Frozen
Ci sono film horror o thriller che, soprattutto da molti anni a questa parte, non rispecchiano in pieno la grande tradizione alla quale fanno riferimento. Sembra quasi che se non scorrono litri di sangue un horror non possa fare successo al botteghino. C’è l’idea diffusa che l’adrenalina non possa colpire lo pettatore a meno che egli non assista a decapitazioni violente o serial killer mostruosi che scannano le loro vittime. Per fortuna accorrono opere come Frozen di Adam Green a smentire il tutto.
Sulle montagne dello Utah tre ragazzi, appassionati snowboarder, decidono di trascorrere insieme delle giornate tra la neve: un weekend di puro divertimento. Domenica, prima che l’impianto chiuda, decidono di fare un’ultima discesa. Ma la sfortuna vuole che, a causa di una dimenticanza dei gestori, i ragazzi restano bloccati sulla seggiovia. Dapprima si pensa (come ovvio) ad uno “scherzoso sbaglio”, poi però la paura invade i giovani protagonisti, anche perché la notte incombe, così come il gelo, e l’impianto non riaprirà se non prima del successivo finesettimana. È così che un semplice weekend di divertimento si trasforma, in breve tempo, in una vera e propria lotta per la sopravvivenza. Primo problema da risolvere è l’assideramento: bloccati sulla seggiovia il freddo non avrà difficoltà ad ucciderli. Ma il dramma non si conclude qui: altri vari problemi li costringeranno spalle al muro; i tre dovranno prendere varie decisioni (tutte sofferte) al fine di poter sopravvivere. Prima cercheranno di arrampicarsi sul cavo della seggiovia, fino ad arrivare a soluzioni più estreme. Ma il problema non è solo quello di toccare terra, ma anche dei voraci lupi che si aggirano nel bosco e che, fiutandoli, si sono appostati sotto di loro. La sopravvivenza, quindi, è sempre più difficile da raggiungere.
Adam Green, dopo un lungo apprendistato nel genere horror, presenta questa sua opera che, vero e proprio thriller, di horror ha un delizioso retrogusto. Fozen è un film (si passi il termine) agghiacciante, soprattutto perché lo spettatore si immedesima nella situazione vissuta dai tre protagonisti, fin dalle prime immagini. Grazie ad una perfetta fotografia, il maestoso ambiente circostante si mostra come una affascinante scenografia naturale. La bellezza di questo film si basa su di una pseudo-veridicità: l’idea che un avvenimento del genere possa capitare a tutti. Certo, l’idea è un po’ forzata, ma così lo era anche per il film del 2003 Open water di Chris Kentis: quando poi si scopre che la pellicola si basa su una storia vera l’adrenalina sale ancora più velocemente.
Frozen non è basato su una storia vera, ma l’ottima recitazione degli attori e la bravura del regista permettono allo spettatore d’immedesimarsi facilmente. Un weekend di paura che non ha bisogno di litri di sangue e sgozzamenti perché possa essere considerato ben riuscito.
E bisogna dire che questa opera di Adam Green è perfettamente riuscita, soprattutto perché, come detto in precedenza, finalmente si può assistere ad un thriller con retrogusto horror che richiama esattamente la grande tradizione dei generi a cui fa riferimento.
Frozen Regia: Adam Green; sceneggiatura: Adam Green; fotografia: Will Barratt; montaggio: Ed Marx; musica: Andy Garfield; interpreti: Kevin Zegers (Dan), Shawn Ashmore (Lynch), Emma Bell (Parker), Ed Ackerman (Jason), Rileah Vanderbilt (Shannon), Kane Hodder (Cody); produzione: Anchor Bay Films, A Bigger Boat, ArieScope Pictures; distribuzione: M2 Pictures; origine: Stati Uniti ; durata: 93’.