Il piccolo Nicolas e i suoi genitori

Tinte brillanti come quelle del cinema francese pseudofiabesco di Jean-Pierre Jeunet, gag divertenti e dialoghi esilaranti, caratterizzazione dei personaggi curata nella psicologia e nei dettagli: Il piccolo Nicolas e i suoi genitori (titolo originale Le petit Nicolas) è una mini-buddy comedy che di mini ha solo l’età anagrafica dei suoi protagonisti.
Nicolas è un bambino di 8 anni che vive in un villaggio della Francia ed è circondato da una banda di furbetti e simpatici amici di classe: Alceste, un ciccione che vuole diventare primo ministro per continuare a banchettare per tutta la vita, Geoffroy che è figlio di un riccone al punto da avere un autista personale e una interessante collezione di costumi con cui adora travestirsi ogni giorno a seconda dei propri capricci, Agnan, il primo della classe, occhialuto e sapientone che viene visto da tutti come “uno scarafaggio spione”, Clotaire, un ragazzino sonnacchioso che sogna di diventare campione di ciclismo, Eudes, litigioso per scelta, Rufus, pasticcione che gioca a fare il poliziotto... Un parterre di personaggi sembra allietare la vita quotidiana del piccolo Nicolas, un bambino molto generoso e sveglio che pecca d’ingenuità e di una dose cospicua di ultrafantasia pindarica. I suoi amici sono per lui un carillon costante che genera situazioni comiche e guai spesso irrimediabili mentre i genitori, affettuosi piccolo-borghesi che provano un’onesta scalata sociale, tendono a tenere a bada l’irrefrenabile energia che lo catapulta in equivoci maldestri e talvolta imbarazzanti. Un giorno però Nicolas scopre improvvisamente che la sua vita sta per essere tramortita da un evento: l’arrivo di un fratellino o di una sorellina in casa. In un lampo sente che la sua serenità messa a repentaglio e tenta d’inventarsi di tutto per salvaguardarsi con la complicità degli amici.
Allo spettatore basteranno pochi minuti dall’inizio del film per capire che sta per immergersi in una dimensione filmica inconsueta, in uno spazio in cui pare che il cinema francese si sia specializzato: quello di un mondo umanizzato ma non solo umano, in cui i personaggi sono creature dotate di caratteristiche reali ma rare, in cui la semplicità si fa codice linguistico dell’alterità. Benvenuti ne Il favoloso mondo di Nicolas, un universo creato negli anni ’50 dalla penna di René Goscinny (ideatore di Asterix, citato anche nel film) e dalle strisce dell’illustratore francese Jean-Jacques Sempé, più noto come Sempé. Nicolas è la versione disincantata del protagonista de I quattrocento colpi, con la sua leggiadra schiettezza, con una freschezza smaliziata e la tenerezza dell’infanzia magica di cui è difficile trovare le tracce, e il pubblico può affezionarsi a questa piccola peste e a un manipolo di monelli scatenati turbolenti ma innocui senza tanti sforzi. Portatore di messaggi sempre positivi, perché in fondo le trovate non sono mai pericolose come potrebbero sembrare, ma sono tutte perfettamente incastrate in una sceneggiatura efficace e piacevolissima e sotto il segno visivo di una regia chiaramente ispirata a Jacques Tati, Il piccolo Nicolas e i suoi genitori è ricco di microepisodi spassosi - divertentissima la sequenza delle visite dove ai bambini vengono somministrati gli enigmatici test di Roscharch a cui rispondono in maniera davvero ingegnosa. Ma la sua forza sta soprattutto nei profili dei piccoli protagonisti, che sembrano usciti direttamente dalla nota serie Simpatiche canaglie, che farà venire un dolce sussulto di nostalgia ai più adulti, e dei più grandi, tra i quali spicca un accigliato e insopportabile bidello “gufo”. Non si può resistere alle eccellenti interpretazioni del tandem Valérie Lemercier-Kad Merad (Giù al Nord), famose e apprezzate star francesi che si calano alla perfezione nella parte dei genitori sempliciotti e sbadati né al visino innocente del promettente Maxime Godart, che catturerà le sale e conquisterà un posto nell’immaginario collettivo. Non è un caso che il protagonista ci lasci con un quesito con cui si proietta nel futuro, collegandosi al compito che la maestra aveva assegnato a inizio film e a cui non aveva saputo rispondere: da grande Nicolas vuole “far ridere la gente”. Non sappiamo se ci riuscirà, ma una cosa è certa: da piccolo ci riesce eccome.
(Le petit Nicolas) Regia: Laurent Tirard; sceneggiatura: Laurent Tirard, Grégoire Vigneron; fotografia: Denis Rouden; montaggio: Valérie Deseine; musica: Klaus Badelt; interpreti: Maxime Godart (Nicolas), Kad Merad (Padre di Nicolas), Valérie Lemercier (Madre di Nicolas), Sandrine Kiberlain (La maestra), François-Xavier Demaison (Il Brodo), Michel Duchaussoy (Il Direttore); produzione: Wild Bunch, Mandarin Films, M6 Films, Fidélité Films, Scope Pictures; distribuzione: Bim; origine: USA ; durata: 90’
