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Il ventaglio segreto

Pubblicato il 7 luglio 2011 da Sofia Bonicalzi


Il ventaglio segreto

A suo agio fra racconti della diaspora cinese (Il circolo della fortuna e della felicità) e sogni delle cameriere di Manhattan (Un amore a cinque stelle), Wayne Wang da sempre alterna titoli più o meno nobili, passando con disinvoltura dall’indipendente Smoke all’hollywoodiano Il mio amico a quattro zampe. “
Il ventaglio segreto, adattamento del best seller di Lisa See (modificato in modo consistente dall’aggiunta del riferimento all’attualità), intreccia la vicenda di dolore e amicizia di due giovani donne nella Cina ottocentesca a quella delle loro eredi contemporanee, cresciute nella Shanghai ipertecnologica degli anni ’90, in bilico fra tensione verso il futuro e perdita delle proprie radici. Se il titolo evoca scenari da mille e una notte, il film alterna gli immoti paesaggi delle foreste cinesi allo skyline futuristico delle sovraffollate metropoli orientali, l’inderogabile fissità degli antichi obblighi familiari (evidenti sono i richiami al cinema di Zhang Ymou) e l’irresistibile frenesia della società odierna, nell’evolversi parallelo dei destini di quattro donne alla ricerca del proprio posto nel mondo. La riflessione su continuità e mutamento, ciò che resta e ciò che cambia, lo yin e lo yang della millenaria tradizione cinese, si riverbera nella rappresentazione di una condizione femminile che, malgrado le innumerevoli evoluzioni, si ritrova ancorata ai medesimi patimenti e potrà ritrovare se stessa solo nella memoria di legami ancestrali (il laotong, il patto di amicizia e amore, più forte e vincolante di qualsiasi relazione di sangue che, fino al secolo scorso, annodava, a due a due, i destini delle donne cinesi). Peccato però che le buone intenzioni sprofondino in dialoghi al sapor di melassa e che la cura attenta di luci, costumi e scenografie riesca a fatica a riscattare il film da un sentimentalismo a tratti eccessivo, nella mescolanza delle tonalità calde degli scenari storici ai colori freddi e vetrosi delle ambientazioni contemporanee. Senza sussulti e senza scosse, nel sovrapporsi dei piani temporali, Wang torna ai temi cari (memoria, tradizioni, scontro fra generazioni, sacrificio), aggiungendo un tassello narrativo all’altro, senza quasi mai raggiungere l’intensità emotiva cui il soggetto aspirebbe, lasciandoci alla fine con l’impressione che la preziosa confezione mal si adatti a rappresentare il delicato sentimento che anima le protagoniste.
Colta dall’improvvisa notizia che la sua migliore amica, l’inquieta e girovaga Sophia, a seguito di un incidente, giace in coma all’ospedale di Shangai, Nina, manager si successo avviata verso una carriera internazionale, rinuncia all’imminente partenza per New York per scoprire come la ragazza abbia vissuto negli ultimi mesi, dopo che il loro legame si era bruscamente interrotto a seguito di un litigio. Fra i pochi effetti personali di Sophia, c’è anche il romanzo che la donna stava completando nei giorni precedenti all’incidente: è la storia di Fiore di Neve e Lily che, nella Cina del XIX secolo, avevano subito la dolorosa fasciatura dei piedi (la cui buona riuscita era una tappa obbligata per qualsiasi fanciulla aspirasse all’ascesa sociale) nello stesso giorno. Destinate a condurre due esistenze radicalmente differenti, segnate da rovesciamenti sociali e politici, cambiamenti di classe e subordinazione agli uomini della propria famiglia, Fiore di Neve e Lily faticheranno a mantenere vivo e inalterato il patto sancito da bambine, per volere di una sensale, che le vincola all’amore e all’aiuto reciproco. Per oltrepassare la cortina di ferro dei legami familiari, Lily e Fiore di Neve si scambieranno messaggi in Nu Shu, il linguaggio segreto delle donne, dipinti su ventagli bianchi che custodiranno poi per tutta la loro vita. Nella rappresentazione trasfigurata del manoscritto, Nina rilegge la tormentata vicenda della sua amicizia con Sophia, dai giorni dell’infanzia, alla forzata separazione negli anni dell’università, dal progressivo allontanamento che segna l’età adulta alla speranza mai sopita di poter riannodare le fila del loro antico legame, fino al cortocircuito emozionale che fonde passato e presente in unico sguardo.


CAST & CREDITS

(Snow Flower and the Secret Fan); Regia: Wayne Wang; soggetto: Lisa See; sceneggiatura: Angela Workman, Ronald Bass, Michael Ray; fotografia: Richard Wong; montaggio: Deirdre Slevin; musica: Rachel Portman; costumi: Man Lim Chung; interpreti: Bingbing Li (Nina/Lily), Gianna Jung (Sophia/Fiore di neve), Vivian Wu, Hugh Jackman; produzione: IDG China Media; distribuzione: Eagle Pictures; origine: Cina, USA 2011; durata: 105’.


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