Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve

A quanto pare il cinema svedese non è solo thriller alla Niel Arden Oplev con Uomini che odiano le donne e i suoi sequel, ma anche commedia. E a cimentarsi in questo genere è Felix Herngren, uno dei registi più apprezzati in patria, con la sua ultima fatica Il centenario che saltò dalla finestra e scomparve, tratto dall’omonimo romanzo di successo di Jonas Jonasson. Una fatica forse superflua però, data la profonda instabilità, per non dire vacuità, del prodotto finale. Sarà per l’evidente difetto di sceneggiatura con la conseguente banalità dei dialoghi e per la regia estremamente piatta, sta di fatto che il film, ad eccezione forse di qualche breve istante particolarmente esilarante, è chiaro che non funzioni.
Se lo scopo dell’autore, come lui stesso ha dichiarato, era quello di trasmettere una certa “leggerezza” nell’affrontare la vita, liberandosi da ansie e schematismi sociali, ecco forse ha calcato un po’ troppo la mano. Dalla storia di Allan Karlasson, quello che si evince, non è certamente un uomo che in seguito alle tragedie di cui è stato testimone impara ad affrontare l’esistenza con la giusta dose di serenità, quanto il ritratto di un uomo stanco e annoiato dalla vita che affronta con estrema superficialità qualunque cosa o evento gli si presenti. Una superficialità che può essere anche pericolosa il momento in cui si toccano eventi storici che hanno mutato profondamente l’Europa del Novecento. Di fatto, il film si apre sulla vita di un ambiguo personaggio (Allan), la cui costruzione forse non è stata molto curata, che dopo una vita lunga e ricca di avventure, si ritrova a trascorrere i suoi ultimi giorni in una casa di riposo. Giunto il momento del suo centesimo compleanno, Allan decide di scappare, hanno così inizio una serie di peripezie sotto forma di gag che rimandano ad una comicità da slapstick, in una continua alternanza tra passato e presente. In questi sbalzi temporali, vediamo il protagonista attraversare ed entrare nei momenti più importanti e drammatici del secolo scorso, mutandone profondamente le sorti. Da Franco a Stalin, Allan diventa amico e “collaboratore” dei più grandi despoti della storia dell’umanità, con dinamiche tanto sbrigative e grottesche quanto inquietanti – questa vicinanza “morbosa” e sistematica verso tutte le dittature lascia alquanto perplessi.
Anche Robert Zemeckis, quando girò il celebre Forrest Gump, fece attraversare al suo protagonista più di trent’anni di storia, ma con un tocco tanto delicato e sofisticato da cui invece Il centenario si distanzia profondamente. La sensazione che si ha infatti, è che Herngren voglia emulare quel capolavoro di ormai vent’anni fa entrato nei cuori di migliaia di spettatori e nella storia del cinema con ben sei premi Oscar, senza possedere minimamente la maestria di Zemeckis.
Il cinema svedese quindi, non è soltanto thriller, ma anche commedia. Purtroppo.
(The 100-Year-Old Man Who Climbed Out the Window and Disappeared); Regia: Felix Herngren; sceneggiatura: Felix Herngren, Hans Ingemansson; fotografia: Göran Hallberg; montaggio: Henrik Källberg; musica: Matti Bye; interpreti: Robert Gustafsson, Iwar Wiklander, David Wiberg, Mia Skäringer, Jens Hultén, Alan Ford, Ralph Carlsson; produzione: Nice FLX Pictures, Studio Canal; distribuzione: Eagle Pictures; origine: Svezia, 2013; durata: 105’.
