Herois - Roma 2010 - Alice nella città
Nel recensire Herois, primo lungometraggio del regista catalano Pau Freixas, presentato nella sezione Alice della Città, forse è utile partire proprio dall’apologo morale che ne è alla base.
Se da bambini ci siamo abbandonati ai sogni e all’immaginazione, se abbiamo desiderato giocare e far parte di una banda, allora forse siamo stati degli eroi, anche se non ce ne rendevamo conto. Il titolo infatti sta a significare che soltanto nella prima età siamo stati degli eroi perché, solo allora vivevamo pianamente le nostre emozioni e spendevamo senza risparmio le nostre energie.
Nel film tutti gli elementi contribuiscono a dare dell’infanzia una visione mitica: la storia, i personaggi e l’utilizzo di Forever Young come brano conclusivo di commento.
L’infanzia è la fase cruciale della esistenza di ciascuno, il cui ricordo in età adulta non dovrebbe mai essere cancellato del tutto perché il solo rievocarla ci restituisce il sapore delle cose che facciamo e ci indica lo scopo della nostra esistenza. Chi ha perso i contatti con la propria infanzia e con le amicizie della prima età, finisce per inaridirsi e per rinunciare a quanto c’è di più importante nella vita: il piacere di stare con gli altri e di vivere intensamente le amicizie.
Giochi, sentimenti ed emozioni vissute nell’età infantile ci segnano per l’intera esistenza e la memoria di esse ci aiutano a vivere meglio. Quest’idea dell’infanzia salvifica, viene prende vita in ogni singolo fotogramma di una storia, come questa, che è ritagliata su misura per un pubblico preadolescenziale e intende far leva sul coinvolgimento emotivo e sulla identificazione con i personaggi in azione.
La narrazione si svolge su due piani temporali diversi che procedono parallelamente.
Il tempo presente è quello dell’età adulta ed ha per protagonista Sala, un giovane pubblicitario, il quale durante il percorso che lo dovrà portare a Barcellona, è fatto oggetto di uno scherzo da parte di un gruppo di bambini ed è costretto a rallentare la sua corsa contro il tempo e a saltare uno dei suoi importanti impegni. Sulla strada incrocia Cristina, una ragazza che ha una visione della vita e del tempo completamente diversa, perché sembra non avere in mente la meta e lo scopo del suo viaggio.
In realtà il percorso di Cristina sarà un ritorno al passato, che la porterà a riappropriarsi delle emozioni e delle sensazioni dell’infanzia: le avventure vissute quindici anni prima, fatte di corse in bicicletta, di primi baci, di tentativi di conquista di una capanna su un albero, ma anche di litigi e di eventi tristi come la morte di un loro amico per un incidente. Quella rievocata da Cristina è, a conti fatti, l’"ultima estate", anche perché il luogo dei loro giochi d’infanzia è occupato da un lago artificiale e una diga.
Un ruolo importante nella storia è svolto proprio dal paesaggio che, benché trasformato dal tempo e dall’intervento dell’uomo, riesce ancora a esercitare una forza attrattiva sui personaggi mantenendo quel forte legame affettivo che si era creato tra loro nella prima età.
Herois è un film certamente rivolto ai giovanissimi che, proprio per il suo linguaggio si lascia seguire con partecipazione, ma forse proprio per tale caratteristica, ha il pregio di comunicare con semplicità e con sensibilità aspetti e valori importanti per la nostra esistenza.
(Herois); Regia: Pau Freixas, ; sceneggiatura: Pau Freixas, Albert Espinosa; fotografia: Jiliàan Elizalde; montaggio:Jaume Martì; musica: Arnau Bataller; scenografia:Joan Sabaté; costumi: Nùria Angalda; interpreti: Eva Santolaria (Cristina), Alex Brendemuel (Sala); produzione: Media Films S.L.; distribuzione:; origine: Spagna; durata: 105’.