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Entourage

Pubblicato il 16 luglio 2015 da Lorenzo Vincenti
VOTO:


Entourage

La squadra vincente solitamente non si cambia. Tanto meno se all’orizzonte si presenta l’occasione di affrontare l’ultima grande sfida. La più difficile e stimolante. Dopo otto stagioni televisive e 96 episodi all’attivo, Doug Ellin e Mark Wahlberg chiudono in grande stile la parentesi “Entourage” portando sul grande schermo le folli avventure dei quattro ragazzi del Queens e del loro agente Ari Goldman. Per farlo non hanno cambiato nulla di quella formula magica che ha consentito loro, in questi sette anni, di ricevere notevoli consensi di pubblico e qualche premio sparso lungo il percorso. Non hanno stravolto l’essenza della serie e, cosa che più conta, non hanno concesso spazio a quella facile autocelebrazione da passerella finale su cui troppo spesso si crogiolano i capitoli conclusivi di saghe del genere. Neanche il tempo, perciò, di riascoltare per l’ultima volta la mitica Superhero degli Jane’s Addiction, incipit musicale di tante vicende, che l’avventura prende subito la mano dello spettatore per trascinarlo al fianco del nostro divo Vinnie Chase, qui alle prese con il suo film d’esordio alla regia, del fratello Johnny Drama, spalla di Vinnie ed eterno sfigato in cerca di gloria nella Hollywood dei grandi, del manager amico Eric Murphy, ancora diviso tra l’amore per la propria ex compagna incinta e la vita da scapestrato manager di Hollywood tutto “donne e business”, e del dimagrito Turtle, autista tuttofare anch’egli in cerca di una sistemazione sentimentale che lo possa soddisfare. Intorno a loro ancora il grande Ari Goldman, iperattivo mentore di Vinnie, divenuto nel frattempo, dopo la crisi matrimoniale e lo stravolgimento professionale che ne è conseguito, un tycoon di una major hollywoodiana alle prese con il suo primo progetto importante. La produzione del film dello stesso Chase.

In un turbinio di avvenimenti straordinari, scanditi da un ritmo forsennato che dal primo all’ultimo minuto accompagna la visione dello spettatore, si compie così la consacrazione non solo di una serie ma di tutti coloro che ne hanno fatto parte. Non senza i patimenti e gli imprevisti a cui i protagonisti ci hanno abituato in questi anni, avviene una chiusura del cerchio che ci consegna un ritratto scanzonato e dissacrante della Hollywood più patinata. In perfetta sintonia con la serie, infatti, il film correda il quadro sino ad oggi realizzato dagli autori con un addobbo definitivo e magniloquente. Il passaggio al lungometraggio non si percepisce di fronte a tanta effervescenza (sembra solo una puntata più lunga) così come le incompletezze tipiche della serialità sono ancora ben visibili in nome di una coerenza stilistica che non lascia spazio a elevazioni intellettualistiche di alcuna sorta. Il film, per questo, non è certo ascrivibile agli annali delle opere tecnicamente perfette o dal linguaggio innovativo ma, quanto meno, si accontenta di rallegrare lo spettatore con purezza e caparbietà. E l’intrattenimento è di certo garantito. Spassoso in alcuni tratti, irriverente come sempre, Entourage celebra lo show business senza compromessi o mezze misure. Ne sviscera usanze, debolezze o tendenze con ironia vivace, basata principalmente sull’alternanza di eccessi e forzature, storpiature e deformazioni, parossismi e assurdità. Come in un mosaico “pop” frammentato ma logico, in cui convergono tanti elementi ai fini di un’unica risultanza espressiva. La forza comica del film, paragonabile per certi versi al What just happened? di Barry Levinson, sotterra ogni perbenismo di questo mondo, regalando un’ora e mezza di pura vitalità allo spettatore. Senza fare paragoni con le parodie di serie A (di ben altra profondità e compattezza espressiva), che non gioverebbero certo al piccolo film di Ellin, Entourage si ritaglia comunque uno spazio nella cerchia delle commedie irriverenti sul mondo del cinema e, senza brillare per completezza narrativa, riesce a far scendere Hollywood dal piedistallo e farla inginocchiare davanti al proprio pubblico. Forse per farle ammettere definitivamente: “questi siamo noi, matti, sconclusionati, tremendamente folli ma sempre e comunque al vostro servizio”.


CAST & CREDITS

(Entourage) Regia: Doug Ellin; soggetto: Rob Weiss;sceneggiatura: Doug Ellin; fotografia: Steven Fierberg; montaggio: Jeff Groth; scenografia: Chase Harlan; costumi: Olivia Miles; interpreti: Adrian Grenier, Jeremy Piven, Kevin Connolly, Kevin Dillon, Jerry Ferrara, ; produzione: Closest to the hole productions, Warner Bros.; distribuzione: Warner Bros.; origine: USA; durata: 104’


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