E’ più facile per un cammello

Come didascalicamente - o biblicamente- suggerisce il titolo, che Valeria Bruni Tedeschi avrebbe voluto citato per intero, È più facile per un cammello...è la storia, evidentemente autobiografica, di una povera ragazza ricca, stretta dalla constatazione della sua elezione sociale, e dei suoi tentativi, votati all’insuccesso, di emanciparsi dal contesto che la circonda e blocca il suo percorso vitale di maturazione. La storia di Federica Camerasca non è priva di ironia e di inserti comico-grotteschi che alleggeriscono e smussano i toni diaristici e quasi psicanalitici, che altrimenti risulterebbero fin troppo introspettivi. Questo, tuttavia, non impedisce alla sceneggiatura di assumere un po’ troppo spesso un andamento bozzettistico e di finire per essere più una giustapposizione di appunti e di impressioni che una storia vera e propria, con un inizio, uno svolgimento e una fine, cioè con una struttura. L’esordio alla regia della Bruni Tedeschi prende il ritmo a scatti della sua recitazione schiva, a tratti luminosa, a tratti fragile e ripiegata su stessa, a tratti ancora contemplativa, o indecisa e instabile. Insomma questo È più facile per un cammello... assomiglia più ad un setting psicanalitico che ad un film vero e proprio.
[giugno 2004]
regia: Valeria Bruni Tedeschi sceneggiatura: Valeria Bruni Tedeschi, Eoémie Lvosky fotografia: Jeanne Lapoirie montaggio: Anne Weil musica: François Waledish interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, Jean Hugues Anglade, Chiara Mastroianni produzione: Paulo Branco origine: Francia 2003 durata: 110’ distribuzione: Mikado
