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FASCISTI SU MARTE

Pubblicato il 25 ottobre 2006 da Marco Di Cesare


FASCISTI SU MARTE

Un pianeta bolscevicamente rosso marxista, fasci fascisti e amazzoni, una Befana presa a manganellate, una Madonna e Bambinello icone cui appellarsi ma in cambio del dover scendere a nuovi Patti Lateranensi, un busto del beneamato di Predappio da venerare e a cui chiedere consiglio, un balilla trentottenne tonto, un mezzo di locomozione chiamato "donna Rachele" frutto della meravigliosa ingegneria in camicia nera, il nobile e altero profilo dell’aquila fascista, sassi alieni inermi scambiati per nemici da combattere solo perché uguali alle uova di Ridley Scott.
Fascisti su Marte è questo e altro ancora: calderone gaddiano (un mondo ingarbugliato che non deve essere rappresentato attraverso una diminuzione della sua complessità, come nelle parole che Italo Calvino ha dedicato allo scrittore milanese), altisonante linguaggio da cinegiornale d’epoca e ironica sottolineatura delle pochezze di una banda di straccioni che da Fascisti ben presto diventeranno "Fantasmi su Marte", ucronìa che vuole farci scoprire una storia alternativa tenuta nascosta dalla propaganda comunista che da sempre attanaglia le sorti della nostra povera Italia.
Corrado Guzzanti conduce un one man show (autore, protagonista, voce narrante, cantante), guida che sa condividere con i suoi accoliti la scena di quella che sembra considerare come la sua creatura prediletta, tanto da averla voluta espandere nel tempo e nello spazio, portandola da Il caso Scafroglia al grande schermo. Ma il film sarà difficilmente apprezzato fino in fondo da chi preferisce adagiarsi sul concetto che un’opera comica debba comunque essere di facile fruizione. La grandezza di Fascisti su Marte risiede proprio nella sua particolarità di apparente sconclusionata estrema dilungazione su un unico tema, infinita carrellata di gag nate per la televisione, talmente estenuante da portarci dentro un trip allucinogeno: tutto questo per indebolire le nostre difese razionali, e per fare in modo che possiamo accettare un viaggio che lega il nostro Passato al nostro Presente. Se il film non avesse avuto questo incessante ritmo, avremmo forse pensato che la radicalità del pensiero politico espresso fosse sì condivisibile, ma anche inutilmente didascalico: quello che conta è che forma e contenuto siano indissolubilmente legati, come in ogni opera che si rispetti.
Da applausi due citazioni del più importante film nella storia della fantascienza. Nell’epilogo un Barbagli rimasto ormai solo sul pianeta deserto, si trova davanti l’unica compagnia di un imperturbabile tozzo monolito, dal quale proviene un’inquietante musica dell’avanguardia novecentesca; Barbagli si avvicina e... dà una botta ben assestata a quell’oscuro masso di pietra non troppo ben levigata, per poter finalmente ascoltare una bella canzonetta da Ventennio! Ed è addirittura geniale la primissima inquadratura: un fascio volteggia nello spazio, in viaggio tra la Terra e Marte. In pochi attimi viene sintetizzato un intero capolavoro del cinema, con tutto il suo retroterra filosofico, creando con pochi mezzi uno dei più grandi richiami a 2001: Odissea nello spazio che sia mai stato dato a vedere. Il fascio roteante è l’osso che diventa astronave, la violenza come motore di progresso e sviluppo per l’uomo; il suo viaggio fra le stelle riprende quello del monolite, guida per Bowman per raggiungere Giove e dare vita al superuomo e a una nuova civiltà; e viene messo alla berlina e aspramente criticato l’uso che le istituzioni fanno delle teorie degli intellettuali, in questo caso specifico la "volontà di potenza" messa a disposizione da Elisabeth Nietzsche come fondamento teorico per il nazifascismo.
Fascisti su Marte richiama la forza corrosiva della vecchia commedia all’italiana, con la sue burle infinite e senza pietà: la sua vicinanza ai padri fondatori è direttamente proporzionale alla sua lontananza da quelli che oggi si dichiarano e vengono considerati epigoni di quell’epoca aurea, perché Guzzanti sa colpire, e non vuole suggerire di aver colpito; inoltre, quando paragona Berlusconi a un dittatore del passato, è stato talmente cortese da non aver cercato finanziamenti presso il Cavaliere.

(Fascisti su Marte) Regia: Corrado Guzzanti e Igor Skofic; soggetto: Corrado Guzzanti; sceneggiatura: Corrado Guzzanti e Paola Cannatello; fotografia: Corrado Guzzanti e Igor Skofic; montaggio: Cristiano Travaglioli; interpreti: Corrado Guzzanti (Gerarca Barbagli), Marco Marzocca (Freghieri), Lillo Petrolo (Pini), Andrea Blarzino (Santodio), Andrea Purgatori (Fecchia), Andrea Salerno (Balilla Bruno Caorso); produzione: Studio Uno, Fandango, Kipli Entertainment; distribuzione: Fandango; origine: Italia 2003; durata: 100’.

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