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Incontro con Carlo Verdone

Pubblicato il 15 gennaio 2010 da Gaetano Maiorino


Incontro con Carlo Verdone

“È un piacere essere qui, in un quartiere popolare che sta diventando un nuovo centro, in un cinema con una storia così importante di riscatto sociale. È un piacere incontrare il pubblico romano in una cornice come questa”. Carlo Verdone inizia così il suo discorso ai fan accorsi giovedì 14 gennaio a vedere il suo ultimo film, Io, loro e Lara, al Nuovo Cinema Aquila, fiore all’occhiello dell’offerta culturale del quartiere Pigneto a Roma. C’era anche Close-up a seguire l’incontro, durante e dopo il quale è stato possibile fare alcune domande all’artista romano. Un incontro che è stato una festa per l’attore e regista, accompagnato da Marco Giallini e Cristina Odosso, altri due protagonisti di questa pellicola che sta riscuotendo un grande successo nelle sale italiane, con quasi 10 milioni di incassi fino a oggi, in una sola settimana. “È delicato mettere un sacerdote in una commedia, bisogna andarci piano” ha continuato Verdone spostando l’attenzione sull’ultimo personaggio da lui creato, il prete don Carlo, “dopo essere stato missionario in Africa, don Carlo torna a casa perchè ha una crisi di fede e si rende conto che la situazione è molto più difficile di quanto pensasse. La sua nuova missione per forza di cose diventa recuperare la sua famiglia, una famiglia scombussolata in cui ci sono evidenti problemi che rispecchiano tanti spaccati di fragilità occidentale, vizi, virtù e debolezze visibili in tutto il mondo”.

Forse don Carlo è il personaggio meglio tratteggiato della filmografia di Verdone, è così perchè è il più equilibrato, quello più lontano dalle macchiette che ci ha finora proposto?

È un prete interessante perchè entra dentro ai problemi della famiglia, li vive come una persona normale. Non c’è più la distanza tra pulpito e i fedeli, rispecchia la realtà; alla fine compie un piccolo miracolo rimettendo in sesto un mosaico familiare che sembrava dissestato.

Una famiglia in cui ci sono evidenti problemi di comunicazione.

Si, grandissimi problemi di comunicazione, una famiglia che rappresenta un mondo occidentale che sembra felice ma che in realtà è molto infelice, ha tutto ma è sempre scontento. E c’è questo parallelo con l’Africa dove in realtà non c’è niente, ma c’è più dignità.

Mancanza di comunicazione che si nota nei dialoghi sempre urlati tra i familiari e anche con il continuo squillare di cellulari e l’uso a volte distorto anche di internet.

È che qui da noi c’è tutto ma manca l’etica, il modo giusto di usarle queste cose; lì in africa le cose sono poche ma come dicevo c’è molta più dignità. Comunque sia, c’è ugualmente un messaggio di ottimismo, piccolo perchè si tratta di una commedia che deve per prima cosa divertire, ma c’è. E’ un messaggio di speranza nell’immagine finale del film (la famiglia riunita sul divano a Natale ndr.).

Proseguendo nel raccontare la realizzazione di Io, loro e Lara, Verdone si è detto molto felice del clima sereno che si respirava sul set, “un’atmosfera che mi aiuta. Avere sempre lo stesso gruppo di collaboratori mi fa sentire un po’ come in famiglia e così si trova la giusta leggerezza per rendere meglio e anche improvvisare diventa più facile”. Ma il film è anche un punto di svolta per un’intera carriera: “sono passati trent’anni dal mio primo film e questo vuol dire molto per un attore, è una carriera lunga e a volte inimmaginabile. Arrivati a una certa età o si declina naturalmente o si riparte cambiando qualcosa ma trovando forti motivazioni. Io spero di essere riuscito a raccontare sempre con sincerità le mie storie. La dedica a mio padre poi è molto sentita. Quando stava male mi diceva di non andarlo a trovare in clinica perchè altrimenti avrei trascurato il film e lui voleva che glielo girassi bene questo film. Ho dato ancora di più proprio per girarglielo bene”.

Io, loro e Lara rappresenta un piccolo unicum nella tradizione distributiva italiana.

Sì, è strano vedere un film uscire alla fine delle festività natalizie. Ringrazio la Warner che ha creduto nel progetto e che ci ha puntato moltissimo avendo l’intuizione di uscire il 5 gennaio. A un certo punto ci siamo trovati schiacciati tra i film di Natale e questo nuovo colosso che è Avatar. Ho temuto che il film potesse andar male, ma poi ho sentito la fiducia di tutto lo staff della Warner che mi ha dimostrato di puntare molto su questo lavoro, e devo dire che finora siamo stati premiati.

Qual è il segreto di un attore così bravo e amato come lei?

Il segreto del bravo attore è avere l’arte di nascondere l’arte.

È stato definito il pedinatore degli italiani. La prossima volta chi pedinerà?

Non so, penso comunque di fare ugualmente una commedia con un tema importante, qui c’è la famiglia, la prossima volta forse il mondo dei giovani, non so, vediamo un po’.

Leggi la recensione di Io, loro e Lara


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