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Fuoricentro: da Milano a Pia Contessa (contro l’omofobia)

Pubblicato il 14 agosto 2016 da Giuseppe Giulio


Fuoricentro: da Milano a Pia Contessa (contro l'omofobia)

Purtroppo di canzoni che parlano esplicitamente di omofobia e della comunità LGBT ce ne sono relativamente poche o, quantomeno, non sono tanto conosciute in Italia come dovrebbero, a differenza invece delle serie televisive, dei film o dei video che trattano maggiormente questo argomento; ma la musica è uno dei mezzi di comunicazione più potenti da sempre e che l’uomo abbia mai creato. Non solo è facile da comprendere, ma ha anche la capacità di poter unire persone totalmente diverse sotto una stessa idea: nessuno deve aver paura di essere ciò che è, di esprimere quello che ha dentro e ognuno di noi deve aprirsi alle diversità, perché il male principale di questo mondo è la paura di ciò che è diverso dalla nostra personalissima idea di normalità.
In queste ultime settimane i
Fuoricentro, una band emergente del panorama milanese con parecchi anni di attività musicale alle spalle, rivela agli italiani in chiave radical chic l’omofobia con la canzone Pia Contessa animata dal desiderio di comunicare attraverso la musica le idee, i pensieri e gli stati d’animo. Definiti come “eclettici”, da più voci critiche, il gruppo ama affrontare attraverso la musica anche le problematiche sociali del nostro tempo. l bello è che lo fa con un tono ironico e quasi favolistico, raccontandoci la storia di un uomo moralista di giorno e peccaminoso di notte. Il tutto su un tappeto sonoro che richiama sia il rock anni’70 che l’elettro-pop anni’80.
Sarebbe fin troppo bello trovare semplicemente una cura, un rimedio a tutto ciò che noi crediamo sia sbagliato, usando magari una bacchetta magica o un elisir alla Danish Girl per cambiare quello che non ci sta bene. Sarebbe tutto decisamente più facile così, si fa sicuramente prima, invece di accettare la diversità dell’altro, ad affermare che essa sia una cosa anomala e che si debba combattere e porvi rimedio. Purtroppo però, cari sognatori, il mondo non gira esattamente così.
Ma ora una domanda è lecita: è giusto soffrire tanto per essere se stessi? Sentirsi sbagliati, diversi, fuori dal mondo, in un secolo in cui tutti affermano di essere aperti ad accogliere le diversità? Ancora in tanti, troppi, ma adesso in pochi saranno costretti a nascondere ciò che sono, magari vivendo tutta una vita cantando Pia Contessa, liberando i sentimenti più profondi che germinano nel cuore di ogni essere umano, che piaccia o no.


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