Giffoni 2011 - Rocco Papaleo: "Ho pronto un nuovo soggetto"

Poco più di un anno fa ci aveva sorpreso con un convincente esordio dietro la macchina da presa. Ora dopo che il suo Basilicata Coast to Coast gli è valso innumerevoli premi, su tutti un David di Donatello e un Nastro d’Argento, contribuendo alla rinascita della commedia italiana, e dopo essersi confermato come uno dei migliori, se non il miglior caratterista del nostro cinema (i successi di Che bella giornata e Nessuno mi può giudicare devono molto anche a lui), Rocco Papaleo parla dei suoi nuovi progetti al Giffoni Film Festival, che "è diverso dagli altri festival, c’è un clima effervescente, si respira un’aria autentica, sono molto felice di essere qui".
Basilicata Coast to Coast è stato un grandissimo successo di critica e pubblico, come mai hai deciso di passare alla regia?
Davanti alla macchina da presa era diventato un po’ affollato e allora mi sono messo dietro. E’ stato un percorso naturale, è successo a moltissimi attori che, dopo aver interpretato tante storie, hanno voluto raccontare una storia secondo la propria sensibilità. Io poi ho avuto anche la fortuna di “imbroccare” la storia giusta. Diciamo che il film ha avuto i favori della sorte.
Ed ora è arrivato il momento dell’opera seconda, solitamente un grande ostacolo.
Avevo pensato di non fare più regie per non rischiare di sbagliarlo. Troisi disse: il secondo film lo salto, passo direttamente al terzo. A parte gli scherzi, ho appena finito di scrivere insieme a Walter Lupo il soggetto da cui trarre il prossimo film. Sarà un film leggermente più complicato, speriamo di riuscirci. Ho anche già il titolo, che dovrebbe essere “Una piccola impresa meridionale". Racconta di un gruppo di persone che sta restaurando un luogo e restaurano se stessi. E’ una bella storia con bei personaggi, un po’ più ambiziosa della precedente.
Ci dici qualcosa di più su questo progetto? Dove intendi girarlo? Chi ci sarà nel cast?
Intanto sto cercando un faro, perché il film sarà ambientato in un faro in disuso. Devo trovare un faro e in base al faro sceglierò dove girare. Poi non voglio dire di più perché mi piace che la gente guardi un film senza sapere troppe cose a riguardo. Posso dire che sarà un film divertente. Nel cast ci sarò sicuramente io, per quanto riguarda gli altri interpreti ho delle idee ma ancora niente di sicuro. Mi piacerebbe dirvi chi ho in mente ma non voglio fare torto a chi effettivamente avrò. Anche Basilicata Coast to Coast l’avevo scritto pensando ad altri attori - a parte Giovanna Mezzogiorno che è come una sorella per me ed è stata lei a spronarmi e a provocarmi a fare un film, lei era la mia prima sponsor. Avevo in mente un cast più o meno ideale e poi sono arrivato ad altri attori. Ora, dopo il film, non riesco a pensare ad altri attori in quelle parti. Loro sono proprio i personaggi del film, hanno costruito insieme a me questa “forza” e non posso pensare ad altri.
Ci confermi la tua presenza nel cast del nuovo film di Woody Allen?
Io ho fatto un provino, come l’hanno fatto in tanti, e sono stato scelto. Dopo però mi hanno chiesto la disponibilità per tutto agosto ma io avevo programmato un viaggio in America con mio figlio. Ho chiesto la data precisa in cui avrei dovuto girare ma non potevano dirmela. E allora è venuta prima la promessa fatta a mio figlio. Quindi non ci sono nel cast e non parteciperò al film.
Cosa hai preso da tutti i registi con cui hai lavorato?
Ho preso molto. La formazione di ognuno di noi avviene attraverso i contatti e le esperienze. Ho preso anche da registi con cui non ho mai lavorato ma di cui ho visto i film; ho preso dal teatro che ho fatto e che ho visto, dalle chiacchiere fatte al bar, della canzoni ascoltate. Potrei dirvi che è la vita che ci riempie, ed io sono ben spalancato pronto a prendere tutto.
Quando hai scritto la canzone che chiude il tuo film, Basilicata on my mind?
La canzone l’ho scritta 25 anni fa. E’ nata come un gioco ironico sugli inni, volevo un po’ scherzare sull’appartenenza. Poi nel corso degli anni la canzone ha attecchito, soprattutto nella mia regione, e suo malgrado, da gioco ironico, è diventata un inno quasi retorico. Quando ho girato il film, ho pensato che sarebbe stato giusto chiuderlo con questa canzone. Ora mi vengono i brividi quando la canto in pubblico.
Hai recitato nell’ultimo film con Checco Zalone Che bella giornata, ti saresti mai aspettato questo clamoroso successo?
Che fosse un film di successo me lo aspettavo, perché Checco veniva da un altro film che aveva spopolato. Ero sicuro che sarebbe andato ma non in questi termini. Ho avuto la fortuna di imbattermi in lui e in Gennaro Nunziante. Checco mi ha svelato una potenza comica molto singolare, è una persona molto simpatica anche fuori dal personaggio, ha una gradevole insicurezza che lo rende umano e per niente presuntuoso. Ho avuto anche il privilegio di vederlo esibire solo per me. Nel camper lui mi ha fatto veri e propri concerti esclusivi, prendeva la chitarra e si metteva a cantare le sue hit più famose.
Tu fai cinema e anche tanto teatro, secondo te esiste un ruolo preciso dell’attore nella società di oggi?
E’ una figura storica quella dell’attore, è un lavoro antico, è una figura leggera e di grande responsabilità. La responsabilità non dobbiamo perderla di vista. Abbiamo il dovere di metterci a disposizione della società. Questo lavoro deve essere sempre molto responsabile. Una cosa detta da noi ha un’attenzione maggiore rispetto a una cosa detta da altri, perché siamo alla ribalta dei media. Chi fa l’attore deve stare attento e il suo obiettivo deve essere solo nutrire l’anima della gente.
