X

Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicit‡ in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di pi˘ o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Chiudendo questo banner, invece, presti il consenso allíuso di tutti i cookie



Gangster Squad

Pubblicato il 26 febbraio 2013 da Raffaella Borgese


Gangster Squad

Tratto dall’omonimo romanzo di Paul Lieberman e ispirato ad una storia vera, Gangster Squad è ambientato nella Los Angeles degli anni ’50, precisamente 1949.
Mickey Cohen è un pugile ebreo con la “passione” per la vittoria. Padrone incontrastato della città, risale la gerarchia della criminalità commettendo crimini efferati a colpi di pistola, è molto violento e vuole espandersi conquistando Chicago. Il sergente John O’Mara accetta l’incarico di fermare il boss di Brooklyn, nonostante sua moglie sia in stato interessante, e crea una squadra di buoni, il cui reclutamento riporta troppo alla mente quello che abbiamo visto ne Gli intoccabili, ma nel film di Brian De Palma eravamo su tutt’altro livello. Appunto inevitabile pensare a questo film in cui però si respira un clima epico, attento alle più piccole sfumature, soprattutto caratteriali, dei personaggi, mentre in Gangster Squad questi ultimi sono intrappolati in stereotipi senza alcun confronto con la realtà americana del periodo che si sta trattando. Ritroviamo certamente gli elementi primari del genere: il cameratismo, la tragedia, il pathos, le lacrime e il destino, ma senza un’idea che li trasformi in stile. C’è in fascino dei Borsalini che nascondono i volti e le personalità, ci sono le sigarette bruciate da uomini vissuti, le mitragliatrici i cui proiettili disegnano scenografie vibranti e le donne con l’immancabile rossetto rosso, intrappolate dai loro boss – amanti in torri d’avorio e poi liberate dal fascinoso di turno appartenente (guarda caso) alla squadra dei “buoni”.
Il punto è che la confezione del film, perché solo di confezione si tratta, può piacere ad uno spettatore non troppo esigente perché Ruben Fleischer è un regista che si muove meglio in generi leggeri (suoi 30 minutes or Less e Benvenuti a Zombieland) e non gestisce bene personaggi tormentati, induriti all’esterno da una vita infame, ma morbidi dentro perché desiderosi di un futuro migliore. Il rappresentante in questo caso è Sean Penn, con un trucco che ricorda molto James Cagney e da un punto di vista recitativo cerca di battere il De Niro – Al Capone, appunto, de Gli intoccabili.
Gangster Squad sembra un film realizzato da un gruppo di persone che hanno cercato di accontentare un po’ tutti. Presenti i classici del genere, il che non denota necessariamente negatività, come la voce narrante, il cadavere in piscina inquadrato dal sotto e la sparatoria sulla scalinata, ma purtroppo in versione risicata e poverella.


CAST & CREDITS

(Id.) Regia:Ruben Fleischer ; sceneggiatura:Will Beall; fotografia:Dion Beebe ; montaggio:Alan Baumgarten, James Herbert ; musica:Steve Jablonsky ; interpreti:Josh Brolin, Ryan Gosling, Sean Penn, Nick Nolte, Emma Stone ; produzione:Village Roadshow Pictures, Langley Park Productions, Lin Pictures ; distribuzione:Warner Bros, Italia; origine:Usa; durata:113’.


Enregistrer au format PDF