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INSIDE GOLA PROFONDA

Pubblicato il 18 maggio 2005 da Antonio Pezzuto


INSIDE GOLA PROFONDA

Era il 1972 quando uscì Gola profonda, il film che dovrebbe aver segnato una intera epoca. Dietro la macchina da presa Gerard Damiano, oggi attempato anziano, dai pantaloni dalla vita decisamente troppo alta. Interprete principale la compianta Linda Lovelace, morta poco tempo fa in un incidente automobilistico. Ma dietro questo nome anche l’informatore segreto del Watergate (anche lui, pare, in procinto di abbandonare questo mondo). Di quello che è stato questo film ce ne parlano Randy Barbato e Fenton Bayley che dopo Party Monster continuano la loro ricerca documentaria sulla sessualità (in questo caso non più omosessuale). E ce ne parlano usando la voce di chi del boicottaggio di questa pellicola fu artefice e di chi rivendicava il diritto di vedere qualsiasi cosa. Una pagina oscura nella storia del cinema, la censura che questo film subì, anche se a noi italiani, sentendo questi racconti di censura, vengono in mente quei film di Bertolucci o di Pasolini, che subirono una sorte simile. In un certo senso è strano pensare all’accostamento tra i molteplici usi delle naturalissime tavolette di burro di Ultimo tango a Parigi e l’innaturale posizionamento degli organi del corpo di Gola profonda (in quest’ultimo caso, per chi non lo sapesse, si trattava di un clitoride posizionato in fondo alla gola), ma in fondo in questi film si riproducono le diverse dinamiche delle relazioni tra i sessi. Detto questo il discorso si ferma qui. Gola profonda, nel senso dello scandalo Watergate, non trova corrispondenze nel panorama politico italiano, la questione del cosa sia lecito vedere o non vedere, oggi ha assunto, soprattutto dopo la guerra con l’Irak, connotazioni completamente differenti. Così come fa scalpore sapere che non si possono avere immagini della villa in Sardegna, residenza estiva di un nostro uomo politico. È sempre il potere che decide cosa sia lecito vedere e cosa sia sconsigliato, è solo il potere che decide fino a che punto siamo adulti. Che Gola profonda sia stato vietato di per se non vuol dire molto (escludendo coloro i quali considerano Damiano regista da cineteca). Di cose che non si dovrebbero vedere ce ne sono miliardi, ed alcune sono anche invisibili per conto loro. Problema diverso è capire chi può dirci cosa possiamo vedere o non vedere. Certo, andare a cinema è ontologicamente un’operazione voyeuristica, e la sola risposta dovrebbe essere che va visto tutto ciò che ci fa del bene vedere. Basta non spacciare per “momento fondamentale” o per “pietra miliare” o “capolavoro etico ed estetico” lavori mediocri come era quello di Damiano, che non valgono un fotogramma dei lavori del primo Scorsese, di De Palma, Toback, Coppola, Pasolini o Godard, che quella estetica avevano creato, e che non valgono una riga dei dialoghi di Bataille, Cocteau o Miller, perché sui rapporti tra sesso e potere hanno creato ben altre storie per i nostri occhi. È giusto guardare tutto quello che ci fa piacere. È meno giusto considerare universale il nostro singolo piacere. Gola profonda è importante perché è il film che più ha incassato nella storia del cinema, in relazione a quanto è stato speso per realizzarlo. In un mondo con logiche da supermercato, ha segnato un’epoca. Ma, per fortuna, ciò è vero solo in un mondo dominato da quelle logiche.

regia: Randy Barbato, Fenton Bayley sceneggiatura: Randy Barbato, Fenton Bayley fotografia: David Kempner, Teodoro Maniaci montaggio: William Grayburn, Jeremy Simmons musica: David Benjamin Steinberg narratore: Dennis Hopper durata: 92’ origine: Usa 2005

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