#iorestoacasa: consigli per l’uso
In questi giorni difficili, per l’Italia intera, il direttore Giovanni Spagnoletti e tutta la redazione di Close up propongono, qui di seguito, alcuni titoli che potranno, si augura, fornire alcuni momenti di distrazione. I nostri redattori hanno singolarmente scelto film, serie tv o libri che potrebbero interessarvi e, a tal proposito, nei prossimi giorni verrà realizzata una rubrica con i grandi classici del cinema, analizzati e pronti per essere nuovamente apprezzati.
I consigli del Direttore Giovanni Spagnoletti
HERZOG INCONTRA GORBACIOV (Meeting Gorbachev) di Werner Herzog.
Il buon vecchio Werner ha vissuto nel terzo millennio una quasi inaspettata seconda rinascita artistica nel campo del documentario, nel “cinema del reale” (quello di fiction, pur se ci ha riprovato a più riprese, non è propria cosa che fa per lui). Ma si è sempre tenuto un po’ distante, in modo piuttosto glaciale, com’è tipico del suo incipit spirituale, da qualunque presa di posizione politica. Qui invece tradisce una grande e tangibile emozione nel incontrare un uomo, l’incarnazione di un mito, del sogno (mission impossible) di rigenerare il Socialismo reale della Urss. Con Gorbi Herzog intrattiene uno straordinario duetto pieno di passione e nostalgia, con un uomo che ha provato a raddrizzare (con una seconda rivoluzione dopo quella del 1917) il cammino del secolo breve. Un film necessario quanto appassionante, nel ricostruire passo passo la vita di un uomo, ormai diventato o quasi, un pensionato come tanti. Chi se lo sarebbe aspettato un risultato del genere?
LE JEUNE AHMED (L’ETA’ GIOVANE) di Jean-Pierre e Luc Dardenne.
Devo premettere che non sono stato mai – a ragione o a torto, non importa - un gran fan del cinema dei fratelli belgi: mi è sempre sembrato fosse una intelligente macchina celibe, costruita per piacere e compiacere il potenziale pubblico di sinistra. Pur avendo affrontato dunque il film con un radicato pregiudizio (“tanto non ti piacerà”), mi sono sorpreso già dalle prime battute, a partire dalla stupenda descrizione, secca e disturbante, del protagonista, un adolescente musulmano diventato in pochi mesi un fanatico della jihâd. Le jeune Ahmed gioca sul filo del rasoio del pregiudizio antiarabo con un personaggio antipatico e quasi spregevole, di cui non si riesce neanche ad avere pietà perché, nel suo ideologismo ottuso, potrebbe diventare, anzi diventa molto pericoloso – e per di più lo si detesta per il suo atteggiamento monadico nei confronti dell’ambiente e della famiglia. Si tratta quindi della descrizione di una Bildung terribile e negativa che si conclude ad effetto con un inaspettato (poco credibile?) finale bressoniano, in cui si riverbera la luce di una pietas perduta. A Cannes 2019 ha vinto il premio della Regia sollevando perplessità in molti addetti ai lavori, diversi colleghi illustri lo hanno stroncato, considerandolo un passo falso nella carriera sinora in salita dei Dardenne. Per me invece una grande, inaspettata sorpresa. E sono totalmente d’accordo con l’amico Anton Giulio Onofri (con cui sono il più delle volte in totale disaccordo) che su Close-Up ha scritto una recensione esemplare: http://www.close-up.it/l-eta-giovane.
SHEYTAN VOJUD NADARAD/THERE IS NOT EVIL di Mohammad Rasoulof
Girato in semiclandestinità in Iran da Mohammad Rasoulof, al suo settimo lm, e approdato in maniera avventurosa al Festival di Berlino 2020, ha vinto l’Orso d’oro alla grande. E non solo per l’ovvio bonus ad un film vietato in patria e a un regista seriamente in pericolo di essere sbattuto in prigione per aver criticato le istituzione del suo paese (c’è in corso una mobilitazione internazionale contro questa decisione ma in epoca di corovirus sarà - temo - bellamente ignorata). There is No Evil è un’opera complessa e stratificata, forse non del tutto omogenea e risolta nelle sue parti, che tematizza in modo appassionante il diritto etico a vietare la pena di morte. Le parti che lo compongono (un prologo e tre episodi), sono intrecciate e rispondono tutte ad un fortissimo imperativo morale che si traduce in una prosa cinematografica semplice ma potente insieme. Come nei migliori esempi passati della scuola cinematografica dell’Iran che ha composto da almeno vent’anni dei grandissimi film, ben al di là e al di sopra di tante cinematografie più ricche e paludate. Uscirà chissà quando anche nel nostro paese distribuito da Satine Film, non perdetelo in nessun caso. La faccio breve rimandovi alla recensione di Matteo Galli (http://www.close-up.it/there-is-no-evil). Cinque stelle ultrameritate.
Alessandro Izzi (codirettore)
MERAVIGLIOSO BOCCACCIO dei Fratelli Taviani
Non un film eccelso, certo. Neanche bellissimo. Forse appena bello. Però potrebbe aiutare a riflettere su questo strano senso di italianità ai tempi del coronavirus. Ed è una galleria di giovani attori italiani come non ne capitava di vedere da tempo. E si era in anno domini 2015!
I’M NOT OK WITH THIS
Ebbene sì: I’m not ok with this è un prodotto derivativo che recupera la comunicazione veloce di The end of the fucking world miscelandolo col sense of wonder nostalgico di Stranger Things. Eppure la serie cammina bene e funziona nel suo gusto post modern senza troppo citazionismo e con un’attenzione a tratti sincera sul mondo adolescenziale colto con spirito corrosivo, ma senza i picchi della serie inglese di cui sopra che è assai più inquietante. Del resto siamo nella normalizzante America televisiva che però non è impermeabile all’inquieto vivere dell’oggi. E poi i giovani interpreti sono una goduria.
STAR TREK - PICARD
Perché recuperare un personaggio come il mitico Jean-Luc Picard e concedergli questo assolo nell’universo treckie supera la dimensione nostalgia e ci immerge in una fantascienza crepuscolare, di personaggi che sopravvivono alla loro stessa leggenda, mentre il mondo intorno a loro è sporco e compromesso forse al di là di ogni possibilità di salvezza o redenzione.
L’ESATTA PERCEZIONE di Andrea Viscusi
Un testo interessante per comprendere lo stato delle cose del fantastico italiano, un genere poco frequentato e per lo più relegato nel sottobosco delle pubblicazioni specialistiche. Eppure "L’esatta percezione" è una riflessione importante su quanto incerta sia la nostra interpretazione del Reale e sulla relatività inquietante delle nostre stesse percezioni.
Edoardo Zaccagnini
LE NOTTI DI CABIRIA di Federico Fellini
Una che ama la vtia come pochi altri. È nata sfortunata ma con un grande dono: sapersi innamorare di tutto. Sognare, sperare, rinascere, nel finale dopo la tragedia, solo per due note ascoltate.
THIS IS US
Ci sono serie accattivanti, magnetiche, che ti prendono, ti sbattono in poltrona e ti ci lasciano fino a che non sono finite. Per diverse stagioni. Breaking Bad, House of Cards, sono tra queste. Ma ce ne sono altre che oltre ad acchiapparti, a essere scritte egregiamente, possono aiutarti a migliorare nelle relazioni, a rimettere equilibrio nella tua vita. This Is Us è tra queste. Parla dell’essere umani prima di tutto, di mettere i rapporti con le persone care al centro della nostra vita. Questo tempo così assurdo, surreale, doloroso e angosciante, può essere l’occasione per riflettere su questo, e questa serie può dare una bella mano.
I FRATELLI KARAMAZOV di Fëdor Dostoevskij
Solo se la quarantena sarà molto lunga. Solo se si vuole affiancare alla lettura uno studio apprpfondito e si si avvertono esigenze spirituali, se si ha voglia di riflettere si qualcosa di grande.
Fabiana Sargentini
FORZA MAGGIORE di Robert Östlund
Un film per vedere come ci si comporta in caso di emergenza tra la vita e la morte.
QUATTRO MATRIMONI E UN FUNERALE di Mike Newell
Un film che non smette mai di far sorridere e commuovere.
THE GOOD WIFE
Visto che il tempo non manca, qui abbiamo sette stagioni, 156 episodi, all’incirca 45’ l’uno. Intelligente, intrigante, benissimo scritto e recitato. Una serie sulla giustizia eclettica e non politically correct.
BORIS
Tutte le stagioni per ridere con il cervello.
IL COLIBRI’ di Sandro Veronesi
Così sapremo fare conversazione quando vincerà il premio Strega: un bel libro intimo, sulle scelte personali, le rinunce, l’ineluttabilità del tempo.
Giammario Di Risio
L’ULTIMO DEI MOHICANI di Michael Mann
Le avventure di Occhio di Falco e la ricerca appassionata, spasmodica e folle, della bella Cora, l’amore di una vita. Un film classico hollywoodiano per tutta la famiglia, con uno dei migliori registi nell’incrocio tra fine autorialità e puro entertainment.
THE AFFAIR
Cinque stagioni, un tradimento iniziale e punti di vista differenti che sviluppano una trama affascinante, sofisticata e carica di dramma. Qui la sceneggiatura vince su tutto, sono i dialoghi che penetrano nella nostra sensibilità.
LA GRANDE STORIA DELLE CROCIATE di Jean Richard
Una narrazione avvincente per raccontare un periodo storico carico di epos. In un momento di distanze sociali, questo libro offre una lettura storica sul più importante contrasto sviluppatosi tra Occidente e Oriente.
Giulia Genovese
MADRE di Darren Aronofsky
Attraverso la semplice premessa di una coppia stabilitasi in una magione di campagna, il film mette in scena un’enigmatica e viscerale discesa nel caos, dove Creazione e Distruzione si ripetono, alternandosi – al pari di un loop di due sequenze proiettate all’infinito – e nella quale l’Uomo è il solo e unico fautore della propria Fine.
NON LASCIARMI di Kazuo Ishiguro
La storia di tre studenti di un collegio inglese – narrata dalla protagonista Kathy H., in tre piani temporali – procede in maniera sempre più devastante, man mano che ognuno dei tre scopre ciò che si cela oltre il velo di apparente idillio del luogo e percepisce il destino verso cui sta per andare incontro.
Marco Di Cesare
PER QUALCHE DOLLARO IN PIU’ di Sergio Leone
Il regista italiano più studiato negli USA ci racconta di bounty killer affamati di denaro nell’arido West. Quest’ultimi possono ben rappresentare l’America trumpiana di oggi, secondo alcune fonti disposta a comprare, per un miliardo di dollari, l’azienda tedesca che pare essere vicina a scoprire il vaccino contro il Coronavirus.
CHERNOBYL
In Russia, oltre trent’anni dopo quel tragico incidente, questa serie firmata Sky ed HBO è stata bollata come pura propaganda occidentale. Viste le restrizioni alla vita dei propri cittadini imposte da taluni governi (Italia in prima fila), visti gli iniziali silenzi della Cina riguardo il Coronavirus e le reciproche accuse agli Stati Uniti e viceversa, le frontiere chiuse, il discorso di Boris Johson e gli egoismi tra i paesi dell’Unione Europea, col senno di poi verrebbe da dire che i russi non Russi non avessero tutti i torti.
SEGNI DI VITA: WERNER HERZOG E IL CINEMA di Grazia Paganelli
Lo scopritore di mondi lontani sul nostro stesso Pianeta Terra. Lui si che saprebbe dove andare e con quali strabilianti immagini tornare. Se solo glielo permettessero.
Monia Manzo
INTO THE WILD di Sean Penn
Un incontro fatale tra un ragazzo unconventional e la forza della natura. Un’avventura in cui l’uomo conosce la vera essenza della vita attraverso la bellezza dell’origine del creato.
LUCIFER
Un’accattivante e moderna versione hollywoodiana del Diavolo sceso in terra, possessore di un locale cool di LA. Un Lucifer che diventa collaboratore della giustizia e si innamora per la prima volta in una delle sue molte vite.
DIARIO DI EVA di Mark Twain
Una suggestiva visione femminile del momento in cui tutto ebbe inizio.
Stefano Colagiovanni
BETTER CALL SAUL
BCS è l’ideale per tutti coloro che hanno amato Breaking Bad, e per chi è alla ricerca di una serie realizzata con piglio e sguardo autoriale, più cinematografico, che televisivo. Vince Gilligan esalta cast e personaggi con poche ma semplici ed efficacissime idee, mettendone in risalto le defezioni caratteriali, per un prodotto complesso e brillante, che è, soprattutto, un vanaglorioso e malinconico romanzo di formazione adulto.
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