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Festa del Cinema di Roma 2007 - Peur(s) du noir - Extra

Pubblicato il 23 ottobre 2007 da Alessia Spagnoli


Festa del Cinema di Roma 2007 - Peur(s) du noir - Extra

L’autentico motivo conduttore dell’operazione di fino condotta dal composito team di questa autentica gemma dell’animazione mondiale – film davvero “a sorpresa” della seconda edizione della Festa del Cinema – è l’aver saputo cogliere gli spunti ingenerati nelle società occidentali odierne da quello che pare il vero e proprio motore propulsore del mondo contemporaneo, ovverosia la paura. Paura del buio del titolo francese originale, anche se quell’istinto primordiale che è proprio a tutti, viene declinato in quest’opera fantasmagorica secondo mille forme (anche e soprattutto visive) che lasciano di stucco. Ed è il significato stesso della parola “buio” a caricarsi qui di ulteriori valenze, svelandosi in tutta la sua complessità, proprio in virtù di quelle stesse tenebre che tutto avviluppano di sé, negando spazio e voce alle istanze della razionalità.
In azione ritroviamo alcune delle firme più blasonate dell’intero panorama planetario. I “magnifici sei” sono il francese Christian Hincker, alias Blutch, impostosi all’attenzione su Fluide Glacial, pubblicazione di fumetti imprescindibile per ogni francese, Charles Burns, americano della Capitale, illustratore della prima antologia di musica grunge, l’italiano Lorenzo Mattotti, ormai di casa a Parigi, autore di manifesti per tanti eventi, Marie Caillou, artista apprezzata anche in Giappone, Pierre di Sciullo, appassionato di tipografia e Richard Mcguire, grafico e designer newyorkese. Ciascuno col suo stile e la sua poetica, a cui dona accresciuto vigore l’insuperabile magia che la tecnica del disegno animato, sola, sa rendere possibile, per sua stessa ontologica vocazione a lasciarsi cavalcare dalle più fervide immaginazioni.

Di un’estrema raffinatezza formale, i frammenti, le schegge narrative di questo magmatico affresco impattano lo sguardo per un utilizzo simbolicamente luttuoso del bianco e nero: Peur(s) du noir può essere letto, difatti, e senza alcuna forzatura, come un elogio funebre dell’essere umano sulla Terra e, insieme, come suo struggente canto del cigno, in nome di ciò che avrebbe potuto essere “se solo se… ”.
Diremo che l’operazione propone vibranti sussulti in crescendo e che con l’ultimo paio di lavori si toccano picchi ispirativi e realizzativi altissimi. E aggiungiamo che emerge felicemente la trovata che a fare da trait d’union, da cornice e collante dei vari tasselli, siano le selezionate, centratissime riflessioni sul mondo contemporaneao un po’ “alla Chris Marker” e affidate, secondo l’ennesima intuizione riuscita ad una voce femminile. Frasi smembrate che aprono spunti critici e nello stesso momento ferite purulente e dolorosissime, dimostrando come esse siano sempre più connaturate al mondo d’oggi e appaiano, dunque, insanabili. Che un elegia pensata per la fine dell’uomo potesse risultare talmente sublime per i cinque sensi, è tuttavia qualcosa che ammalia e contemporaneamente destabilizza. Basta lasciarsi cullare da ciò che quei disegni evocano.
In un festival caratterizzato, in positivo, soprattutto dalla massiccia presenza di documentari di alto, quando non altissimo livello, e tuttavia pure di film di fiction che riflettono principalmente sui gravi problemi per l’uomo nuovo di questo scorcio di millennio, la parola più persuasiva proviene (non tanto) paradossalmente proprio da questa elaborata pellicola d’animazione. Astenersi bambini. Adulti, riflettere.


CAST & CREDITS

(Fear(s) of the dark) Regia: Christian Hincker, Charles Burns, Marie Caillou, Pierre di Sciullo, Richard Mc Guire, Lorenzo Mattotti; Voci: Aure Atika, Arthur H, Guillaume Depardieu, Nicole Garcia; Sceneggiatura: Blutch, Charles Burns, Romain Slocombe, Pierre di Sciullo, Jerry Kramsky, Richard Mc Guire & Michel Pirus; Montaggio: Céline Kélépikis; Scenografia: Etienne Robial; Musica: René Aubry, René Gronemberger, Laurent Perez Del Mar, George Van Dam; Produzione: Valérie Schermann, Christophe Jankovic; Suono: Fred Demolder & Valene Leroy; Origine: Francia 2007; durata: 78’


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