Giffoni 2010 - Davide Marengo - Masterclass
Questo è un festival fondamentale. Sono rimasto molto colpito dalla profondità delle domande e dalla curiosità di questi ragazzi. Grazie per avermi invitato e grazie per questo premio. Queste le parole di Davide Marengo alla consegna del premio Giffoni Experience 2010 avvenuta in una sala Truffaut strapiena. I giovani e giovanissimi giurati della quarantesima edizione del festival hanno salutato con un grande e lungo applauso il regista di Notturno Bus, giunto a Giffoni non solo per ritirare il premio ma anche per tenere una Masterclass con i ragazzi più grandi ed esperti presenti alla manifestazione.
Durante l’incontro - una lezione di cinema strutturata su un vero e proprio confronto tra la platea ed il regista - Marengo si è trovato a rispondere a tutte le curiosità dei ragazzi, domande mai banali volte a conoscere il suo metodo di lavoro, ad approfondire la sua idea di cinema, a comprendere meglio il suo stile. I giovani “studenti” della Masterclass si sono voluti focalizzare soprattutto su Notturno Bus, suo film d’esordio che è addirittura stato distribuito in 2000 sale in Oriente, e sulla serie Boris 3, prodotto di successo dell’ultima stagione televisiva.
Tu hai una forte passione per la fotografia e da Notturno Bus si percepisce un fortissimo interesse per l’immagine. Ogni inquadratura è studiata nei minimi dettagli e in particolare ogni gioco di luce non sembra mai fatto a caso. Come lavori con il tuo direttore della fotografia?
La macchina fotografica è da sempre stato il mio gioco preferito. Poi lo è diventato la macchina da presa. Il primo film che ricordo di aver visto al cinema è 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, un film di immagini più che di parole. Sicuramente la costruzione dell’immagine, dell’inquadratura è un punto fondamentale del mio lavoro cinematografico. Ci sono alcuni registi che lasciano fare al direttore della fotografia. A me invece piace “montare” l’immagine, mi piace costruire personalmente l’inquadratura. Amo moltissimo girare. Poi bisogna dire che quando lavori con un direttore della fotografia come Arnaldo Catinari, che è un professionista bravissimo, tutto diventa più facile.
Nel tuo film non c’è una vera e propria scena di sesso, però c’è comunque una scena d’intimità tra i protagonisti. Quanto è difficile e come si gira una scena di sesso?
Ci sono registi che chiedono una vero atto d’amore, altri richiedono la finzione e poi magari trovano degli espedienti visivi per rendere realistica la scena. Per me riprendere la sessualità è fotografare un gesto d’intimità, un gesto che può essere anche il darsi la mano. L’importante è creare la condizione affinché tutto sia naturale.
In Notturno Bus ho notato un piccolo errore, una piccola incongruenza narrativa…
Il cinema è pieno di errori e incongruenze. Ci sono tante forzature o cose illogiche, che però sono funzionali alla narrazione, a volte servono per dare fluidità al racconto. Spesso la fluidità di finzioni fa sì che il cinema sia intrattenimento.
Perché hai deciso di girare Boris 3 e quindi di passare alla Tv?
Boris è stata una grande esperienza lavorativa, anche perché è un prodotto con un basso budget, una bella sfida. Dopo Notturno Bus ho maturato il desiderio di fare anche altro. Con Boris ho avuto la possibilità di avere ottimi collaboratori. A prescindere dal lavoro che uno sta facendo, sia Tv o cinema, penso che il vero talento di una persona sia quello di scegliersi le persone giuste per crescere e, per quanto mi riguarda, anche per realizzare le proprie idee visive.