Insidious
Il tentativo di conferire nuova linfa vitale ad un genere cinematografico non sempre produce i risultati sperati. Nell’horror, in particolare, gli sforzi profusi in tal senso hanno portato ultimamente a deragliare in sottogeneri per certi versi “illegittimi”; come ad esempio il filone sadico sanguinario, inaugurato da Saw, oppure quello, ormai inflazionato, delle pseudo riprese amatoriali, alla Blair Witch Project, e dei montaggi da inquadrature fisse, alla Paranormal Activity. Col suo Insidious, il regista di origini malesi James Wan – peraltro autore del sopracitato Saw - riesce invece a sfornare un prodotto di buon spessore ed a trasmettere abbondante tensione emotiva, senza dover ricorrere ad eccentriche innovazioni; anzi, al contrario, attinge a piene mani dagli elementi più classici del genere, dalla casa infestata al bambino “posseduto”, dalle presenze demoniache ai mondi paralleli. Questa rielaborazione di stereotipi viene tuttavia effettuata con originalità e personalità, creando le adeguate atmosfere da brivido e coinvolgendo pienamente lo spettatore con un elevato grado di suspense.
Renai (Rose Byrne) e Josh (Patrick Wilson), coniugi con tre figli, decidono di trasferirsi in una vecchia casa nella periferia della città. Questo evento eccitante e gioioso si trasforma ben presto in tragedia perché il bambino più grande, Dalton, cade da una scala e batte la testa, entrando in uno strano coma. Il fatto appare quanto mai inspiegabile ai medici poiché i danni fisici provocati dalla caduta non sembrano giustificare lo stato vegetativo del ragazzo; sembra quasi che sia la volontà dello stesso Dalton a determinare le sue condizioni di incoscienza. Renai comincia a percepire in casa inquietanti rumori, che presto si trasformano in fenomeni inspiegabili, al punto di spingere la famiglia ad abbandonare quel luogo apparentemente infestato. I problemi però permangono e si viene così a comprendere che è lo stesso Dalton a fungere da polo attrattivo per le entità maligne provenienti da una sorta di oscura realtà parallela: l’Altrove.
Presentato in anteprima nel 2010 al Toronto Film Festival, il film ha incassato finora nel mondo oltre 92 milioni di dollari, a fronte di un budget di soli 1,5 milioni. Pur potendo contare su risorse così scarse, Wan è tuttavia riuscito a mettere in piedi un efficace meccanismo scenico, capace di generare un crescendo di tensione emotiva senza mai ricorrere ai soliti colpi bassi o ad abusati effetti splatter; soprattutto attraverso un sapiente uso delle inquadrature e ad un montaggio dalle giuste cadenze, il regista ha saputo creare atmosfere tese e disturbanti, conferendo nel contempo ritmo e fluidità allo sviluppo narrativo. Nell’incalzante procedere della trama, tra verità gradualmente rivelate e “presenze” sempre più tangibili, Wan non ha peraltro mancato di offrire più di una pennellata visiva di notevole impatto.
Soltanto nella sua parte conclusiva il film registra qualche battuta a vuoto, soprattutto a causa di una sceneggiatura che scivola verso rivelazioni insoddisfacenti e poco plausibili, pur se rapportate al contesto fantasioso della trama. In un certo senso, la pellicola dà il meglio di sé quando aleggia il mistero che alimenta attesa ed inquietudine; quando, invece, i meccanismi di creazione della suspense cedono il passo alla rappresentazione, un po’ scontata e confusionaria, dell’oscura realtà parallela, il film perde gran parte del suo fascino e si banalizza. Resta in ogni caso un prodotto che ogni amante del genere dovrebbe vedere, anche per apprezzare echi, omaggi e riferimenti a grandi “cult” del passato: da Gli invasati a Poltergeist, da Amityville Horror ad Entity. In sostanza, un onesto film horror che centra i principali obiettivi del genere: spaventa, avvince, colpisce.
(Insidious) Regia: James Wan; sceneggiatura: Leigh Whannell; fotografia: David M. Brewer, John R. Leonetti; montaggio: Kirk Morri, James Wan; musica: Joseph Bishara; interpreti: Rose Byrne (Renai), Patrick Wilson (Josh), Lin Shaye (Elise Rainier), Barbara Hershey (Lorraine); produzione: FilmDistrict, Stage 6 Films, Alliance Films; distribuzione: Filmauro; origine: Usa; durata: 103’.