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Eyes Wide Open

Pubblicato il 24 novembre 2009 da Nicola Cordone


Eyes Wide Open

Non suscita eccessivo clamore la vittoria di Eyes Wide Open al MedFilm Festival: se ci sembra ingiusto definire “scontato” il suo trionfo, è altrettanto vero che Ginella Vocca, presidente onorario della manifestazione, aveva esemplarmente tessuto le lodi dell’ultima fatica di Haim Tabakman sin dalla serata inaugurale, preannunciando la grande qualità e il coraggio tematico del film. Nella freddezza emotiva e nel rigore castrante del quartiere ebraico ortodosso di Méa Shéarim l’austero macellaio Aaron e il giovane girovago Ezri consumano una passione travolgente e irrefrenabile, sfidando i pregiudizi e le ostilità dell’ambiente; fino a quando verranno messi di fronte ad una scelta crudele e definitiva.
Parlare di scandalo è ormai quasi anacronistico: ce lo dimostrano i fatti di ogni giorno, filtrati dai media attraverso un bombardamento di notizie pressoché identiche, che mettono in luce il degrado etico, sociale, politico e civile in cui è precipitato il nostro Paese negli ultimi anni; ci prendiamo la libertà di non citare alcun esempio per evitare di tralasciarne altri che magari risulterebbero più emblematici o antonomastici. E la memoria, per quanto allenata, ha pur sempre i suoi confini. A nostro parere, anche il recente immaginario cinematografico patisce la mancanza di film che siano realmente in grado di “scandalizzare”, sconvolgere o scioccare con la potenza espressiva del loro linguaggio. Capita ogni tanto, però – soprattutto se si percorrono i sentieri più nascosti e meno battuti dei festival “minori” -, di scoprire delle pellicole sorprendenti, audaci, dirompenti… ci sembra anzi quest’ultimo aggettivo quello più efficace per descrivere Eyes Wide Open, se di scandalo vero e proprio è illecito parlare in un’epoca in cui si crede di aver detto e mostrato tutto il possibile. In realtà, il cinema israeliano non si era mai spinto più in là nell’ affrontare un argomento scomodo, delicato e scabroso come quello dell’omosessualità all’interno di una comunità religiosa; Tabakman racconta con straordinaria naturalezza e mano delicata la storia di un amore sofferto e maledetto utilizzando un linguaggio essenziale e diretto. La sceneggiatura di Merav Doster fa leva sul contrasto tra il rapporto tutto fisico, istintivo e carnale dei due protagonisti e il clima gelido e asessuato che li circonda. Aaron vive un lacerante conflitto interiore tra l’obbedienza alle regole, vissute come lo strumento privilegiato per raggiungere la perfezione e avvicinarsi a Dio, e le tentazioni della carne, sublimate nel mestiere e nella cura maniacale che vi dedica. Ma l’opposizione tra spirito e materia trova corpo nella netta scissione tra l’ambiente domestico ( luogo solare, sempre ben illuminato, dell’istituzione familiare e degli affetti più puri) e lo stanzino della macelleria - spazio buio e clandestino dove viene consumata una passione rovente, proibita, peccaminosa -. Sul piano visivo si avvertono echi e suggestioni di kieslowskiana memoria mentre la sequenza finale del lavacro purificatore è un piccolo gioiello di simbolismo poetico.

Grazie anche alle grandi interpretazioni dei due attori (indelebile soprattutto la prova di Zohar Strauss) Eyes Wide Open, vincitore del premio Amore e Psiche, è opera forte e intensa, che non si dimentica facilmente. In patria molti hanno gridato allo scandalo… noi, che abbiamo avuto la fortuna di vederlo, ne evidenziamo l’assoluta necessità.


CAST & CREDITS

(Eynaim pkohot) Regia: Haim Tabakman; sceneggiatura: Merav Doster; fotografia: Axel Schneppat; montaggio: Dov Stoyer; interpreti: Zohar Strauss ( Aaron), Ran Danker (Ezri), Ravit Rozen, Tzahi Grad; produzione: Pimpa Film; distribuzione: Films Distribution; origine: Israele, Francia e Germania; anno: 2009; durata: 100’


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