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Giorgio Barberio Corsetti e il suo teatro

Pubblicato il 17 dicembre 2019 da Monia Manzo


Giorgio Barberio Corsetti e il suo teatro

Il nuovo direttore artistico del Teatro di Roma, Giorgio Barberio Corsetti è ancora oggi dopo più decenni tra i registi più attivi e prolifici in Italia.
Lo ricordiamo come uno dei fondatori della sperimentazione degli anni ’70 e ’80 assieme a Vanzi e Solari del gruppo La gaia scienza.
Le sue scelte registiche hanno sempre evidenziato un’attenzione all’evoluzione dei linguaggi teatrali e all’interazione tra teatro e video anche collaborando con Studio Azzurro.

Nel 1987 vince il Premio Ubu per La camera astratta e vanta varie importanti collaborazioni all’estero e un’esperienza pluriennale nella regia lirica.
La più importante direzione istituzionale è stata quella relativa al triennio 1999-2002 della sezione teatro della Biennale di Venezia.
Con la regia del La rivolta degli oggetti in occasione del Romaeuropafestival, si è dato di nuovo vita alla Gaia Scienza, gruppo che si esibì per la prima volta quarantatré anni fa sul palco della Beat 72, in un clima di protesta e desiderio di sovvertire l’ordine sociale costituito e creare un viatico tra il teatro e la società.

Corsetti però non riesuma un vecchio lavoro, ma gli dona nuova essenza, mutandone alcuni aspetti scenici e interpretativi: nel 76’ lo spettacolo era il risultato di un lavoro basato soprattutto sul corpo, la parola e la gestualità, mentre oggi è soprattutto un rievocazione della vecchia performance, ma la cui riuscita è basato molto sulla sensibilità dei tre attori attraverso una loro rilettura della partitura originale.

In un’ora di pura poesia tratta dagli scritti di Majakovskij, lo si evoca attraverso la scena e i movimenti degli attori: l’utopia, la libertà di pensiero, il sovvertimento delle regole.
Tutto è avvolto da una tensione che vuole portare l’oggetto in uno stato di completa opposizione all’attore, simboleggiando una ribellione assoluta verso il precostituito, verso lo status sociale dominante attraverso: acrobazie, teatrodanza e l’ottima recitazione degli attori che interagiscono con sedie, specchi, funi sospese, cappotti e un foulard “rosso”.
L’opera di Majakosvkij oltre a rivivere per dissociazioni e associazioni e rimandare all’alienazione della società attuale, ci fa ripercorrere ben tre epoche diverse nello stesso momento: la rivoluzione russa, l’avanguardia delle cantine romane e la nostra epoca dei media e del distacco emotivo. Il successo de La rivolta degli oggetti, dimostra come Corsetti sia ancora per molti un intellettuale di riferimento.


(La rivolta degli oggetti) Drammaturgia: Vladímir Majakóvskij; Regia: Giorgio Barberio Corsetti, Marco Solari, Alessandra Vanzi; Interventi scenografici: Gianni Dessì; Interpreti: Dario Caccuri, Carolina Ellero, Antonio Santalena; Tecnico luci: Tiziano Di Russo; Assistente di produzione: Ottavia Nigris Cosattini; Produzione esecutiva: Fattore K. 2019 in coproduzione con Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Romaeuropa Festival e Emilia Romagna Teatro Fondazione


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