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I GUARDIANI DELLA NOTTE

Pubblicato il 18 ottobre 2005 da Alessia Spagnoli


I GUARDIANI DELLA NOTTE

Un incipit ben più che promettente (addirittura folgorante) in cui l’estetica de “Il Signore degli Anelli” la fa da padrona: lo scontro tra Guerrieri della Luce e della Notte assume contorni epici. Ma le affinità tra la saga tolkeniana e i guardiani russi non finiscono qui: il film che ha sbancato i botteghini in Patria è la trasposizione cinematografica della trilogia fantasy (e difatti sono già in cantiere altri due film) ideata dallo scrittore kazako Sergej Lukyanenko, cha ha anche collaborato alla stesura della sceneggiatura.
Purtroppo ciò che rimane di queste premesse/promesse è ben poca cosa. Il film è tecnicamente formidabile, girato e montato con maestria: e del resto accusare un cineasta russo di incuria formale sarebbe pura eresia. Tuttavia l’estro visionario di cui Timur Bekmanbetov da inconfutabile prova si esaurisce nello sfoggio di riprese pirotecniche che non sono mai però poste al servizio della storia, anche perchè lo story-concept è molto esile (almeno esposto e sviluppato in tale maniera): lo scontro finale tra forze del bene e del male è alle porte, ma il mondo è in attesa di un eletto (come in “Matrix”) che scelga da che parte schierarsi...Nella seconda scena del film, d’ambientazione moderna, lo spaurito protagonista va da un’anziana signora con funzioni oracolari che nella cucina di casa sua gli rivela alcune verità sul suo futuro (di nuovo come in “Matrix”...)
Tuttavia siamo lontani svariati anni luce dal film dei fratelli Wachowski e non è che ciò debba necessariamente essere considerato un demerito: Bekmanbetov vuole dire/fare dell’altro. E così l’ironia dilaga nella scena in cui i due “eroi” (il protagonista e la sua compagna) sono costretti a fare di corsa sette piani e alla fine hanno addirittura il fiatone: no, nonostante gli occhiali da sole, non sono proprio Neo e Trinity!
Singolari e arcane le coincidenze anche con l’altro, ben più riuscito, horror dell’est “Kontroll” (nelle sale dal 21 Ottobre): la ricorrente ambientazione nella metropolitana, luogo in cui sembrano incanalarsi il nuovo panico cittadino, il bestiario infernale coi cani ringhianti o la civetta con annessa simbologia mortifera e notturna.
Le difficoltà nel seguire la farraginosa vicenda per lo spettatore medio sono notevoli: molti in sala quelli che non afferrano, si interrogano tra di loro e alla fine rinunciano definitivamente a capirci qualcosa. Troppi i piani narrativi che si intersecano: il plot è talmente nebuloso che risulta arduo stabilire un rapporto empatico tra pubblico e personaggi sullo schermo, di cui non si comprendono bene le motivazioni. Del tutto esagerato poi è il numero di questi ultimi, tanto più che molti di loro alla fine risulteranno praticamente inutili. Vampiri, video-games, un pre-finale che cita addirittura “Blade Runner”: solo che è tutto troppo fine a sé stesso. Il regista butta nel calderone troppi ingredienti, ma alla fine nel piatto c’è una portata dal sapore ben strano.
E’ evidente che l’importanza di questa pellicola risiede quasi interamente nella straordinaria portata di novità di un cinema russo di nuovo all’avanguardia e consapevole delle proprie enormi potenzialità, forse adirrittura un po’ troppo compiaciuto di sé stesso (anche se non senza ragione).
L’horror è - e lo è stato fin dalla nascita -il più sincero specchio dei tempi moderni, il genere che più coraggiosamente di altri si è fatto carico di veicolare i messaggi più controversi e le verità più sconvolgenti. Bollato con troppa sufficienza - destino che condivide con l’altrettanto bistrattato cinema d’animazione - come divertimento per soli teen-agers (sono i cosiddetti “pop-corn-movies”), ha il grande pregio della semplicità e linearità con cui sviluppa le sue intuizioni. E se “I Guardiani della Notte” delude lo spettatore cultore del genere, proprio con l’eccessività dispersività della vicenda narrata, non rispetta nemmeno quell’altra regola fondamentale.
L’unico rilievo di stampo sociologico è contenuto nel finale, ma il messaggio didascalico è fin tropo scoperto: il mondo attuale è di nuovo precipitato nella barbarie medievale.
E anche se piacerebbe definirla un’opera senza capo né coda, sono proprio l’apertura e la chiusa i due momenti notevolmente più riusciti, oltre che potenti, dell’intero film.

Regia: Timur Bekmambetov; Attori: Konstantin Khabensky (Anton Gorodetsky), Vladimir Menshov (Geser), Valeri Zolotukhin (Padre Di Kostya), Mariya Poroshina (Svetlana), Galina Tunina (Strega Olga); Soggetto: Sergei Lukyanenko; Sceneggiatura: Sergei Lukyanenko, Timur Bekmambetov, Laeta Kalogridis; Fotografia: Sergei Trofimov; Distribuito da: 20th Century Fox Italia (2005); Prodotto da: Bazelevs Production, Channel One Russia, Tabbak, The First Channel; Genere: Azione/Fantasy/Fantascienza/Horror; Formato: (1:1.85); Durata: 106; Origine: Russia

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