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I Robinson - Una famiglia spaziale

Pubblicato il 8 giugno 2007 da Sila Berruti


I Robinson - Una famiglia spaziale

Da queste parti, tuttavia, non ci soffermiamo troppo a guardare indietro. Andiamo sempre avanti, per aprire nuove porte e fare cose nuove, perché siamo curiosi… e la curiosità continua a spingerci lungo nuovi sentieri”.
Walt Disney

Con questa citazione si chiude I Robinson - Una famiglia spaziale, la prima fatica di Stephen Anderson, regista esordiente di uno degli studios più importanti e più famosi del mondo.
Del resto, che la Disney si dirigesse a vele spiegate verso nuovi orizzonti, lo si era capito: è finito il tempo delle principesse addormentate, dei topolini cicciotti e di quel buonismo che ha fatto epoca. Intendiamoci, non che la direzione intrapresa dagli studios sia in completa opposizione rispetto a quello che tutti noi ormai conosciamo: fatto sta che si registra da un po’ di tempo, un cambiamento di tendenza. Effettivamente la concorrenza è cresciuta parecchio, da quando nel lontano 1937 Biancaneve e i sette nani, aveva rivoluzionato per sempre il modo di intendere il disegno animato. Il vero problema è che le generazioni stanno cambiando e anche i bambini non sono più quelli di una volta.
Un’avvisaglia importante era già arrivata con lo sconvolgente incipit dei Pirati dei Caraibi: ai confini del mondo. La Disney dunque "cambia rotta" e si adegua ai tempi, in maniera molto più drastica di quello che ci si poteva aspettare. I Robinson, sono sì una pellicola animata dai buoni sentimenti, ma questa volta non sono quelli a farla da padrone. La storia è quella di un orfanello con il quoziente intellettivo di un genio e il pallino delle invenzioni, che cerca di creare un marchingegno in grado di risvegliare nella sua memoria il momento in cui sua madre lo ha abbandonato nel tentativo di ritrovarla. Dopo una serie di peripezie, si trova catapultato in un futuro di leggere bolle di sapone e candidi palazzi immersi nel verde dove farà la conoscenza di una famiglia a dir poco bizzarra. I Robinson vivono in una grande casa, dove ogni stanza è una sorpresa: ed è qui che si concentra la parte più interessante e inaspettata del film. Il regista si abbandona ad momento di esilarante assurdità, trascinando lo spettatore in un turbinio di colori e rumori: rane che cantano, un treno che fa a gara con un uomo razzo, una nonna che balla in discoteca, un vecchietto che cerca la sua dentiera, uno spara polpette, una zio sposato con una donna marionetta… insomma, un vero e proprio delirio surreale che nulla ha a che vedere con quella che poteva essere un’idea di futuro disneiano. Anche i personaggi sono caratterizzati in maniera insolita: colpisce su tutti Doris, l’elegante copricapo dell’Uomo Con La Bombetta (il cattivo meno cattivo che si possa immaginare) nonché sua malvagia socia del crimine. Ispirata alla celebre bombetta di Charlie Chaplin, Doris è realmente un personaggio insolito nel pur vasto panorama dei “cattivi Disney”. Diabolico architetto di un futuro grigio e oscuro (che ricorda molto quello di numerosi film di fantascienza) nel quale i cervelli degli uomini vengono controllati da cappelli e costretti a lavorare al loro servizio. Il film si presta a diversi livelli di lettura: uno su tutti, il concetto che la famiglia non è quella di origine ma l’insieme di persone che ci amano, comprendono e sostengono. Animata con la nuovissima tecnica "Walt Disney Feature Animation", la pellicola è stata realizzata con un metodo di lavorazione non ortodosso secondo le abitudini della Disney: “L’esperimento" spiega lo stesso Anderson "consisteva nel prendere il copione e fare lo storyboard dalla A alla Z. Occorre dire che, di solito, non è questa la procedura seguita dalla Disney. Solitamente, si prepara la prima parte del film, si fanno delle annotazioni e poi si passa alla seconda parte e così via (…)”. Forse anche per questo nel finale la trama subisce una brusca accelerazione che rischia di banalizzare l’intera vicenda.


FOTOGALLERY


CAST & CREDITS

(Meet The Robinsons) Regia: Stephen Anderson; soggetto: basato sul libro A day with Wilbur Robinson di William Joyce; sceneggiatura: Jon Bernstein e Michelle Spitz; montaggio: Bill Shaffer; colonna sonora prodotta da: Danny Elfman; interpreti: Angela Bassett, Paul Butcher, Spencer Fox, Jordan Fry, Laurie Metcalf, Kelly Ripa, Tom Selleck, Adam West, Harland Williams; distribuzione: Buena Vista; origine: USA, 2007; durata: 102’; web info


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