Un reportage sulla vita degli abitanti di New Orleans dopo la catastrofe degli uragani Rita e Katrina dell’agosto del 2005. Jonathan Demme registra, con macchina da presa digitale, le testimonianze dei superstiti che, in seguito al devastante evento, hanno perso parenti, amici e la propria abitazione, ma certamente non la dignità: i racconti sono accorati, lucidi e sapienti, non tragici o del tutto disincantati; nelle voci dei protagonisti si sente ancora la volontà del riscatto, la sete di giustizia, la speranza verso un futuro di maggiore solidarietà e rispetto da parte di un governo che si è mostrato indifferente al disagio esistenziale, economico e sociale della comunità colpita dal disastro.

Non si tratta di un vero e proprio documentario, perché il regista opta per una soluzione narrativa che non si avvale della tessitura di alcun racconto e affida al montaggio delle sole testimonianze il compito di veicolare emozioni, riflessioni e dibattiti. Fanno eccezione le rare panoramiche sulle zone distrutte che fungono da raccordo tra un’intervista e l’altra.
La scelta stilistica di affidare al parlato, più che alle immagini o alla musica, i compiti referenziali più importanti, si rivela assai deludente: il risultato è un film che non lascia il segno a nessun livello, né come atto di denuncia sociale, né come film d’inchiesta né, tanto meno, come esempio di cinema documentario.

Ascoltiamo, a lungo andare sfiniti, una serie ininterrotta di monologhi ripetitivi e ridondanti e, pur nutrendo massimo rispetto per le vittime dello spietato cataclisma, non riusciamo a partecipare emotivamente alla tragedia, per l’accumulo di materiale troppo omogeneo, ma soprattutto per l’assenza, quasi totale, di una regia più incisiva e dinamica, capace di rendere il prodotto meno anonimo e soporifero.
Il commento sonoro del folto gruppo di musicisti non crea interazioni significative e stimolanti con la traccia visiva, ma si limita a suggerire alla lontana lo stato di profonda depressione della cittadina americana.
Un’operazione mal riuscita, un film noioso e prolisso.