Interview

Rischiosa l’operazione in cui si è cimentato l’attore-regista newyorchese Steve Buscemi. Prendersi carico del primo remake di una trilogia, Triple Theo, costituita da rifacimenti di film del regista olandese Theo Van Gogh, ucciso nel novembre del 2004 da un ultra-fondamentalista irritato per la visione dell’Islam che scaturiva dal cortometraggio Submission:Part 1.
La storia di Interview è presto detta: il giornalista Pierre (Steve Buscemi), noto reporter di guerra e uomo di mondo, viene inviato ad intervistare Katya (una sorprendente e seducente Sienna Miller), attrice di soap opera che deve la propria popolarità alle riviste di gossip. L’irritazione ed un primo, disastroso approccio all’intervista “leggera”, confluiranno lentamente in una reciproca conoscenza che svelerà tratti del carattere inaspettati in entrambi. Buscemi gira un remake dimostrando di aver assorbito e ri-digerito il film firmato nel 2003 dal bis-nipote del pittore dei girasoli. Giunto ormai alla sua terza “creatura” per il grande schermo, dopo il felice esordio di Mosche da bar e la conferma di Animal Factory (inframezzate da alcune regie dei Sopranos), l’attore rivendica prima di tutto una propria visione d’autore con una micro-storia che pone l’accento su tre caratteristiche principali: le interpretazioni dei due attori, una scenografia funzionale e una partitura di dialoghi che è climax piacevolmente celebrale.
Tre le macchine da presa che simultaneamente riprendono i due attori, tre punti di vista che catturano in ogni piano di ripresa ogni improvvisazione, gesto, smorfia e sorriso. Tre sguardi per la stessa scena, per una storia dai mille frammenti. Un metodo utilizzato dal regista olandese a paradigma di uno stile che parte dalla tecnica. Ed è per questo che Buscemi ha voluto, per sè, la stessa troupe che aveva collaborato con Van Gogh.
La macchina a mano sgrana l’immagine, gli attori si muovono nel palcoscenico del loft e la indirizzano dove credono, muovendosi ed agendo come due figure tragiche in cerca di una soluzione alle proprie ombre, ai propri violenti rancori, alle frustrazioni sopite. Ottantaquattro minuti che narrano di un rovesciamento di equilibri nell’incontro tra un uomo e una donna. Restano marginali alcuni difetti che una regia piatta avrebbe risaltato maggiormente: da una parte l’eccessiva velocità di azioni e reazioni, capovolgimenti di fronte e affollamento logorroico di parole, quindi il sentore di una storia filmata che avrebbe potuto avere il gusto rancido del teatro al cinema. A vincere sono i due interpreti, che sostengono sui volti e i corpi il lungo tappeto di dialoghi con botta e risposta a cadenza continua, interagendo con lo spazio claustrofobico dell’appartamento, un non-luogo violato solo dagli squilli del cellulare e dalla voce fuori campo di un fidanzato geloso. La scenografia, infatti, a parte le prime scene girate in un ristorante di tendenza, si dipana tutta nel loft dal lusso minimal di Katya. Un luogo open-space dove ogni oggetto regala una specifica funzionalità alla storia e al gioco delle parti in continua osmosi: dalla bottiglia di bourbon scolata man mano dai due, all’amaca, al computer “rivelatore”, alla tenda che divide la casa dalla zona-notte. Sienna Miller è conturbante sirena ammaliatrice, perfetta nel portare il bolso giornalista nel suo antro bestiale e si amalgama perfettamente a un Buscemi pallido ed emaciato.
Un climax basato unicamente sui dialoghi, una storia che emerge dalle frasi spezzate, dagli sguardi e dai giochi di seduzione della bella attrice sul giornalista, momenti in cui si dipanano psicologie, paure, angosce, poche certezze. Dialoghi brillanti e mirati, brevi tempi morti che “telefonano” piccole scene madri. Un confronto tra due esseri umani che recano tracce profonde di ferite non ricucibili, due anime perse che si ritrovano nella solitudine, che si incontrano nella reciproca attrazione, nel condiviso approccio cinico alla vita. Mentre si attendono le regie di Stanley Tucci e di Bob Balaban per chiudere la trilogia ispirata ai film di Van Gogh, Interview si rivela un seducente gioco a scacchi per lo spettatore accorto.
(Interview); Regia: Steve Buscemi; sceneggiatura: David Schechter, Steve Buscemi a partire dall’omonimo film diretto da Theo Van Gogh; fotografia: Thomas Kist; montaggio: Kate Williams; scenografie: Loren Weeks; interpreti: Steve Buscemi (Pierre Peders), Sienna Miller (Katya), Michael Buscemi (Robert Peders), Jackson Loo (Theo), Tara Elders (Maggie); produzione: Column Pictures, Ironwork Productions; distribuzione italiana: Fandango; durata: 84’; origine: Usa, 2007; webinfo: Sito del film USA;
