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Ghost rider

Pubblicato il 16 marzo 2007 da Ramon Gimenez de Lorenzo


Ghost rider

Il dito puntato contro cosa? Il male di questo mondo? Il destino crudele? L’impossibilità di essere ciò che si desidera? La speranza di vivere la propria vita cercando una conferma del libero arbitrio? Una posa plastica, l’intero corpo con il braccio steso verso l’interlocutore, sottolineata forzatamente da un movimento di macchina che si conclude sempre con un primissimo piano dell’indice e con una profondità di campo tale da tenere contemporaneamente a fuoco anche il suo viso, le sue labbra, i suoi occhi: la sua condanna. Questo e null’altro si può ricordare di un film così piatto, scialbo, insignificante.
Se per un attimo si volge lo sguardo al fumetto, lo spirito della vendetta dalla testa fiammeggiante è molto legato idealmente e visivamente al western classico. L’uso quindi della canzone di Stan Jones Ghost riders in the Sky sembra perfetto. In questo brano, riarrangiato da molti musicisti, un giovane cowboy si imbatte in alcuni mandriani fantasmi che radunano e guardano il bestiame infernale di Satana. Essi rivelano allo sventurato che se non riuscirà a salvare la sua anima dovrà unirsi a loro e cavalcare per l’eternità per recuperare quello che appartiene al diavolo.
I non pochi dubbi sulla capacità del regista di riuscire a raccontare, con una sceneggiatura decente, una storia che avesse almeno delle solide basi sulle quali reggersi, sono ben presto diventati una triste realtà. Anche il più grande cultore del fumetto originale, dopo un’ora non può non sentire la lunghezza della pellicola e un incredibilmente forte senso di noia.
La sceneggiatura, scritta con grande presunzione dallo stesso regista, è totalmente inesistente. Si susseguono, tra un effetto speciale e l’altro, una serie infinita di battute così banali e scontate da imbarazzare chi le ascolta, da far desiderare che la pellicola giri almeno alla stessa velocità con la quale il supereroe si muove con la sua moto perché è difficile resistere al desiderio di alzarsi e uscire dalla sala cercando di portare con se quanti più spettatori possibile. Ma proprio quando stai per metterti il giubbotto e urlare contro il faccione di Cage, che inebetito ti guarda tra i due manubri della sua moto, ecco che, quando appare il teschio fiammeggiante di Ghost Rider, una serie di effetti speciali cercano di sopire i tuoi istinti distruttivi e mentre nel film scopri la superiorità del fuoco sugli altri tre elementi, ti sei già sorbito altri 10 minuti di storia senza accorgertene.
Prima però di arrivare a queste iniezioni di morfina passa quasi un ora dalla scritta Marvel, metallica ed incatenata, sullo schermo senza vedere l’antieroe in azione.
Johnson, ancora una volta, dirige un film di supereroi (dopo l’orrido Daredevil) e, ancora una volta, dimostra di non avere compreso in pieno il senso della storia che sta raccontando.
In questo intervallo di tempo lunghissimo non sa bene cosa fare indugiando su personaggi secondari e allontanandosi completamente dalla storia. Da enorme importanza a situazioni marginali senza riuscire a far rivivere nello spettatore il vero spirito del fumetto e stravolge i dialoghi utilizzando solo caratteristi eccessivi e ridondanti come burattini all’interno di questa rappresentazione. Un esempio su tutti: un cattivo come BlackHeart che più cliché di così non si può.
Se Cage ha deluso con i suoi forzati tentativi ironici sul personaggio, non meno negativo può essere il giudizio sugli altri partecipanti a questa fiera delle banalità. Personaggi quasi caricaturali, da commediola come la Roxanne Simpson, al secolo Eva Mendes, che nei suoi vestitini striminziti fa solo mostra delle sue curve, non della sua capacità di recitare. Unici personaggi davvero interessanti sono il misterioso guardiano interpretato da Sam Elliot e lo statico Mefistofele, Peter Fonda, la cui presenza poteva bastare come buona citazione di Easy Rider. Anche in questo il regista non ha saputo contenersi e ha esagerato inserendo scontati ammiccamenti (se ne contano almeno 5) alla famosa pellicola. Forse, conscio del mediocre risultato raggiunto con più di 100 milioni di dollari, pensava che gli spettatori sarebbero stati tutti dei cerebrolesi?


CAST & CREDITS

(Ghost Rider); Regia: Mark Steven Johnson; sceneggiatura: Mark Steven Johnson, David S. Goyer, Shane Salerno; fotografia: Russell Boyd; montaggio: Richard Francis-Bruce; musica: Christopher Young; interpreti: Nicolas Cage (Johnny Blaze/Ghost Rider), Wes Bentley (BlackHeart), Eva Mendes (Roxanne Simpson), Matt Long (Giovane Jonny Blaze), Sam Elliott (Custode), Peter Fonda (Mefistofele), Donal Logue (Mack); produzione: CRYSTAL SKY PICTURES, MARVEL ENTERPRISES, DIMENSION FILMS, VENGEANCE PRODUCTIONS PTY. LTD., COLUMBIA PICTURES CORPORATION; distribuzione: SONY PICTURES RELEASING ITALIA; origine: USA, 2006; durata: 110’; web info: sito ufficiale.


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