Gli ultimi saranno gli ultimi
“Nostro Signore ha detto che gli ultimi saranno i primi…ma non ha detto quando”. Esattamente, quando? Luciana Colacci - protagonista di Gli ultimi saranno gli ultimi di Massimiliano Bruno - è una donna comune, onesta, senza ambizioni particolari. Ambisce al minimo desiderio garantito. Insieme al suo Stefano è una degli "ultimi", ma a lei sta bene così. Il “suo” essere prima le sembra che arrivi nel momento in cui dopo tanti anni trascorsi a fare un lavoro che non le piace, ma al quale si è affezionata, che le garantisce quel minimo di dignità che dovrebbe spettare di diritto a tutti noi in quanto esseri viventi, aspetta un bambino. Il sogno si sta finalmente per realizzare, manca davvero poco, pochi mesi e invece arriva qualcuno e glielo lo strappa di mano, senza tante sottigliezze. Ecco che il minimo garantito diventa irraggiungibile, grazie anche ad un marito eterno nullafacente che “sotto padrone” non ci vuole tornare e cerca o si illude di arrangiarsi con l’affare del momento che questa volta (la centesima di altre novantanove) andrà bene.
Qual è il confine per ognuno di noi? Perché questa è una storia di confine: non ci sono il bene e il male, i buoni e i cattivi, la commedia o il dramma. C’è la vita e le contraddizioni che legano i momenti lieti a quelli duri, la spensieratezza e la follia, la serietà e la leggerezza. Questo ultimo film di Massimiliano Bruno racconta una storia urgente, attualissima, non fa differenza che si tratti di una grande città o una piccola realtà (e di questo si tratta, visto che è ambientato ad Anguillara) perché i protagonisti e il protagonista sono le persone e il nostro paese in questo difficilissimo periodo storico. Si parla di lavoro, di maternità, senza essere superficiali, ma non per questo rinunciando al sorriso perché al centro di questa ingarbugliata e ramificata matassa ci sono i rapporti umani.
Gli ultimi saranno ultimi ricorda certe atmosfere di Carlo Mazzacurati, altro grande cantore di “ultimi” e proprio a lui e è dedicato l’altro protagonista (interpretato da Fabrizio Bentivoglio) Antonio Zanzotto, il cui cognome è lo stesso del poeta preferito da Carlo che arriva dal profondo nord – est. Zanzotto è un poliziotto, un tutore dell’ordine, un ruolo a cui non sono concessi errori, sia per chi guarda da fuori, i cittadini, sia per i colleghi che condividono quella divisa. La sua vicenda mostra quanto essere padroni delle proprie scelte, anche e soprattutto quando si sbaglia, serve per potersi quanto meno riconoscere in quello sbaglio, per potersi ancora guardare allo specchio e ripartire da lì. Perché se si sbaglia senza essere padroni dei propri comportamenti, subendo passivamente tutti i condizionamenti esterni, si commettono errori irriconoscibili e guardarsi allo specchio a quel punto non è più possibile. Zanzotto è esattamente il controcanto alle vicende di Luciana e Stefano, che pur nella loro sgarrupata provvisorietà riescono ad essere responsabili di ciò che decidono di fare o non fare, anche se sbagliano. E’ questo che fa Luciana quando raggiunge il culmine dell’esasperazione perché è arrivata la goccia che fa traboccare il vaso: decide responsabilmente di levare il freno a mano e a quel punto non ce n’è più per nessuno, risponde gridando che lei non è disperata, come qualcuno vuol far credere visto il suo gesto sconsiderato, lei è “stanca”, dimostrando pienamente di essere consapevole che anche se la sua scelta è estrema, la sta facendo consapevolmente.
Il regista sceglie di raccontare questa coralità di “ultimi” con uno stile molto ruvido, sempre con la macchina a mano per rendere viva la rabbia e l’amore che trasuda dalla storia. Una giusta scelta perché l’impatto emotivo, sia nei momenti di convivialità e spensieratezza che in quelli drammatici, è molto forte e dirompente. Si esce dalla sala scossi, ma grazie anche ad un finale che dà speranza, vogliosi di rimboccarsi ancora una volta le maniche e ricominciare di nuovo, come fanno gli stessi protagonisti, perché nulla è perduto.
(Gli ultimi saranno ultimi) Regia: Massimiliano Bruno; sceneggiatura: Massimiliano Bruno, Paola Cortellesi, Furio Andreotti, Gianni Corsi; fotografia: Alessandro Pesci; montaggio:Luciana Pandolfelli ; musica: Maurizio Filardo ; interpreti: Paola Cortellesi, Alessandro Gassman, Fabrizio Bentivoglio, Stefano Fresi, Ilaria Spada; produzione: Italian International Film, Rai Cinema; distribuzione:01 Distribution; origine: Italia, 2015; durata:103’.