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Incontro con Aurelio De Laurentiis

Pubblicato il 7 settembre 2010 da Antonio Valerio Spera


Incontro con Aurelio De Laurentiis

Aurelio De Laurentiis sa sempre sorprenderci, grazie al suo fiuto da vero produttore ed uomo di spettacolo. Arrivato al Lido nei primi giorni della Mostra del Cinema per ricevere il premio assegnatogli da Variety – primo produttore italiano a riceverlo – il patron della Filmauro nonché re dei cinepanettoni ha incontrato i giornalisti nella sala Tropicana dell’Hotel Excelsior e ha dato subito uno scoop: restaurerò e distribuirò nelle sale italiane in 300/400 copie Il più comico spettacolo del mondo, cioè Totò in 3D. Avrei voluto inaugurarci il Festival di Venezia, ma non ho fatto a tempo, conclude il produttore.

Felice del premio assegnatogli da Variety?

Innanzitutto vorrei ringraziare Variety per questo riconoscimento che mi riempie di gioia, anche perché sono il primo produttore italiano a riceverlo. Io ci tengo molto alla figura del produttore, perché secondo me non è solo l’autore il protagonista di un film. Lo è anche il produttore. Ma questo l’hanno capito in America, in Italia ancora no.

Ci può dire qualcosa in più sull’ingaggio di Robert De Niro in Manuale d’amore 3? L’aiuterà anche a vendere il film all’estero?

Robert De Niro reciterà in italiano e si sentiranno i suoi pensieri in inglese. Ma il film resterà sempre un film italiano. Certo, De Niro ci apre al mercato americano, ma io comunque ho già venduto all’estero tanti film in passato, anche con ottimo successo, vedi il primo Manuale d’amore e Il mio miglior nemico. Tornando al prossimo film di Veronesi ancora non posso dirvi tanto perché stiamo lavorando alla sceneggiatura. Io lavoro tantissimo sulla scrittura, rifaccio scrivere le sceneggiature tantissime volte, ed è per questo che nella mia carriera ho sbagliato pochissimo. Faccio mettere a punto le sceneggiature perché voglio che il film piaccia al pubblico. Noi ci poniamo sempre al servizio dello spettatore.

L’attira fare produzione negli Stati Uniti?

Nel 2004 feci Sky Captain, ma me ne occupai poco perché in quel momento entrai improvvisamente nel mondo del calcio con l’acquisto del Napoli. Comunque tornerò in America, anzi ci andrò a vivere per un po’ di tempo. Tenterò di fare film a budget medio. In America si fanno o megaproduzioni o film low-budget, io proverò a pormi nel mezzo. E vediamo se la mia capacità di fare marketing si sposerà con il mercato americano. Poi comunque sono intenzionato a produrre in Cina con registi e cast cinesi, in India con registi e cast indiani, in Brasile con registi e cast brasiliani. Vorrei esportare il mio cinema in produzioni straniere. Quando ho iniziato a fare il produttore, mio zio mi diceva di andare in America. Ma io sono rimasto in Italia, ed in questo paese così complicato ho prodotto un centinaio di film e distribuito più di 500. Di questi ne avrò sbagliato solo l’1%.

Quest’anno Muller si è finalmente accorto del cinema comico e ha costruito, insieme a Marco Giusti, una retrospettiva sull’attore comico italiano, però solitamente il cinema di genere rimane escluso dai festival…

Nelle liste stilate dai critici dei 10 film più belli della storia c’è quasi sempre La donna che visse due volte di Hitchcock. Quello secondo voi non è cinema di genere? Secondo me è limitativo distinguere cinema d’autore e cinema di genere o commerciale. Esiste chi sa fare cinema e chi non lo sa fare. Lo squalo di Spielberg non è un film di genere? E Kubrick non faceva film di genere? Per me i registi più grandi della storia sono Kubrick, Kurosawa e Fellini. Tutti gli altri sono stati e sono solamente grandi professionisti.

Oltre ad aver appena prodotto il prequel di Amici miei, sta anche restaurando l’originale di Monicelli, vero?

Si, lo sto restaurando. Con Monicelli lo porteremo il 6 ottobre al Festival di Lione. Abbiamo tolto tutte le nebulosità della pellicola. Altri progetti in corso, ovviamente Natale in Sudafrica, a breve partiremo con le riprese, con i tempi strettissimi come sempre. A Natale saremo in sala.

A proposito di cinepanettoni, all’interno della retrospettiva c’è anche il suo primissimo Vacanze di Natale?

Sono molto contento che Muller si sia ricordato del cinema comico italiano ed anche di Vacanze di Natale. Durante le riprese, nell’83, dicevo a De Sica e a Jerry Calà che secondo me stavamo facendo una cavolata ed allora loro cominciarono a dare il meglio. Alla fine venne un film divertentissimo ed ancora oggi si ride. E’ un ritratto perfetto di quegli anni ed è anche una compilation straordinaria. Nel film ci sono tantissime canzoni. Mi ricordo che Jerry improvvisava sempre tante canzoni al pianoforte. Così dovetti prendere molti diritti. Arrivammo al giorno prima dell’uscita che ancora dovevano arrivare alcune deliberatorie per le musiche. Ci lavorammo tantissimo.


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