#ScrivimiAncora (Love, Rosie)

Una sana commedia inglese. Piuttosto divertente per di più. Questo potrebbe essere in estrema sintesi il giudizio su #Scrivimiancora di Christian Ditter.
Niente di nuovo sotto il sole, insomma, ma con classe.
Alex e Rosie sono due amici che si conoscono sin da quando erano bambini. Hanno condiviso le cose più importanti e la quotidianità più spiccia. Hanno passato tempo insieme, sotto una tenda da campeggio montata in camera, scambiandosi confidenze intime. Lei non ha problemi a parlargli di sesso e lui non si fa scrupolo a raccontargli i suoi sogni strani in cui, notte dopo notte, si trova ad essere un oggetto qualsiasi e mai se stesso.
L’amicizia ovviamente sconfina in un’attrazione palpabile che li avvicina sempre un poco più del dovuto, ma nessuno dei due ha veramente mai il coraggio di andare oltre e dichiarare sentimenti più complessi.
In questo modo finiscono, però, per incasinarsi la vita. Non avendo il coraggio di mettersi insieme per davvero finiscono per cercare altrove un’anima gemella col risultato di incasinare anche le vite degli altri.
#Scrivimiancora rispetta la grammatica del genere con limpidezza adamantina. Intorno ai personaggi principali che, come da copione, miscelano insieme un giusto mix di ironia e commozione, aggiungono uno stuolo di comprimari che alzano il tiro della commedia grazie ad una caratterizzazione puntuta ed efficace.
Il gioco speculare delle coppie, anch’esso tipico del genere, serve soprattutto a definire i fili di una narrazione che resti prevedibile (per appagare il desiderio anticipatorio del pubblico in sala), ma non troppo. Il tutto condito da situazioni irriverenti e strambe che, fossimo in una commedia americana sarebbero solamente un gioco ambiguo e al fondo escatologico, ma qui mantengono un rapporto con la realtà che le rende agrodolci e piane.
Come sempre le battute migliori sono riservate alla spalla, mentre la coppia, secondo una tradizione che si potrebbe far risalire addirittura alla commedia dell’arte, si riserva i veri momenti di romanticismo.
Colpisce, invece, il gusto old fashion della pellicola che rivela una straordinaria nostalgia per il passato. Cosicché, pur nel tripudio dei nuovi mezzi di comunicazione (tra chat, sms e smartphones), è ad una vecchia lettera scritta a penna e spedita con busta affrancata che si demanda il compito di comunicare per davvero, addirittura superando il confine della morte. E, in fondo, gran parte della poesia del film sta proprio nel raccontarci, senza diventare per questo predicatorio, come le nuove tecnologie non aiutino poi a comunicare per davvero e, anzi, spesso, danno adito, proprio in virtù della loro dimensione "istantanea" più a impacci che a sospirati chiarimenti.
Il tutto condito da una sceneggiatura spumeggiante nel suo spirito tipically british che piacerà soprattutto a quelle fette di pubblico che ancora amano sospirare all’ombra dello schermo sognando il vero amore.
Certo il meccanismo è totalmente astratto, come nella commedia sofisticata, e anche gli sprazzi di vita vera che si respirano qua e là si adeguano al bisogno complessivo di Happy end, ciò nonostante #Scrivimiancora riesce a ritagliarsi una posizione tutta sua nel panorama di un genere che non ha mai avuto grandissime pretese, ma che qualche volta riesce ancora a regalarci qualche simpatica sorpresa.
(Love, Rosie); Regia: Christian Ditter; sceneggiatura: Juliette Towhidi; montaggio: Tony Cranstoun; musica: Ralf Wengenmayr; interpreti: Lily Collins, Sam Claflin, Tamsin Egerton, Art Parkinson, Christian Cooke, Suki Waterhouse, Jaime Winstone, Norma Sheahan, Lily Laight; produzione: Canyon Creek Films, Constantin Film Produktion; origine: UK, Giappone, 2014; durata: 110’
