Elles

Che Locarno sia uno dei festival più attenti a segnalare nuovi talenti del cinema emergente non lo scopriamo certamente adesso. Malgoska Szumowska, classe 1973, per esempio, nel 2008 prese il Pardo d’Argento per 33 scene tratte dalla vita, che era il suo terzo film. Il quarto, intitolato Elles, è stato presentato oggi a Berlino, nella sezione Panorama Special. Il titolo gioca sull’ambiguità fra la famosa rivista femminile (al singolare) per la quale lavora la protagonista, interpretata da un’inarrivabile Juliette Binoche, e il pronome di terza persona (al plurale) riferito alle due ragazze, escort di professione, sulle quali la protagonista deve scrivere un reportage. Scritto con grande professionalità il film presenta una struttura narrativa su tre livelli. Il primo racconta la giornata di Anne, spettinata, struccata, snervata, di fronte al computer nel sofferto tentativo di mettere ordine agli appunti e alle immagini e stendere il pezzo da mandare al giornale; la giornata è comunque inframezzata da mille altre cose: la spesa, la visita al padre degente, la preparazione di una cena importante (sarà ospite il capo del marito con consorte), discussione col figlio adolescente fumato e ribelle, col figlio minore addicted ai videogiochi, ginnastica casalinga e addirittura una memorabile sequenza di masturbazione, distesa su un asciugamano in bagno. Il secondo livello narra i due incontri con “loro”, Charlotte, francese, e Alicja, polacca, il primo en plein air, il secondo in interni e la diffidenza che a poco a poco si trasforma in complicità fra la signora borghese, educata, con vestiti e scarpe di marca e le due ragazze di disarmante semplicità e pragmatismo. Il terzo livello gemma dai racconti delle ragazze, i loro incontri sessuali con gli uomini, ma anche le loro vite in famiglia, la normalità, il quotidiano. Inutile dire che l’inchiesta di Anne si trasforma in una tormentata riflessione sulla propria posizione all’interno della famiglia, della società, sulla propria femminilità intorpidita, repressa, accerchiata dalla miriade di ruoli che la vita da lei “scelta” le ha imposto. Un confronto a tutto campo, quello che si instaura fra Anne e le due ragazze, che mette a soqquadro la precaria identità della protagonista e attiene al concetto di piacere e dovere, di normalità e devianza, i rapporti fra le generazioni, fra le classi, tutto declinato rigorosamente al femminile. Gli uomini si limitano solo a pagare per le loro distrazioni, a godere. E’ straordinaria la capacità della sceneggiatrice e regista di mantenere un perfetto equilibrio fra i toni, ora ironico, ora drammatico, affidando solo ad una serie di atti mancati della protagonista (cucinando si scotta, si taglia) i possibili scivolamenti verso la tragedia e la definitiva messa in discussione del suo traballante status quo. Perfetta è la conclusione del film: la sequenza onirica della cena col boss, nella quale davanti agli occhi di Anne si materializzano tutti gli uomini “raccontati” dalle escort e la colazione in famiglia dell’indomani mattina, epitome dell’ipocrisia borghese, su cui attaccano i titoli di coda: un po’ Sautet, un po’ Kieslowski (Szumowska ha studiato alla scuola di Lodz), con Chabrol dietro l’angolo.
Ma la robusta scrittura, la plausibilità della struttura, la regia molto varia di Szumowska (classica negli incontri con le escort, più nervosa e serrata nelle molte sequenze fra le quattro mura della casa borghese che, in realtà, da quanto è diventata angusta, viene raffigurata come fosse un monolocale) ha dall’interpretazione così incredibilmente poliedrica di Juliette Binoche un imprescindibile ausilio. Solido cinema borghese, per carità, niente di clamorosamente innovativo, ma si ha come la sensazione che in Italia film del genere si stentino a trovare.
(Elles); Regia: Malgoska Szumowska; sceneggiatura: Malgoska Szumowska, Tyne Byrckel; fotografia: Michal Englert; montaggio: Françoise Tourmen, Jacek Droslo; interpreti: Juliette Binoche (Anne), Anaïs Demoustier (Charlotte), Johanna Kulig (Alicja); produzione: Slot Machine, Parigi; origine: Francia-Polonia-Germania; durata: 99’.
