Fearless

Curiosa co-produzione, questa tra Cina, Hong-Kong e USA, che porta sullo schermo la storia vera del più grande maestro di arti marziali cinese, Huo Yuanjia, fautore dell’unificazione tra le varie tecniche di combattimento in un’unica scuola. Un eroe nazionale in grado di ridonare vigore e orgoglio ad un intero Paese, in un momento in cui questo veniva considerato con spregio “il malato dell’Asia”.
Se la Cina viene esecrata agli occhi del mondo come una nazione inferma, il suo protagonista è altrettanto debilitato nel fisico dall’asma di cui soffre, tanto che il padre (altro campione del Wǔshù) gli vieta, quando è ancora solo un bambino, di prendere parte agli allenamenti nella sua palestra. Un film di scontri, in cui il primo ad essere delineato è proprio quello di tipo generazionale, decretato dall’insormontabile ostacolo alla reciproca comprensione tra padri e figli rappresentato dal diverso sistema di valori. In un primo momento assistiamo al giuramento del piccolo Yuan Jia, sulla tomba del padre da lui giudicato un “vigliacco”, che mai nessuno riuscirà a sconfiggere lui, gettando così discredito sulla loro famiglia: ma la promessa che farà in un secondo tempo ai suoi cari sarà di ben altro tenore. La morale, per lui e per noi, è che il primo nemico di ognuno è ciò che di più oscuro riposa in fondo al proprio animo. Ma non si tratta dell’unica lezione appresa da Yuan Jia: egli scopre anche che gli stranieri denigrano i cinesi poiché li ritengono incapaci di unirsi, impegnati come sono da secoli in una strenua lotta che li vede perennemente divisi su fronti opposti. Solo nella forza di un gruppo coeso può imporsi la supremazia cinese: questo è il tributo, dal valore incalcolabile, che l’eroe lascia ai suoi connazionali per gli anni a venire.
Il tema dell’uomo forte e solitario in cerca di un nuovo inizio grazie al quale poter redimere se stesso e cancellare in un unico colpo di spugna il ricordo della violenta esistenza passata, non è certo una novità ed è stato fatto proprio da innumerevoli film americani, anche recentissimi (dall’incerto Ultimo Samurai al cronenberghiano e bel altrimenti riuscito A History of Violence).
L’astuzia è il segreto per vincere di Huo Yuanjia, il ritmo al fulmicotone quello del regista Ronny Yu, almeno nelle serrate battute iniziali e in quelle finali del film. A tirare le fila della pellicola per un bilancio finale, tuttavia, a non convincere affatto è la svolta intimista, da Bildungsroman, della parte centrale.
La recitazione di Jet Li, in un primo momento spiazzante e perfino illogica, è una spia indicativa di quanto preme soprattutto comunicare al suo regista: fino a che il protagonista si fa beffe di tutto e di tutti, egli sembra atteggiarsi quasi a Napoleone, con la sua mimica nervosa, tutta scatti e tic. Solo con gli anni e grazie al cumulo di sofferenze patite, acquisirà invece quell’equilibrio compassato tanto caratteristico nella posa dei grandi maestri di arti marziali.
Lo scontro tra Oriente e Occidente, evocato fin dalla stessa persona del protagonista (che diventa un “vero cinese” solo nella grazia della maturità), viene svolto a più riprese e rappresenta una delle ragioni in cui riposa il maggior interesse del film. Che dire, ad esempio, del lottatore Hercules O’ Brien, una parodia vivente dei wrestler di oggi? Un lottatore “per finta”, rozzo e brutale, che incarna la trivialità dell’Occidente tutto agli occhi di un pubblico ben altrimenti colto e raffinato. Questa lotta del prefinale si svolge su un ring allestito in un tendone da circo, sfondo quantomai appropriato, in cui va in scena lo scontro tra i due titani USA e Cina e in cui viene riconosciuta – un po’ stucchevolmente, a dire il vero – la superiorità cinese. Ma Fearless è tutto intarsiato di simili riferimenti sottili alle ferite che l’Occidente imprime e che deturpano la bellezza della madrepatria: dal ridicolo pretucolo che tenta di indottrinare le folle agli angoli delle strade di Tianjin al gusto sgradevole e perfino violento del caffè, per chi è abituato al delicato sapore del te. Intrigante risulta invece la discettazione filosofica tra il campione cinese e quello giapponese proprio intorno alla natura della bevanda prediletta, a suggerire che un confronto pare realmente possibile solo con l’altrettanto armonioso Paese del Sol Levante, per Yu.
Invece delle consuete panoramiche avvolgenti tanto caratteristiche del wuxiapian, Ronny Yu riempie il suo film di movimenti di macchina che cadono a fil di piombo sul capo del protagonista, a indicare l’invisibile mano del destino che incombe su di lui, mentre questi si sente perfettamente al riparo dalle insidie del futuro. Il regista pare ammaliato dai movimenti aggraziati di Jet Li, che esalta alla massima potenza tramite un utilizzo ripetuto e un po’ scontato del rallenty. Il registro stilistico non trasuda, dunque, eleganza formale da ogni singolo fotogramma, in questo insolito film di cappa e spada tagliato con una lama forse meno fine del solito, ma sostenuto comunque da una mano ben salda. Meriterebbe comunque la visione anche solo per gli esaltanti scontri visionari, al solito abilmente orchestrati dal più noto fra i coreografi di combattimenti orientali, Yuen Wo Ping (La Tigre e Il Dragone, Matrix). Difficile scegliere il più folgorante fra questi, ma si può almeno segnalare la notturna, infernale, resa dei conti tra maestri del Wǔshù (una faida cruentissima, lontana anni luce dagli asettici ed eleganti confronti danzanti del wuxia).
Il merito più sicuro del film consiste proprio nell’aver riportato l’attenzione sull’armoniosa bellezza dei gesti perfetti dei combattenti, mentre gli effetti speciali tornano ad essere un’arma non tanto consustanziale, quanto ancillare, dell’action-movie.
(Huo Yuan Jia) Regia: Ronny Yu; soggetto: Chris Chow; sceneggiatura: Chris Chow, Chi-long To, Christine To; fotografia: Poon Hang Sang; montaggio: Richard Learoyd, Virginia Katz; musiche: Shigeru Umebayashi; scenografie: Kenneth Mak; costumi: Thomas Chong; interpreti: Jet Li (Huo Yuan Jia), Shido Nakamura (Anno Tanaka), Betty Sun (Li Sun Moon), Dong Yong (Nong Jinsun); produzione: JET LI, RONNY YU E YANG BUTING PER BEIJING FILM STUDIO, CHINA FILM CO-PRODUCTION CORPORATION, CHINA FILM GROUP CORPORATION, HERO CHINA INTERNATIONAL, WIDE RIVER INVESTMENTS; distribuzione: 01; origine: Cina/Hong-Kong/USA 2006; durata: 100’; web info: sito ufficiale
