Intervista a David Robinson, direttore delle Giornate del Cinema Muto

Direttore delle Giornate del Cinema Muto dal 1997, David Robinson è critico e studioso di cinema, biografo ufficiale di Charlie Chaplin con il libro Charlie Chaplin: la vita e l’arte. Lo incontriamo in conclusione del festival per chiedere un bilancio di questa esperienza, che continua ininterrottamente da diciassette anni.
Da come ha potuto sottolineare nella serata di apertura, ogni anno alle Giornate si presenta un programma sempre migliore dell’anno prima per qualità e scelta. Il programma di quest’anno forse sembra aver offerto una riflessione, un messaggio del cinema muto al periodo di crisi che stiamo vivendo. Che ne pensa?
È vero. Il programma di quest’anno potrebbe avere questa sensibilità, anche se quando abbiamo selezionato le pellicole non ci abbiamo pensato. Forse con la scelta di un classico del cinema muto come Charlie Chaplin, si è voluto concentrare l’attenzione sulla condizione umana.
L’immagine di Charlot, icona del cartellone della manifestazione di quest’anno, ne è infatti un esempio?
La scelta infatti di Charlot, come simbolo di una manifestazione, non capitava da anni. Credo che sia stata la scelta più opportuna vista la grande sensibilità del personaggio per offrire un viaggio più che opportuno nella crisi.
Quale è il film che di questa edizione si sente più orgoglioso di aver selezionato?
Felicissimo de La Corazzata Potemkin nella versione sonorizzata, visto che si trattava di un’anteprima e che non viene mostrata facilmente. A proposito come l’ha trovata?
Per me è stato uno shock. Uno shock positivo, intendo. Nel mio immaginario rimane insuperabile la versione originale. Questa è soltanto un’ulteriore versione, interessante dal punto di vista storico cinematografico.
Passando ad un’ulteriore domanda: Le Giornate del Cinema Muto rappresenta una comunità di appassionati, critici, storici del cinema. Quale, secondo lei, è il segreto di questo movimento?
La comunità ruotava attorno a due cinema negli anni Novanta. Ora le attività vengono fatte tutte al Teatro Verdi.
È sempre stata una comunità in cui il dialogo è molto prolifico. Credo che il maggior potenziale presente negli ultimi anni sia il Collegium, visto che migliora di anno in anno.
Cosa mi dice riguardo alla digitalizzazione dei film muti? Può rappresentare un’ulteriore risorsa per diffondere questo tipo di film?
Gli italiani difendono la copia su vecchio supporto proprio a causa della velocità di proiezione. Invece alcuni festival come Festival del film muto di Los Angeles considerano soltanto i film come qualcosa di vecchio che dunque abbia la necessità di essere digitalizzato. Ma per far questo ci vogliono diversi soldi. Personalmente ho notato delle differenze in alcune copie apparse nel 2012. Ma complessivamente la digitalizzazione la vedo positivamente.
Cosa si aspetta dalla prossima edizione delle Giornate?
È arrivata l’ora che vada in pensione...
[sorride]
La cosa che mi entusiasma è vedere molte persone felici e forse la Masterclasses rappresenta la base su cui fondare la prossima edizione.
Per uno storico delle precedenti edizioni: http://www.cinetecadelfriuli.org/gc...
