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FUORI VENA

Pubblicato il 1 giugno 2006 da Alessia Spagnoli


FUORI VENA

E’ scoppiata la bomba a Sulmona. La deflagrazione ha scosso tutti i presenti in sala e li ha coinvolti come nessun film del concorso era stato capace di fare finora. Tekla Taidelli, la regista del film è una ragazza milanese di ventotto anni con grinta da vendere che si mette in gioco contemporaneamente davanti e dietro la macchina da presa e procede assecondando il suo ritmo vorticoso e sconnesso: è un battito accellerato che le viene da dentro, le appartiene profondamente.
Il suo è un film dissacrante e schizzatissimo, con un’energia ed una carica corrosiva che lascia senza fiato. Speriamo che non sia solo una meteora (se questo avvenisse non sarebbe certo "colpa" dell’intelligente e brillante regista, ma del Sistema-Cinema-Italia così marcio e ormai definitivamente tarato da non riuscire a riconoscere questo luminoso vortice di fuga purificatoria).
Davvero, non esistono molte pietre di paragone per Fuori Vena. Certo, si dirà che il film si inscrive sulla pista di Trainspotting (il primo film a sfondare la porta d’omertà che circonda il mondo dei tossicodipendenti), di cui conserva lo stesso sguardo sprezzante sulla moderna società benpensante e la stessa allergia per ogni discorso ipocrita sull’argomento.
Tekla urla, scalpita, si dibatte sullo schermo come una furia della natura che abbatte ogni cosa, tanto che anche il suo innamoramento è frutto di un vero e proprio scontro fisico.
Anche se i mezzi sono pochi, le trovate si susseguono rapidamente e dilagano sullo schermo: assolutamente geniale ad esempio quella dell’orologio, in cui a scandire il tempo invece delle lancette troviamo delle siringhe e che evitando discorsi didascalici dice moltissimo sulla condizione di chi ogni mattina si risveglia con l’idea di farsi un buco.
Contagiosa la vitalità (e non è un paradosso) della protagonista/regista e straordinaria la simpatia del suo ragazzo eroinomane Zanna (Giampaolo Terzo Mucciaccia).
Davvero onore al merito e al coraggio di chi ha prodotto un film così intriso di anarchismo. Ma i più grandi complimenti spettano a Tekla stessa, che attraversa il film in maniera forse scoordinata e che più che una ventata è una vera e propria bufera abbattutasi sul pubblico presente in sala (martellato anche dall’ottima colonna sonora).
Il nostro cinema ha bisogno come l’aria di registi come Tekla Taidelli, capaci di prescindere dagli schemi angusti delle nostre produzioni consuete. E in questo film, che esce finalmente in alcune sale nazionali, di usuale, non c’è davvero nulla!

Regia: Tekla Taidelli; Soggetto: Tekla Taidelli e Giancarlo Terzo Mucciaccia; Sceneggiatura: Francesco Scarpelli e Tekla Taidelli; Interpreti: Tekla Taidelli, Giampaolo Terzo Mucciaccia; Fotografia: Francesco Galli; Post-produzione ed Effetti Speciali: Manuel Doninelli; Produzione: TrankyFilm; Distribuzione: Mir Cinematografica; Origine: Italia 2004; Durata: 88’

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