I want to be a soldier
Alex ha 8 anni, un bambino come tutti gli altri e, come spesso accade ha un amico immaginario: l’astronauta Capitano Harry. Niente di male nel dare sfogo all’immaginazione: le cose però peggiorano nel momento in cui la madre di Alex partorisce due gemelli. Ovviamente ora le attenzioni dei due genitori sono rivolte esclusivamente ai neonati e la situazione diviene del tutto insostenibile. Alex si chiude totalmente in se stesso, escludendo dal suo mondo sia la famiglia che gli amici. Quasi con un ricatto, il bambino convince il padre a realizzare la sua più forte volontà: quella di avere in camera una tv. Il padre accetta, anche perché, probabilmente, sente di mancare nei confronti del figlio. Purtroppo però, con i tempi che corrono, la tv diviene vera e propria educatrice del piccolo Alex che, affascinato totalmente dalle immagini di guerra e violenza che scorrono sul piccolo schermo, viene risucchiato da una forma di ossessione, tanto che in breve tempo anche il suo amico immaginario, l’astronauta Capitano Harry, diviene il guerrafondaio Sergente John Cluster. Quando si dice che violenza e tv fanno da babysitter.
Christian Molina confeziona un piccolo e ben riuscito regalo èer il suo pubblico: dopo il suo bel Diario di una ninfomane, il regista sviluppa una tematica forte, anche grazie all’aiuto di bravissimi interpreti (in effetti è sempre un piacere rivedere sul grande schermo attori come Robert Englund e Danny Glover). Un film dedicato ai ragazzi, sicuramente, ma che si rivolge di più agli adulti. Genitori come quelli di Alex che sono sempre più convinti che il piccolo magic box televisivo possa far crescere ed educare e, cosa più brutta e mesta, possa sostituire l’amore materno e/o paterno che sia.
La realtà che fuoriesce dal film, purtroppo, ci racconta che la tv in effetti educa, ma il più delle volte lo fa in maniera negativa, costringendo un bambino come Alex ad affascinarsi a una realtà negativa, in un’età in cui si assorbe tutto come una spugna.
Molina intelligentemente riflette su ciò che, purtroppo, accade nella maggior parte di famiglie occidentali: in questo caso la “lontananza” dei genitori è dovuta al loro innato e dovuto interesse nei confronti dei figli più piccoli e appena nati. In altri casi, però, c’è il totale disinteresse e la consegna dello sviluppo della vita e della cultura del bambino alla televisione; un mezzo che non può sostituirsi ad una madre e a un padre, e di sicuro non può istruire.
Anche perché se è vero che la televisione rispecchia la realtà quotidiana, bisogna anche dire che, purtroppo, questa realtà non può essere altro che maestra brutale e negativa.
(I want to be a soldier) Regia: Christian Molina; sceneggiatura: Carlos César Arbelàez; fotografia: Juan Carlos Lausìn; montaggio: Alberto de Toro; musica: Federico Jusid; interpreti: Cameron Antrobus, Josephine Barnes, Robert Englund, Cassandra Gava, Danny Glover, Jo Kelly, Valeria Marini, Fergus Riordan, Andrew Tarbet, Ben Temple; produzione: Canonigo Films; distribuzione: Epic Pictures; origine: Spagna, Italia; durata: 88’.