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Il giorno in più

Pubblicato il 7 dicembre 2011 da Enrica Orlando
VOTO:


Il giorno in più

All’ inizio Fabio Volo era soprattutto in tv o in radio. Ed era divertente, originale, schietto. Poi ha cominciato a scrivere libri, di quelli che uno non si aspetta e che magari ti fanno pensare:intimo. Perchè quando scrive viene fuori un Fabio Volo diverso da come lo si vede sempre; eppure ci si accorge che non sta mentendo, che è davvero lui a parlarti sinceramente di se stesso. Da allora di cose Fabio Volo ne ha fatte, dai libri alle interpretazioni in diversi film, eppure è rimasto lo stesso. E fin quando si tratta di essere rimasto il ragazzo semplice e sincero che ti da la sensazione di essere uno che puoi incontrare su tram, proprio come capita in una scena de Il giorno in piu, allora va bene. Forse, quando il “ruolo” che riveste resta sempre uguale, un po’ stanca. Perché Fabio Volo odia i ruoli ed ha ragione. La nostra generazione non ha più ruoli da seguire ma identità da costruirsi, a fatica. Ma proprio lui, invece, sembra calzare troppo spesso, nelle sue interpretazioni, il vestito del ragazzo sempre bimbo, impaurito dai legami, innamorato ma mai abbastanza da impegnarsi, inserito nella società ma sempre troppo sveglio per non sentirsene estraneo. Si rischia di essere davvero classisti al contrario, contro chi invece l’amore se lo vive tutto, con tutti i difetti, le noie, le restrizioni di un rapporto di coppia ma anche le gioie. Il tema del ragazzo ultratrentenne sempre single è talmente logoro da necessitare di una trovata originale nel presentarlo, per poter sorridere mentre lo guardi, per non annoiarti e non pensare ai difetti. Sicuramente la commedia romantica è un classico intramontabile, deve essere un po’ smielata e un po’ triste, deve finire bene ma farti comunque credere di non sapere cosa accadrà alla fine. Un giorno in più, invece, risulta prevedibile, il ritmo non aiuta e i dialoghi neanche. Giacomo è un ragazzo piacente, ha un ottimo lavoro, in ufficio è apprezzato da tutti, è più sveglio della metà dei colleghi con cui interagisce. Come se non bastasse, gli basta un minuto e mezzo, un occhiata e un sorriso sornione che le donne cascano prima ai suoi piedi e poi inevitabilmente nel suo letto. Quando non è lui a cercarle sono loro a cercare lui e saltargli letteralmente addosso. L’unica donna che invece potrebbe davvero essere l’amore della sua vita, gli sfugge. Deve trasferirsi a New York, per lavoro. L’impressione è che non siano necessari 111 minuti per capire il finale. I personaggi sono tutti caratterizzati nel dettaglio, bisogna dirlo. L’escamotage di giocare ad essere fidanzati risulta carino ma alle volte viene da chiedersi: perché New York? Nel senso che di New York non arriva nulla, potrebbero essere in qualsiasi altro posto del mondo e la situazione sarebbe la stessa. Sicuramente il messaggio più lampante, dopo le situazioni sentimentali disastrate di Giacomo, risulta essere la fuga di una giovane donna da un ambiente lavorativo italiano maschilista. L’ ufficio di Giacomo-Volo, ad esempio, è dominato da un volocentrismo talmente magnetico da convincere capi e colleghi a rinunciare a un sabato di vacanza perché lui possa incontrarsi con la fidanzata (immaginaria).
Ma la nostra società è davvero cosi classista con i single? Michela - Ragonese, invece, è single nella realtà reale ed immaginaria e deve fuggire a New York per essere apprezzata senza fidanzarsi, raccomandarsi, concedersi a capi e squallori simili. Questo probabilmente risulta familiare a molte donne coetanee del personaggio di Michela. Peccato che, anche a New York, il superiore della Ragonese fa il cascamorto. Impossibile uscirne? Speriamo di no. I personaggi che contornano il film sono delle perle. Stefania Sandrelli, madre di Giacomo, illumina di classe la situazione. Il suo personaggio è bello, innamorato oltre le età e oltre i ruoli, i canoni sociali e le previsioni. Commoventi più di tutto le lacrime d’amore che la mamma - Sandrelli versa per l’uomo che ama: Lino Toffolo, altra fine rappresentazione di un ruolo tenero e verosimile. Il cammeo della Littizzetto, che compare in ascensore con un mini monologo comico scritto dai lei stessa, è delizioso. La fotografia di tutto il film è meravigliosa: calda, avvolgente e innamorata anche lei. Ci sono tante cose belle ma forse l’aspetto - single senza legami- di Volo ha reso tutto un po’ asfittico e ha smesso di essere un aspetto umano raccontato intimamente e con schiettezza per diventare una regola logora. L’aspetto più vero delle storie di Volo è sicuramente la difficoltà di esternare sentimenti veri per qualcun altro e, togliendo un po’ di stereotipi, sarebbe stata la parte migliore del film.


CAST & CREDITS

(Il giorno in più ) Regia :Massimo Venier; Sceneggiatura : Michele Pellegrini, Federica Pontremoli, Massimo Venier, Fabio Volo; Fotografia :Paolo Carnera (AIC); Montaggio :Walter Fasano(AMC); Musica :Paolo Buonvino, Giuliano Taviani; Interpreti :Fabio Volo, Isabella Ragonese; Produzione :IBC Movie; Distribuzione :01 DIstribution; Origine :Italia; Durata :111 min;


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