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I Primi della Lista

Pubblicato il 2 novembre 2011 da Annalaura Imperiali
VOTO:


I Primi della Lista

Sulle note di uno dei più grandi successi di Fabrizio De Andrè, Quello che non ho, e di un’altra canzone molto nota negli anni ’70 e composta da uno degli stessi protagonisti del film, La Ballata del Pinelli, I Primi della Lista corre parallelamente da una parte sulla vena ironica di un insieme di idiomi - il dialetto toscano, la cadenza tipicamente meridionale, l’italiano DOC e l’austriaco duro come la roccia - che si incontrano senza minimamente capirsi, e dall’altra sulla strada che da Pisa va verso il confine prima italo-jugoslavo e poi italo-austriaco.

Tre giovani sessantottini, capelli spioventi, baffi marcati, jeans a zampa d’elefante e chitarre in spalla, decidono di partire senza sapere dove andranno ma sapendo da cosa stanno fuggendo… no, un attimo! senza sapere neanche questo. Prendendo una vecchia auto del padre di Renzo Lulli, il più giovane e influenzabile di tutto il trio, lo stesso Lulli, Pino Masi e Fabio Gismondi se ne vanno, senza meta e in preda a patologiche utopie di speranza e distopie di paura, lasciandosi alle spalle la loro beneamata Pisa che, nel giugno del 1970, era diventata l’epicentro di Lotta Continua e dei movimenti studenteschi italiani. Durante questo lungo percorso che si rivela pian piano e sempre più la commedia degli equivoci, i tre scoprono che il famigerato “golpe”, nuovo colpo di stato fascista, che Pino Masi tanto pensava che stesse per verificarsi, è lontano dalle loro vite - non ancora per molto, se si pensa che un tentativo memorabile verrà fatto il 7 Dicembre dello stesso anno…

“Quello che non [hanno]” i tre protagonisti sono cervello, occhi aperti e sale in zucca, come poi farà capire in preda alla rabbia quasi nel finale della storia il padre di Lulli a suo figlio. Ma forse c’è qualcosa di più. Bisogna innanzitutto immergersi in un’ambientazione distante da quella di oggi, dove l’autunno caldo era una costante della vita politica e la partecipazione attiva e perenne alle questioni sociale era una vera e propria condicio sine qua non. Solo così si capisce come il desiderio di fuggire, la forza di costruire e ricostruire, l’energia vitale e giovane negli occhi di chi ha combattuto in prima linea per alzare barricate e lottare contro un sistema vecchio e logoro, siano tutte facce di una stessa medaglia di vigore e speranza, assenti prima di questo momento e “riscaldate” senza grande effetto successivamente.

Tutto questo al di là del messaggio più esplicito che il regista si propone di mandare: ragionare con la propria testa, must apparentemente scontato, si rivela invece uno spartiacque che divide nettamente chi possiede la maturità da chi deve ancora conquistarla.

Dietro i luoghi comuni, dietro le frasi fatte, i motti, gli slogan, gli striscioni, i nemici inesistenti e/o vaghi, I Primi della Lista, reali e figurati, si sono messi in campo per calciare il pallone della propria partita. Senza organizzarsi? Sbagliando? Eccedendo? Mancando il goal? Ma comunque si sono messi in campo, puntando su una moltitudine crescente di “compagni” stanchi di una continua sottomissione in famiglia e in società e vogliosi di prendere in mano le redini del proprio destino.

Attraverso una storia vera – il soggetto del film è stato, infatti, raccontato al regista dallo stesso Renzo Lulli, ancora vivo e residente in Marocco ormai da anni - Roan Johnson guarda alla realtà giovanile cogliendo le somiglianze che vi sono in essa a prescindere dal tempo e dal luogo in cui vive ed evidenziando, d’altro canto, la peculiarità di quella vissuta tra i figli dei fiori e gli anni di piombo in un clima di costante tensione, di costante lotta, di costante insoddisfazione in cui rivoluzionari e reazionari si sono separati per poi ritrovarsi all’interno di una stessa persona.


CAST & CREDITS

(I primi della lista); regia: Roan Johnson; soggetto: Renzo Lulli; sceneggiatura: Davide Lantieri; fotografia: Tommaso Borgstrom; montaggio: Marco Guelfi; musica: Ratchev & Carratello,edizioni palomar music ‐ rai trade; scenografia: Mauro Vanzati; costumi: Andrea Cavalletto; interpreti: Claudio Santamaria (Pino Masi), Francesco Turbanti (Renzo Lulli), Paolo Cioni (Fabio Gismondi), Sergio Pierattini (padre di Lulli), Daniela Morozzi (mamma di Lulli); produzione: Palomar, Urania Pictures, Rai Cinema; distribuzione: Cinecittà Luce; origine: Italia, 2011; durata: 85’; web info: http://www.iprimidellalista.it/.


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