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HOSTEL PART II

Pubblicato il 21 giugno 2007 da Gaetano Maiorino


HOSTEL PART II

Attenzione a dove prenotate le vacanze questa estate! Evitate possibilmente il Brasile (vedi Turistas) e disdite le prenotazioni soprattutto per la Slovacchia. Torna infatti sullo schermo Eli Roth con Hostel part II, il sequel del suo horror campione di incassi della scorsa stagione.
Nel 2006 l’ostello delle torture aveva cominciato la stagione mietendo vittime in quantità, e in particolare erano stati presi di mira tre ragazzotti americani un po’ beceri e molto spiantati, alla ricerca di divertimento facile e sesso facilissimo. Per il secondo anno, le ferie sono nuovamente inaugurate da altri brutali e cruenti omicidi in serie, ma Eli Roth dichiara di aver dovuto alzare il tiro per far appassionare il suo pubblico al secondo capitolo della sua saga gore e, per questo, ha scelto stavolta di utilizzare uno dei topoi più classici del cinema horror, mandando al massacro tre ragazze indifese.
Tre facoltose studentesse americane di una scuola d’arte, Beth, Whitney e Lorna, si trovano infatti a passare un week-end in Slovacchia. Convinte da una bellissima e ambigua modella di nome Axell a soggiornare nel ben noto ostello, si pentiranno presto della loro scelta.
Roth cita se stesso, riproponendo scene che rimandano direttamente al primo Hostel: mostra di nuovo gli ospiti dell’albergo che guardano la sequenza di Pulp Fiction (doppiato in slovacco) in cui Travolta e Jackson parlano di cheese-burger, dissemina foto e indizi per collegare i nuovi “cacciatori di corpi” a quelli del primo film e ripresenta il labirinto di stradine del paese di Cesky Krumlov, perfetta location vicino Praga, con le sue atmosfere cupe perfettamente fotografate da Milan Chadima.

Sembra non essere cambiato granché, stavolta però il colpo grosso non riesce.
Salvando, infatti, la prima mezz’ora della pellicola, in cui Roth riallaccia i fili del primo episodio dando una più logica conclusione alla storia dei tre ragazzi, presenta le nuove protagoniste e spiega il meccanismo di reclutamento e prenotazione delle vittime, dalla cattura di Beth in poi la sceneggiatura inizia a fare acqua.
Ci si chiede, infatti, perché delle multimiliardarie debbano scegliere un luogo dimenticato da Dio per le proprie vacanze, invece che una tranquilla isoletta del Mediterraneo, perché decidano di prendere un treno nel peggior stile inter-rail per spostarsi, perché il motore della storia debba essere quasi unicamente la voglia di avventure erotiche.
Il regista cerca di cambiare qualcosa provando a proporre il punto di vista di due aguzzini in parallelo con quello delle vittime, ma il risultato è scadente. Accumulare torture non serve a rendere un horror migliore, anzi spesso rischia di essere controproducente. L’unica scena di violenza veramente gore, e per questo una delle poche realmente apprezzabile, è infatti l’omicidio della prima delle tre ragazze, una pioggia di sangue che fa tanto B-movie all’italiana e che, pur palesemente esagerata, non sfocia mai nel ridicolo.
Ridicoli sono invece molti dei dialoghi nella seconda parte del film, soprattutto all’interno del fabbricato dove avvengono le torture: pentimenti e ripensamenti dei persecutori, improbabili atti di eroismo delle vittime, confusione più che scambio dei ruoli, un’evirazione che fa decisamente ridere anziché disgustare. E stendiamo un velo pietoso sul finale “calcistico”.

Cameo per Edwige Fenech e simpatica partecipazione di un altro personaggio cult del cinema di genere italiano anni ’70, il regista Ruggero Deodato.


CAST & CREDITS

(Hostel part II) Regia: Eli Roth; soggetto e sceneggiatura: Eli Roth; fotografia: Milan Chadima; montaggio: Gorge Fosley Jr; musiche: Nathan Barr; scenografia: Robb Wilson King; costumi: Susanna Puisto; interpreti: Lauren German (Beth), Bijou Phillips (Whitney), Roger Bart (Stuart), Vera Jordanova (Axell); produzione: Next Entertainment e Raw Nerve; distribuzione: Sony Picture; origine: Usa 2007; durata: 96’; sito ufficiale


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