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Elysium

Pubblicato il 28 agosto 2013 da Alessandro Boni
VOTO:


Elysium

Dopo il folgorante esordio alla regia con District 9, c’era sicuramente grande curiosità ed attesa per la nuova opera di Neill Blomkamp; la carica innovativa e la forza espressiva di quella pellicola, infatti, lasciavano trasparire le doti fuori dal comune di un autore capace, tra l’altro, di coniugare armoniosamente denuncia sociale e fantascienza. Con Elysium arrivano ora sostanziali conferme circa le potenzialità ed il talento del cineasta sudafricano: anche se la freschezza e l’originalità del primo lavoro cedono il passo ad un impianto scenico più tradizionale e più attento alle esigenze di spettacolarità, Blomkamp evidenzia ancora una volta una innata creatività nella messa in scena, riuscendo a realizzare per di più varie sequenze dal forte impatto visivo. Un po’ meno convincente, di contro, l’attenzione prestata allo sviluppo dei personaggi della vicenda, perlopiù delineati in una maniera sbrigativa che rasenta a tratti la superficialità; se valutazioni del genere avevano poco senso per District 9, considerato il taglio pseudo-documentaristico dato al film, in Elysium invece spicca questa carenza di cura nella costruzione e nell’approfondimento delle psicologie, forse a causa stavolta dell’esigenza di dare un peso più rilevante al lato “action”.

Nell’anno 2154, l’uomo ha oramai completato l’opera di devastazione della Terra; le risorse naturali sono quasi esaurite, l’inquinamento ha reso l’ambiente praticamente invivibile, le epidemie dilagano in aggregati urbani fatiscenti e sovrappopolati. La massa della gente è costretta a sopravvivere come può in questo luogo inospitale, mentre solo una ristretta elite, ovviamente i più ricchi, ha avuto la possibilità di trasferirsi su Elysium: si tratta di una stazione orbitante iper -tecnologica immersa nel lusso, in cui anche le malattie sono state debellate ed in cui, chiaramente, ogni tentativo di ingresso non autorizzato è severamente punito. Un anonimo operaio, tuttavia, decide di provare un disperato approdo clandestino; ormai condannato a morire a causa di una eccessiva esposizione alle radiazioni, infatti, intravede come unica possibilità di salvezza quella di curarsi presso le miracolose strutture mediche della mitica oasi nello spazio …

La macchia dell’apartheid nel suo paese d’origine, il Sud Africa, ha influenzato notevolmente la formazione culturale di Blomkamp che ha finora posto la tematica dell’emarginazione al centro della sua cinematografia; sia District 9 che Elysium , infatti, sono impregnati in profondità da un forte senso di indignazione e sgomento, nei confronti di xenofobia e segregazione razziale nel primo film e della discriminazione sociale ed economica nel secondo. In entrambi i casi, quindi, la fantascienza diventa uno strumento per veicolare meglio un messaggio di allarme e denuncia; serve, in altri termini, a rendere più efficace e coinvolgente la rappresentazione di una realtà che non deve peraltro apparire improbabile ed assurda, in quanto l’attualità, nel nostro Paese ad esempio, ci parla continuamente di migranti, scafisti e paradisi promessi.

Avvalendosi anche di effetti digitali particolarmente realistici, Blomkamp realizza un’opera visivamente appagante e tecnicamente ineccepibile, soprattutto nelle modalità di ripresa e nei movimenti di camera durante le scene d’azione; i ritmi della narrazione sono ben cadenzati, il montaggio è fluido e mai invasivo, la fotografia raffigura efficacemente il dualismo tra lo squallore polveroso della Terra e la scintillante artificialità del favoloso mondo dei ricchi. Di buon livello anche le performances degli interpreti, anche se la sceneggiatura non si concentra molto sull’introspezione psicologica e lo sforzo richiesto agli attori non è poi così elevato; Matt Damon raffigura con efficacia il disperato che si fa eroe, Jodie Foster dà spessore al suo personaggio insensibile e determinato pur nel ridotto tempo in cui è in scena e Sharlto Copley, il protagonista di District 9, dà vita ad un memorabile “villain” psicopatico e fuori controllo.
Pur non raggiungendo i livelli del film d’esordio, con Elysium Blomkamp offre comunque al pubblico uno spettacolo godibile e coinvolgente, una calibrata miscela tra azione e analisi sociologica che può divertire e far riflettere; un ottimo esempio, insomma, di fantascienza di qualità che sembra rifugiarsi lontano dalla realtà ma che ad essa resta invece fortemente ancorata.


CAST & CREDITS

(Elysium) Regia: Neill Blomkamp; sceneggiatura: Neill Blomkamp; fotografia: Trent Opaloch; montaggio: Julian Clarke, Lee Smith; musica: Ryan Amon; scenografia: Philip Ivey; interpreti: Matt Damon, Jodie Foster, Sharlto Copley ,Alice Braga, William Fichtner; produzione: TriStar Pictures, Alpha Core, Media Rights Capital, Qed International, Sony Pictures Entertainment; distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia; origine: Usa; durata: 109’.


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