incontro con Jesse Eisenberg - Roma 2010
Il primo giorno di novembre The Social Network di David Fincher viene presentato al Festival di Roma 2010. E’ accompagnato dal protagonista, il quasi esordiente ma sorprendentemente bravo Jesse Eisenberg, che nel film interpreta il controverso Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook. Eisenberg è ancora cauto nel rapportarsi con la fama improvvisa che gli è piovuta addosso: “dato che non mi sono ancora laureato, mi considero sempre sia un attore che uno studente di antropologia”. Ma come è stato “reclutato” per un film così importante? “ Ho girato un videotape in cui recitavo alcune parti della sceneggiatura, poi l’ho inviato all’ufficio casting di Fincher a Los Angeles. Dopo poco ci ho ripensato e ho chiamato la mia agente, chiedendole di recuperare il mio provino e distruggerlo: ero convinto di aver fatto una schifezza. Ma lei mi ha detto che aveva già ricevuto una chiamata, e che Fincher voleva incontrarmi. Da New York sono andato a Los Angeles per parlare con lui del personaggio, e ho avuto la parte”. Così Eisenberg si è trovato a lavorare con uno dei registi più “quotati” che ci siano in circolazione, e dà anche delle delucidazioni sul suo metodo di lavoro. “Fincher fa sempre moltissime riprese della stessa scena. Della prima che abbiamo girato ci ha fatto fare qualcosa come novanta ciak. Ma è stato un bene: mi ha dato modo di capire chi fosse il mio personaggio, e così sono stato capace di creare molti aspetti del suo carattere”. Il vero orgoglio sembra però giungere al giovanissimo attore dall’aver lavorato con lo sceneggiatore Aaron Sorkin (autore tra le altre della sceneggiatura di Schinder’s List): “Sono un suo grande fan, non avrei cambiato una singola parola della sceneggiatura. Noi attori non avremmo potuto aggiungere niente di meglio a quello che era già scritto, nonostante sia una sceneggiatura impegnativa: è lunga ben 165 pagine, che noi abbiamo dovuto concentrare in due sole ore di film, per questo spesso parliamo in modo molto veloce”. E poi, com’è ovvio, Eisenberg viene interpellato sui nodi centrali affrontati dal film: Facebook stesso e il suo creatore, Mark Zuckerberg. “Io non ho Facebook, ci sono già fin troppe chiacchiere su di me su Internet. Ma mi sono comunque reso conto che consente alle persone molto timide di esprimersi in maniera forte, fa si che persone altrimenti solitarie abbiano una vita sociale. E forse Mark (Zuckerberg) era colui che ne aveva più bisogno di tutti. In fondo provo dell’affetto per lui: dev’essere veramente imbarazzante e spiacevole il fatto che circoli un film su di te ai tempi del college e del tuo processo. Comunque so che quando The Social Network è uscito Zuckerberg ha affittato un pullman e un cinema, per portare tutti i suoi dipendenti a vederlo. Tra di loro c’era anche mio cugino, che dopo la proiezione gli ha chiesto cosa pensasse del film. Sono contento perché pare che Mark gli abbia detto di dirmi che ho fatto un buon lavoro”. Ma come si dà vita ad un personaggio del genere? “Ciò che ho cercato di fare con la mia interpretazione è di mostrare come Mark si senta a disagio nell’interagire con gli altri, ma non cerchi di cambiare questa cosa. Pian piano si rivolge sempre più verso l’interno di se stesso, si spegne completamente a livello emozionale. E’ completamente incapace di provare esperienze emotive”.