare risposte sensate e cerca di risolverle in una chiave spettacolare che lasci lo spettatore con più interrogativi di quanti non ne avesse prima di intraprendere la visione del film.
In questa prospettiva la messe di riferimenti biblici che, come dicevamo, anima un’opera che fa della speculazione filosofica la sua più grande ragion d’essere, finisce per definire un ben preciso campo d’azione e per orientare le possibile chiavi di lettura dell’opera. Pur mantenendo uno sguardo eminentemente laico, nella sua dimensione razionale e tecnologica, il film finisce, infatti, per condividere le preoccupazioni della componente teologica di parte del dibattito in corso. In sintesi il film sembra suggerirci che sperimentare è male non perché la sperimentazione sia un male di per sé, ma perché essa è portata avanti da uomini che vi riversano dentro tutta la debolezza della loro condizione. Il problema della sperimentazione, quindi, sembra suggerirci Natali, non sta tanto nella sfida alla dimensione divina, non è, insomma, nell’utopica costruzione di una nuova Torre di Babele, ma risiede, piuttosto, nel fatto che noi portiamo nel piano della sostanziale perfezione del mondo la nostra stessa imperfezione.
Elsa contamina l’armonia della creazione colle dissonanze del proprio stesso DNA. Il peccato, in questo caso, non sta nel fatto che ella si privi di una costola per dar vita ad una nuova creatura compagna assimilandosi con questo a Dio, né tantomeno nel fatto che sia una donna a prendersi sulle spalle il mito della creazione in un contesto religioso-scientifico ancora profondamente misogino. Il problema sta solo nel fatto che riportando se stessa nel piano della creazione (e, quindi copiando perché a questi dei in miniatura non è dato inventare, ma solo combinare ciò che già esiste) ella riporta la sua fallibilità su un piano che dovrebbe essere negato a chi è fallibile.
La conclusione cui arriva Splice, in fondo, è la stessa di certa Chiesa sempre pronta ad arrestare il progresso in nome di un’etica superiore. La differenza sostanziale è che le risposte che tenta di dare, il film se le cerca all’interno di imperativi morali immanenti alla condizione umana. Per Natali l’uomo certe cose non dovrebbe farle finché ha Auschwitz ancora saldo nel DNA. In altre parole sinché l’uomo vive dei suoi limiti dovrebbe essere capace anche di darsi dei limiti. Altrimenti la catastrofe è ad un passo e sarà biblica come il ventre pregno della Bestia che chiude il film con somma soddisfazione delle multinazionali farmaceutiche.

La qualità audio-video

Molto bene la qualità video. Il quadro, sempre pulito e nitido, si avvale di una gamma cromatica ben equilibrata. I neri sono abbastanza profondi e le molte scene notturne non sembrano soffrire molto nella riproduzione del disco.
Di grande livello il reparto audio che sfodera due tracce in Doldy digital 5.1 potenti e avvolgenti. Se consigliamo l’audio originale a la traccia doppiata è solo per rendere giustizia al lavoro degli attori.

Extra

Backstage (in realtà Behind the scenes), Interviste, Making of ed Effetti speciali sono tutti figli di una stessa idea espressiva. Si tratta in realtà di diversi capitoli di un unico romanzo sulla genesi del film composto da interviste, sequenze del film e sequenze di backstage. Il tutto è davvero di ottima qualità, e supera la dimensione della mera documentazione promozionale per aprirsi a riflessioni anche molto acute sul lavoro svolto, sul tipo di inquadrature scelte, sui riferimenti che animano la composizione del film.
Curioso ed interessante il montaggio delle interviste a regista e cast che si intervallano con molte immagini rubate dal set. Confrontare queste immagini con quelle poi finali del film ci aiuta a comprendere meglio il complesso lavoro del direttore della fotografia che si è mosso su toni freddi e potenti.
Nel complesso un’ottima edizione.


(Splice); Regia: Vincenzo Natali; interpreti: Adrien Brody, Sraha Polley, Delphine Chaneac; distribuzione dvd: Videa.
formato video: 16:9 - 1.85:1; audio: Italiano e inglese dolby digital 5.1; sottotitoli: Italiano per non udenti, Inglese.

Extra: 1) Backstage 2) Making of 3) Interviste al cast e al regista 4) Effetti speciali


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