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Intervista a Leon Ford, Ryan Kwanten e Maeve Darmody,regista e attori di Griff the Invisible

Pubblicato il 12 febbraio 2011 da Giovanna Branca


Intervista a Leon Ford, Ryan Kwanten e Maeve Darmody,regista e attori di Griff the Invisible

Berlino 2011 - “Voi non avete mai sognato di essere supereroi o qualcosa del genere?”. A chiederlo è Leon Ford, regista e sceneggiatore australiano di Griff the Invisible, presentato nella sezione Generation 14 Plus alla Berlinale.
Il suo film è infatti la storia di un ventottenne disadattato, Griff, che si immagina di essere un supereroe, anzi ne è quasi perfettamente convinto. Griff è interpretato da Ryan Kwanten, noto per la sua parte nel serial Tv True Blood nei panni di Jason Stackhouse. “Ma il film non è tanto basato sul genere del “supereroe”, volevo raccontare una storia d’amore”, spiega Leon Ford. Durante le sue peripezie Griff infatti incontra Melody – interpretata dall’attrice australiana Maeve Dermody – una ragazza che vive anche lei in una ’bolla’ di fantasie e si innamora perdutamente di lui.
La storia del supereroe è solo un pretesto per raccontare l’amore tra due persone – continua il regista - e soprattutto un’apologia del mondo dell’immaginazione sfrenata. L’idea di Griff the Invisible è nata quando un giorno al ristorante ho visto un bambino che giocava da solo, immerso nel suo mondo interiore, e si divertiva tantissimo. Ho pensato che se un adulto avesse fatto la stessa cosa l’avrebbero considerato un pazzo. Griff impersona tutte le fantasie che gli esseri umani hanno da bambini e che poi vengono frustrate con il passare del tempo. Io ho iniziato facendo l’attore a teatro nella National Shakespeare Company, e tutti mi dicevano di abbandonare le fantasie di diventare attore e di trovare un lavoro serio”.
Ho subito voluto fare il film perché quando ho letto la sceneggiatura mi ha dato l’impressione di essere basata su di me - spiega Ryan Kwanten – ho realizzato di non essere da solo. Quando ero un ragazzino anche io come Griff ero una specie di sociopatico; osservavo le conversazioni, le interazioni e le dinamiche tra le altre persone ma non prendevo mai parte a niente. A quei tempi solo l’idea di farmi intervistare mi avrebbe fatto venire un infarto”.
Nella vita di tutti i giorni Griff è tiranneggiato a lavoro, non ha amici né fidanzate. Quando torna a casa però si illude di essere capace di combattere il crimine e di poter inventare una tuta che gli dia il dono dell’invisibilità. A spalleggiarlo c’è solo Melody, che da quando lo incontra si unisce al suo mondo di fantasie. “Mi piaceva l’idea di interpretare un personaggio con un punto di vista così diverso sulla realtà”, spiega Maeve Dermody. “E’ allo stesso tempo un personaggio romantico e comico, ma io ho cercato di non renderla macchiettistica, di non fare ironia sulle sue follie”.
La follia, ad esempio, di costruire una tuta per rendere invisibile il suo amato “supereroe”.
Ma avrebbe potuto sognare di essere un agente segreto, o un cowboy”, racconta Leon Ford. “Nella storia che avevo pensato all’inizio Griff si trasformava a turno in tutti questi personaggi, ma poi ci siamo limitati al supereroe che è forse la la sintesi di tutte le fantasie dei ragazzini”.
Nel film non ci sono molti effetti speciali, nonostante le ambizioni supereroiche di Griff. “Gli effetti speciali non mi piacciono tanto. Preferisco che un film ne abbia il minimo indispensabile, in modo da stimolare l’immaginazione dello spettatore”, spiega ancora il regista. Ciò che invece è curatissimo sono i costumi dei protagonisti, quelli della vita di tutti i giorni. “La costumista Shareen Beringer ha avuto una grande influenza sul film”, dice Leon Ford. “Il vestiario era fondamentale per dare l’idea di come Griff interpreta e cerca di adeguarsi al mondo delle persone normali: indossa delle cose stravaganti che dal suo punto di vista sono quelle adeguate al mondo che lo circonda”.
I vestiti di Griff potrebbero essere indossati tranquillamente – continua Ryan Kwanten – ma c’è sempre un piccolo particolare che li rende strani: l’impermeabile giallo acceso, le maniche troppo corte, le scarpe che noi sappiamo essere adatte a correre se dovesse avere l’urgenza di trasformarsi in supereroe. Quando è vestito normalmente Griff interpreta un personaggio. Quindi calarmi nei suoi panni ha significato interpretare una persona che in certi momenti recita una parte”.


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