Fortissimi e Rinnovati: la necessità di nuovi eroi del pallone
Nell’immaginario collettivo mondiale ci sono due personaggi, targati DC Comics, che da sempre hanno condizionato, o si sono allineati, ai cambiamenti del sentire sociale, del sentire collettivo utilizzando la metafora, l’unione tra tecnologia e cultura.
Superman e Batman, sin dal loro esordio sulle strisce dei fumetti negli anni Trenta del Novecento, si sono fiondati nel consumo seriale utilizzando vari livelli di significazione: il tema del corpo, in gioco tra poteri e armamentario supertecnologico, la germinalità del mito, in gioco tra archetipi antichi e vecchie leggende, la condivisione di una nuova condizione di vita, di fatto l’America capitalista rooseveltiana o il boom economico italiano targato Piano Marshall.
In questa precisa fase storica il calcio mondiale si ritrova a fare i conti con numerosi cambiamenti e ha bisogno di nuovi “supereroi”, nuovi duelli rusticani da proporre per innervare il continuo storytelling mediale. Per circa quindici anni queste urgenze sono state pacificate dallo scontro tra Lionel Messi e Cristiano Ronaldo. Il primo, gracile quanto divino con la palla, è stato da sempre il Superman del blockbuster pallonaro. Il fenomeno di Rosario sembrerebbe un atleta altro, come le origini kryptoniane di Superman, capace di veicolare un gioco con la palla quasi divino, appunto sovrumano. Anche sul versante famigliare, il forte legame della Pulce con la figura paterna potrebbe associarsi alla connessione di Superman con la figura di Jor-El. Altro discorso per Ronaldo, qui è la tecnologia del nuovo calciatore moderno, tra muscoli e performance in continuo upgrade, a dominare la scena. Qui non abbiamo nulla di sovrumano, viceversa è l’umanità che raggiunge un grado di performatività senza precedenti, visibile sul campo e accostabile alle azioni di Batman quando viene “richiamato” dal faro innescato dall’Ispettore Gordon.
C’è sempre, tuttavia, un però ed ecco che i due calciatori non potranno, a differenza dei quasi centenari Batman e Superman, continuare a significare all’infinito e dovranno, nei prossimi cinque anni, per forza di cose lasciare il passo alle nuove generazioni. Chi prenderà il loro posto? Chi riuscirà a gestire, nel migliore dei modi, la responsabilità del campo unita al carrozzone globale del calcio fatto di sponsor, social network e una continua spettacolarizzazione del prodotto? Puntando tutto sugli attaccanti, che per fortuna ancora resistono come “punta di diamante” di questo sistema, e togliendo dalla selezione, anche qui per ragioni anagrafiche e di marketing, campioni come Neymar e Robert Lewandowski, ecco che si arriva a due giovanissimi che già stanno divorando record: Kylian Mbappé e Erling Haaland.
Purtroppo i nostri non giocano in Italia ma hanno tutte le caratteristiche per diventare i nuovi supereroi. Sono forti, belli e hanno caratteristiche diverse. Il primo ha una tecnica sopraffina unita a una velocità palla al piede che lo rendono unico mentre il secondo ha una potenza fisica e una fame di goal difficile da trovare in un atleta di soli venti anni. Il nuovo aggiornamento mondiale parte da loro e sarà molto interessante vedere in che mondo, con quali strategie, i vari entourage di questi due atleti sapranno sollecitare il mito, la costruzione di un immaginario che non avrà come obiettivo unico il campo, viceversa la strutturazione di un universo ampio, pronto per il consumo mondiale.