Hitchcock

Il ritratto di un genio nella sua dimensione più umana; un ambizioso tentativo di collocare un mito indiscusso in un alveo di realtà. Per celebrare Sir Alfred Hitchcock – uno dei più grandi maestri della storia del cinema – Hollywood si affida ad un cast d’eccezione e ad un regista praticamente esordiente: Sacha Gervasi, infatti, aveva finora al suo attivo soltanto un ottimo documentario dedicato alla band heavy-metal canadese degli Anvil. Una scelta un po’ rischiosa che si rivela tuttavia vincente; Hitchcock, infatti, è un film godibile ed interessante, che si avvale di una sceneggiatura di ottimo livello e che è messo in scena con classe, con toni e modalità che si rifanno peraltro a quelle più classiche del “Maestro della Suspense”. Cercando di scavare nella complessa personalità del grande autore britannico, la pellicola si sofferma sul suo complicato rapporto con le donne, quasi un’ossessione, che però viene individuato come una sorta di fulcro creativo della sua attività; in questo modo, il film si trasforma in una stimolante riflessione sul rapporto di coppia che, attraverso condivisione e complicità, può trasformarsi in un potentissimo nucleo ispiratore d’arte e di vita.
Lo script di John J. McLaughlin e Stephen Rebello è tratto dal libro di quest’ultimo, Alfred Hitchcock and the Making of Psycho. Ambientato a partire dal 1959, dopo il grande successo di Intrigo internazionale, il film segue le vicende relative alla ideazione, alla produzione ed alla lavorazione di Psycho. Poiché la Paramount non credeva nel progetto ed anzi riteneva che sarebbe stato un flop, Sir Alfred decise di produrre personalmente la pellicola, giungendo anche ad ipotecare la sua stessa casa. In questa fase di grande tensione artistica ed emotiva, giocarono un ruolo da protagonista il grande spessore umano e la sottile sagacia di sua moglie, Alma Reville, che assunse una funzione di supervisore rivelatasi determinante. Tutto ciò, nonostante i due vivessero una fase piuttosto conflittuale del loro rapporto, generata principalmente dall’insofferenza di lei verso l’evidente debolezza del marito nei confronti delle donne – in particolare quelle bionde - ma anche dalla strisciante gelosia di “Hitch” per l’amicizia instauratasi tra Alma ed un modesto sceneggiatore a caccia di celebrità.
Alternando fluidamente momenti colmi di tensione drammatica e fasi intrise di humour tipicamente britannico, Hitchcock offre allo spettatore il ritratto di un individuo dal carattere forte ma intimamente fragile, talmente conscio del suo talento da diventare testardo nelle sue prese di posizione nonché, a tratti, anche piuttosto spigoloso coi suoi collaboratori. Sacha Gervasi scava con rispetto e discrezione nell’umanità del grande personaggio, passando con disinvoltura dagli aspetti più privati al lato pubblico dell’artista; pur potendo già contare su dialoghi intelligenti che riescono a rappresentare efficacemente emozioni e stati d’animo, il regista riesce comunque a conferire ulteriore forza espressiva alla narrazione, attraverso movimenti di macchina ed inquadrature sistematicamente indirizzati a catturare l’intensità dei sentimenti. Ovviamente, in un film così incentrato su personaggi e dinamiche emotive, la qualità delle interpretazioni risulta determinante; sotto questo aspetto, la performance di due attori di gran classe e talento, come Anthony Hopkins ed Helen Mirren, si rivela pressoché perfetta e conferisce notevole spessore e profondità alla caratterizzazione dei due protagonisti.
La pellicola di Sacha Gervasi rappresenta, in sostanza, un’ottima occasione per conoscere un po’ più da vicino un artista che ha segnato la storia del cinema come pochi altri: le sue manie sul set, le sue stramberie casalinghe, le sue dispute con gli attori, da un lato, ma anche la sua genialità creativa e la sua magica capacità di lavorare sui meccanismi di creazione della suspense, che gli consentiva di riempire di tensione anche l’azione più normale. E’ veramente paradossale che un cineasta di tale grandezza sia stato snobbato dall’Academy, che non gli ha mai regalato un Oscar; sotto questo aspetto, è probabile che Sir Alfred abbia pagato il prezzo del suo carattere caparbio e della sua proverbiale scontrosità con i potenti di Hollywood.
Hitchcock è un film ben scritto, ben diretto, ben interpretato; non è destinato alle grandi platee ma tutti gli amanti della qualità dovrebbero vederlo, anche come atto di doveroso omaggio verso uno dei massimi autori di cinema di tutti i tempi.
(Hitchcock) Regia: Sacha Gervasi; sceneggiatura: John J. McLaughlin, Stephen Rebello; fotografia: Jeff Cronenweth; montaggio: Pamela Martin; musica: Danny Elfman; scenografia: Judy Becker; interpreti: Anthony Hopkins, Helen Mirren, Scarlett Johansson, Jessica Biel, James D’Arcy, Danny Huston; produzione: Fox Searchlight Pictures, Cold Spring Pictures, The Montecito Picture Company; distribuzione: 20th Century Fox; origine: Usa; durata: 98’.
