Humpday - un mercoledì da sballo

Dopo esser passato nel 2009 dal Sundance e poi dalla Quinzaine des Realisateurs di Cannes, arriva nelle sale italiane la sorprendente commedia americana Humpday. Prodotto indipendente dell’industria a stelle e strisce, il film è scritto e diretto dalla giovane Lynn Shelton la quale, prima di passare al lungometraggio di fiction nel 2006, ha lavorato per dieci anni come montatrice e regista di documentari sperimentali.
E’ importante sottolineare gli inizi della sua carriera, perché la cifra estetica dell’opera porta in sé proprio una matrice documentaristica: macchina a mano che cerca di cogliere sempre l’attimo nelle vicende narrate, movimenti bruschi, inquadrature sporche, notevole naturalezza delle interpretazioni, tempo reale della rappresentazione.
Tale cifra stilistica rappresenta l’aspetto più interessante del film; ma non sarebbe così senza una sceneggiatura adattabile a questa scelta registica. Sebbene la storia, fortemente originale, possa risultare bigger than life per alcuni spunti improbabili ed esagerati, essa trova però le sue fondamenta in un contesto reale e veritiero. La parola più pronunciata dai protagonisti è ‘weird’, cioè strano, bizzarro; ma nonostante questa stranezza, il realismo del film non viene intaccato, perché è narrativamente confermato proprio dalla consapevolezza dei personaggi di stare per organizzare ed attuare una situazione alquanto insolita e particolare.
Ben ed Andrew non si vedono da dieci anni. Erano grandi amici ai tempi del college ed oggi le loro strade si sono decisamente allontanate. Ben ha un lavoro, vive uno splendido matrimonio e possiede una bella casa; Andrew invece è un inetto che ama divertirsi con esperienze alquanto adolescenziali: droga, alcol, festini notturni e sesso facile. Quando i due si ritrovano, il secondo mette in subbuglio la tranquillità familiare dell’amico e lo riporta al clima spensierato e casinista del college. Ben ed Andrew decidono, per sfida, di partecipare ad un film porno amatoriale: i due devono essere protagonisti di una scena omosessuale.
Dialoghi taglienti, ottimo ritmo, climax ascendente di situazioni divertenti, battute che non lasciano neanche il tempo di ridere per la frequenza continua con cui irrompono nel racconto: il risultato è un film delizioso, leggero, spensierato che sancirà sicuramente l’ingresso di Lynn Shelton tra l’elite del cinema indipendente americano, anche grazie al premio della giuria vinto al Sundance ed alla straordinaria accoglienza che ha ricevuto al festival di Cannes.
Humpday è un’opera anticrisi, che non ha la presunzione di parlare dei soliti problemi della società americana e che vuole solo raccontare una piccola e stramba storia di amicizia e di sentimenti. Da evidenziare la superba prova dei due attori: Mark Duplass e Joshua Leonard. In equilibrio tra ilarità e malinconia, i due sono uniti da una chimica recitativa impressionante e danno vita con estrema naturalezza a situazioni di irresistibile comicità.
(Humpday) Regia: Lynn Shelton; sceneggiatura: Lynn Shelton; fotografia: Ben Kasulke, Nathan Miller; montaggio: Nat Sanders, Sean Donavan; musica: Vinny Smith; interpreti: Mark Duplass, Joshua Leonard, Alycia Delmore; produzione: Magnolia Pictures; origine: USA; durata: 94’.
