DVD - The Minis. Nani a canestro

Sul fatto che grossi nomi del calcio come Cannavaro, Toldo, Figo e Suazo ti doppino dei provetti cestisti, benché nani, ci passi sopra col pensiero che il cinema ti ha reso credibile ormai quasi ogni cosa. Semmai ti chiedi come mai tanta Inter in un film che aspira all’universalità della Buona Novella (riassumibile nello slogan “Se ci credi ce la fai”): una scelta che, in contesto italiano, rischia di lasciar fuori della sala gli juventini che pensano a Del Piero e all’acqua minerale o i romanisti che ridono ancora delle barzellette di Totti. Ma il pensiero lo scacci via come una mosca: lo sai che non è fondamentale e poi, in fondo, Cannavaro ti è simpatico e ti mangi le mani sapendolo infortunato proprio nel momento più delicato di questi Europei di Calcio 2008.
Provi a chiudere gli occhi anche di fronte all’ambiguità morale dell’intera operazione perché ti fa sentire troppo cattivo parlare male di un film che mette in primo piano il rifiuto per ogni forma di razzismo e l’accettazione per il diverso. Ma poi devi fare i conti con la storia che ti racconta di un gruppo di nani derisi dal mondo che cercano riscatto nel basket e finiscono sfruttati come testimonial dei pannolini e cominci a pensare che i conti, alla fine, non ti tornano proprio. Perché cosa fa, in fondo, questo film, se non sfruttare l’immagine del nano per istillare nel pubblico tenerezza e simpatia? E il loro dramma non è forse ridotto, nello sguardo infantile di una regia che pensa ad un pubblico che indossa gli stessi pannolini del commercial del film, a materia di spettacolo garbato per far soldi? Certo parte dei proventi andrà all’associazione Cannavaro Ferrara che, Camorra permettendo, li spenderà nel migliore dei modi (su questo non ci piove), ma dovremmo forse solo per questo arguire che esiste uno sfruttamento dell’immagine a fin di bene e un altro bieco e capitalista che, invece, è da avversare? E come distinguere tra i due? Solo in base al modo in cui i soldi racimolati vengono alla fine spesi?
Ma l’ambiguità del film la cogli in una domanda più scomoda e pregnante: perché si affollano, nel corpo gracile delle immagini che compongono questo breve film, tanti loghi, tanto McDonald’s, tanto Yahoo, tanta pubblicità insomma, quando il fine ultimo del tutto dovrebbe essere, invece, una critica al Sistema?
E così te ne stai lì, sperduto in elucubrazioni di carattere sociologico, pensando a Freaks e all’Herzog di Anche i nani hanno cominciato da piccoli e quasi ti dimentichi che, oltre all’etica, nell’arte, c’è un’estetica di cui devi tener conto e che non stai ancora scrivendo del film, ma ti sei fermato solo alle sue intenzioni. Da bravo critico affondi, quindi, il tuo bisturi nel corpo della pellicola e punti la tua lente sul linguaggio, sul gioco delle inquadrature, sul montaggio, su tutto ciò che trasforma una successione di figure e suoni in un racconto e ti accorgi, con stupore misto a noia, che è proprio questo miracolo del senso a mancare a The minis.
E non solo perché alcuni snodi cruciali come la soluzione del conflitto generazionale tra padre nano e figlio clown (non stiamo scherzando) restano insoluti. Né perché a fine proiezione ti accorgi che l’intera pellicola poggia sul paradosso della sua stessa negazione: un film sportivo che non ti dà il senso dello svolgimento della partita, della successione delle azioni, dell’emozione del canestro. No! Il film non riesce ad essere racconto per un’unica, semplice ragione: si fonda su una concezione totalmente amatoriale della messa in immagine.
Sembra l’opera di un bravo padre di famiglia che ha appena comperato una macchina da presa e un buon PC e ha scoperto che i suoi filmini domestici se li può girare e costruire quasi fossero prodotti per il cinema. Ed eccolo lì, felice come un bambino, a costruirsi i bei titoli di testi e di coda, a tagliare le scene troppo lunghe e a scegliere le musiche sulla base dei gusti dei figli teen ager. Non si accorge che della storia ha ripreso per lo più solo l’inutile e che, alla fine, ha immagini buone per riempire appena un quarto d’ora stringato ed essenziale quando il suo obiettivo erano i settanta minuti canonici del film professionale.
Così, gonfiando e rigonfiando il poco perde ogni nesso di causalità e tutta la narrazione si risolve in una serie di quadretti slegati come in una sitcom americana di basso profilo. Tra un numero di scena e l’altro si innestano solo montaggi veloci e videoclippari di un contesto reso superfluo dall’assenza del testo e il tutto si confonde nella pochezza di un doppiaggio che agisce come la formula di uno straniamento brechtiano assolutamente involontario.
Peggio di così…
La qualità audio-video
Il quadro è generalmente pulito e la visione del film resta piacevole per tutta la durata della riproduzione del disco. Buono soprattutto il lavoro sulla tavolozza cromatica che è assai equilibrata e ricca di sfumature. Il film, del resto, girato com’è prevalentemente in esterni e in condizioni luministiche ideali, non presentava particolari resistenze alla compressione digitale.
Discreto il suono che si avvale di una codifica bifonica sufficientemente nitida. Forse un lavoro più attento sugli effetti e sui rumori, invece che sui dialoghi e le musiche, avrebbe reso più credibile l’intera operazione. Ma il difetto è più di impostazione che di riversamento.
Extra
Il backstage con Toldo e Figo dura appena una manciata di secondi. Ce ne sfugge ancora il senso. Più sostanzioso il backstage che, però, lascia il tempo che trova. Per estimatori la riproposizione delle papere di Cannavaro durante le sedute di doppiaggio: un contributo speciale sfizioso, ma troppo breve. Lo storyboard ti passa via veloce che neanche hai il tempo di chiederti perché, la pubblicità al videogioco te la spacciano per extra, ma è solo l’anima del commercio, mentre il trailer sta lì a riempire il buco. A voi le conclusioni.
(The Minis); Regia: Valerio Zanoli; interpreti: Dennis Rodman e le voci di Fabio Cannavaro, Francesco Toldo, Luis Figo e David Suazo; distribuzione DVD: Cecchi Gori
formato video: 1.85:1; audio: Italiano dolby digital 2.0; sottotitoli: Italiano per non udenti
Extra: 1) Backstage con Toldo e Figo 2) Backstage a Venice Beach 3) Papere di Cannavaro 4) Trailer 5) Storyboard 6) Trailer videogioco 7) Foto
