Il passato

La storia di Rimini e Sofia finisce dopo dodici anni di matrimonio: i due sono ancora legati da sentimenti di stima e affetto reciproci, ma il loro amore ha subìto l’usura del tempo che passa. Rimini conosce Vera, un’affascinante fotomodella sudamericana e si innamora perdutamente della sua bellezza, tollerandone la gelosia. Sofia non riesce a dimenticare l’ex marito e lo insegue ovunque inviandogli lettere, confidandosi con il padre del giovane, pedinandolo e ricattandolo. Così una notte Vera sorprende Sofia nel disperato tentativo di strappare un bacio al confuso e disarmato Rimini e, scossa da un incontenibile scatto d’ira, finisce accidentalmente investita da una macchina morendo sul colpo. Passa del tempo e una nuova donna rapisce il cuore e i sensi del “giovane che ama le donne”: è Carmen la nuova fiamma, una brillante traduttrice che sopperirà con amore e professionalità ai vuoti di memoria che assalgono il marito quando si trova al lavoro. L’ossessione di Sofia resiste al trascorrere inevitabile dei giorni e, all’improvviso, approfittando di un attimo di debolezza dell’ex marito, rapisce suo figlio scatenando l’ira funesta di Carmen. A questo punto Rimini inizierà a farsi trascinare dall’amore estremo, travolgente, truffauttiano di Vera e a lasciarsi guidare dal destino…
Un melodramma coinvolgente, appassionato, profondo e realistico che emana sentimenti sinceri, molto forti e contrastanti, senza risultare, per questo ragione, artificiale o fiabesco: El pasado racconta una storia vera, consegnando al pubblico personaggi umani, istintivi, nudi e limitati. Un film che è una riflessione sulla complessità del rapporto di coppia e sull’ incapacità dell’uomo di superare la paura della solitudine: i protagonisti della vicenda sono alla ricerca costante e affannosa di una persona da amare e per raggiungere questo obbiettivo sono disposti a scendere a qualsiasi compromesso – come fa Sofia – o a lasciarsi andare – come nella depressione che colpisce Rimini nei brevi momenti di passaggio da una storia all’altra –. La necessità dell’amore è rappresentata dagli irrefrenabili appetiti sessuali degli ex coniugi, che affrontano la vita amando oblativamente o concentrandosi sulla quotidianità, giorno per giorno: l’idealizzazione dei rapporti vissuta da Sofia, avvicina inequivocabilmente questo personaggio al vigore e all’irriducibilità dell’ eroina truffauttiana Adele H; Rimini è invece un fragile latin lover bisognoso d’affetto e incapace di programmare con un minimo di sicurezza il proprio domani. Il passato gioca un ruolo fondamentale in questo tumultuoso melodramma romantico e come Sofia non riesce a fare a meno di Rimini e degli oggetti-reliquie che immortalano la loro storia, il giovane, paradossalmente, soffre di disturbi mnemonici: è forse il passato un fardello troppo pesante da sostenere per ricominciare a vivere, dopo una storia d’amore finita senza alcuna ragione comprensibile? Hector Babenco lascia il finale aperto, in cui ognuno può immaginare liberamente quale potrà essere la sorte dei due amanti, ma è pessimista lo sguardo che posa sull’eternità di un sentimento universale come l’amore.
Dal punto di vista estetico l’aspetto che colpisce maggiormente è la fotografia di Ricardo Della Rosa, calda o “sporca” a seconda dei passaggi narrativi, e assolutamente funzionale all’individuazione dei momenti, delle situazioni e degli stati d’animo dei protagonisti. Straordinarie le interpretazioni di tutti gli attori, magistrali nel rendere la complessità dei loro personaggi. L’unica, e non per questo meno rilevante, nota di demerito, è riscontrabile nella sceneggiatura firmata dal regista insieme a Marta Goes:nella seconda parte del film spariscono troppo in fretta le amanti e il figlio di Rimini e le sequenze che mostrano la sua rivitalizzazione appaiono un po’ posticce, evidenziando un momento di stanchezza narrativa.
Complessivamente un’opera molto interessante, candidata a spaventare le pellicole favorite per la vittoria finale del Festival.
(El pasado); Regia: Hector Babenco; sceneggiatura: Marta Goes, Hector Babenco; fotografia: Ricardo Della Rosa, montaggio: Gustavo Giani; musica: Iván Wyszogrod; interpreti: Moro Anghileri (Vera), Analía Couceyro (Sofìa), Gael García Bernal (Rimini); origine: Argentina/Brasile, 2007; distribuzione: Mikado; durata: 114’.
