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Happy Family

Pubblicato il 28 marzo 2010 da Antonio Valerio Spera


Happy Family

Avrà anche sbagliato qualche film, ma Salvatores rimane uno dei registi italiani dallo stile più originale, dal tocco più riconoscibile, dal respiro più internazionale. I suoi racconti sono sempre resi sullo schermo con una cura unica, con un sapiente uso della macchina da presa, ogni volta con il desiderio di sorprendere, di inventare, di realizzare qualcosa di nuovo. Ecco perché Happy Family non è una commedia come tante che si vedono in Italia. Si parla di famiglia sì – ed ultimamente, soprattutto in questa stagione, è un tema predominante nel cinema italiano, da Verdone, a Ozpetek, fino a Muccino e Veronesi – ma in maniera intelligente, in profondità, attraverso un racconto filmico che si allontana dalla linearità classica delle nostre produzioni e che si costruisce su una struttura metanarrativa mai farraginosa puntando ad una riflessione non solo sociale ma anche sul mezzo cinema, sulla creazione artistica.
Happy Family parla dell’Italia di oggi senza dimenticarsi del mezzo attraverso il quale lo fa: il cinema. Non solo dialoghi taglienti, battute divertenti, equivoci e situazioni ben costruite, ma anche tanta poesia, ritmo, movimenti di macchina accattivanti mai fini a se stessi. Una risposta a tanto cinema italiano sciatto e buttato lì solo per fare soldi al botteghino. Salvatores, così come hanno già fatto Ozpetek e Verdone ma forse anche meglio di loro, dimostra che la commedia si può fare (e bene) anche senza cadere in volgarità e luoghi comuni e soprattutto senza dover per forza rientrare in categorie cinematografiche precostituite.
Fabio De Luigi, sceneggiatore in crisi sentimentale, è il protagonista. Attorno a lui non si muovono i personaggi della sua realtà, ma quelli della finzione, da lui inventati per un film (semi)autobiografico che sta scrivendo. Il livello del racconto così si sdoppia senza però creare due linee narrative parallele. Le due finzioni cinematografiche (quella di Salvatores e quella del suo alter-ego De Luigi) si incontrano, si scontrano, si confondono, si fondono. Il pubblico assiste ad uno spettacolo che coinvolge proprio perché dà pochi punti di riferimento. Happy Family è cinema che mette lo spettatore al centro del racconto, che si fa quasi gioco interattivo. Un film che ricorda per molti aspetti il fantascientifico Nirvana, ma che richiama alla mente soprattutto Pirandello e tanta altra letteratura passata.
Il film inizia con un sipario che si apre: un espediente che non solo esplicita la messa in scena e la finzione ma che sottolinea l’origine del film stesso (il soggetto di Alessandro Genovesi prima di arrivare al grande schermo è stato pièce teatrale) e ne premette anche lo sviluppo narrativo. Salvatores infatti, nonostante sia come sempre un grande descrittore di paesaggi e di città (vedi lo splendido omaggio a Milano sulle note dei Notturni di Chopin), punta molto su situazioni casalinghe, valorizzando al meglio gli interni e costruendo in essi le sequenze migliori e più importanti del film. Questa impostazione a tratti teatrale non rappresenta però un limite per l’opera. Il racconto non si fa mai statico, non ci sono momenti di pausa: tutto questo grazie all’ottima regia di Salvatores, che sa essere autore senza mai accantonare il suo grande senso per lo spettacolo cinematografico. A sostenerlo un grande cast di attori: De Luigi, surreale e ricco di sfumature; Carla Signoris con tempi comici perfetti; Abatantuono, come sempre mattatore; Bentivoglio e Buy, misurati ed emozionanti.
Appena sullo schermo cala il sipario, proviamo nostalgia dei loro personaggi, di questa storia divertente piena di sogni e di felicità. Cala il sipario, le luci della sala si accendono, ma rimane la sensazione di aver visto dell’ottimo cinema. Dell’ottimo cinema italiano.


CAST & CREDITS

(Happy Family); Regia: Gabriele Salvatores; soggetto: Alessandro Genovesi; sceneggiatura: Gabriele Salvatores, Alessandro Genovesi; fotografia: Italo Petriccione; montaggio: Massimo Fiocchi; interpreti: Fabio De Luigi, Diego Abatantuono, Carla Signoris, Margherita Buy, Fabrizio Bentivoglio, Valeria Bilello, Sandra Milo; produzione: Coloradofilm Production, Rai Cinema; distribuzione: 01distribuzione; origine: Italia, 2010; durata: 90’


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