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Epic movie

Pubblicato il 29 aprile 2007 da Alessandro Izzi


Epic movie

C’era un tempo (neanche poi tanto lontano) in cui il film parodia svolgeva il ruolo catartico di un vero e proprio anticorpo nella logica della produzione cinematografica.
Nel riprenderle, modificandole appena, le più celebri sequenze di pellicole più o meno vicine nel tempo, i registi delle parodie mettevano, in altre parole, un dito sadicamente intinto d’aceto sulla ferita ancora aperta dell’inarrestabile crisi di idee cui era soggetta la cinematografia americana.
In generale i film parodia sembrano essere organismi che vivono e si diffondono all’interno di un preciso genere cinematografico, che si appropriano dei cliché e delle strutture che contraddistinguono tale genere e che li ribaltano in chiave comica. Essi funzionano, cioè, come un vero e proprio cancro delle immagini.
Perché il gioco funzioni occorre la collaborazione attiva del pubblico in sala che deve, in primo luogo riconoscere immediatamente i film parodiati e, in seconda istanza, prestarsi al gioco e allo sberleffo che ne derivano.
Generalmente, al cinema, lo spettatore è messo in una posizione di assoluta passività. Spente le luci in sala, ad ognuno di noi è chiesto di sospendere la nostra incredulità nei confronti di quanto si vede sullo schermo e di immedesimarci totalmente in quanto viene narrato.
Nel film parodia, al contrario, la nostra credulità viene costantemente disattesa e la nostra consapevolezza di fruitori della pellicola è tenuta sveglia continuamente. Ci si passi la frase che può apparire oscena, ma il film parodia è quanto di più vicino al modello brechtiano il cinema sia stato in grado di produrre.
Noi siamo cioè sempre assolutamente consci di stare assistendo ad un film e, nei rari momenti in cui dovesse capitarci di calarci con maggiore immedesimazione nel mondo del film, interviene sempre una battuta spiazzante a farci ritirare da quel mondo con una risata spesso imbarazzata.
Perché ciò avvenga è indispensabile che le citazioni di cui questi film sono disseminati siano immediatamente riconoscibili dallo spettatore. Per questo motivo tali opere si rivelano essere dei rivelatori impressionanti dell’orientamento dell’immaginario del pubblico. In altre parole essi certificano, con assoluta garanzia, quali sono le scene e i film che hanno avuto maggior impatto sul pubblico in generale. Sono cioè dei veri e propri film termometro che tastano il polso del gusto cinematografico di una precisa fascia di pubblico (in genere adolescenziale).
Non molto tempo fa, per esempio, i film della serie di Scary movie (soprattutto i primi due e, in modi diversi, ma ancora sostanzialmente efficaci, il terzo) ebbero il (forse solo) merito di rivendicare, in chiave ironica, lo svuotamento di senso e di ogni carica eversiva che stava coinvolgendo un genere fino a pochi anni prima ancora denso di umori e di ‘discorsi’ anche politici come l’horror americano. Cosa che, comunque, già accadeva nella trilogia craveniana di Scream.
Il problema implicito in un’operazione come Epic movie è che, ferma restando l’assoluta riproduzione del meccanismo (che, questa volta, si rivolge all’universo del fantasy), comincia, di fatto, a venir meno anche la carica demistificatoria implicita, come abbiamo visto nella parodia.
Racconto ironico e dissacrante della serializzazione di un genere, il film parodia è, insomma, diventato un genere consolidato a sua volta e, come tale, soggetto ad una nuova forma di serializzazione.
Epic movie, coi suoi riferimenti sempre meno divertenti a Narnia o a Tim Burton, oltre a mostrare stanchezza nell’articolazione delle gag (sempre più escatologiche e sempre meno intelligenti), segna, quindi, e qui sta tutto il suo limite, soprattutto la fine della funzione storica di questo ‘genere’ di film.


CAST & CREDITS

(Epic movie); Regia e sceneggiatura: Aaron Seltzer, Jason Friedberg; fotografia: Shawn Maurer; montaggio: Peck Prior; musica: Ed Shearmur; interpreti: Kal Penn (Edward), Adam Campbell (Peter), Jennifer Coolidge (White Bitch), Jayma Mays (Lucy), Faune A. Chambers (Susan), Crispin Glover (Willy), Tony Cox (Bink); produzione: New Regency Pictures, Regency Enterprises, Twentieth Century-Fox Film Corporation; distribuzione: 20th Century Fox; origine: USA; 2006; durata: 96’


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