Iron Man

La prima scena è importante. Sempre. Una fulmicotonica carrellata laterale dal basso su due Hammer militari che sfrecciano nella polvere, il dettaglio su un bicchiere di whisky,un primo piano di un Robert Downey jr sbarbato ed elegantissimo. Il tutto condito dal riff di chitarra di Back in black firmato Ac/Dc. Un incipit stratosferico che proietta in breve lo spettatore nella storia di Tony Stark, massimo produttore di armi di distruzione di massa che si redimerà per indossare i panni metallici di Iron Man per combattere gli stessi poteri che lui stesso, da magnate dell’industria bellica, aveva aiutato a sviluppare.
Spettacolare, divertente, coinvolgente. Poche semplici parole che riassumono uno dei film più attesi della stagione, costato 186 milioni di dollari e supportato da un lancio pubblicitario che non ha eguali. Ma Iron Man, pur fronteggiando questi antipatici risvolti finanziari di battage risulta forse il più convincente tra i personaggi Marvel mai portati sullo schermo, accanto al sempreverde Spiderman. Il personaggio nato nel lontano 1963 dall’estro di Stan Lee, creatore di personaggi dei comics memorabili come il citato Spiderman, i Fantastici 4 e l’Incredibile Hulk, prende forma e sostanza nel film firmato dal regista-attore Jon Favreau, finora autore di Zathura ed Elf, pellicole destinate a un pubblico di giovanissimi. La storia adattata alla contemporaneità sposta l’asse storico dal Vietnam all’Afghanistan e non mancano numerosi riferimenti e staffilate critiche alla guerra bushiana. L’ironia spadroneggia lungo tutta la pellicola, merito di una strepitosa interpretazione di un Robert Downey jr che ha faticato non poco per entrare fisicamente nella parte, per lasciare indietro problemi personali e la responsabilità di un personaggio tanto amato dai fans marveliani quanto proprio per questo “pericoloso” per una carriera da attore. Un personaggio ricalcato sulla falsariga di Howard Hughes, l’”aviatore” scorsesiano, come lui imprenditore di successo, oscuro, genio creativo dalle mille capacità.
La pellicola si divide nettamente in tre tronconi, costituiti e introdotti dalle costruzioni delle tre armature. Nella caverna afgana dove all’inizio della storia è segregato, Stark rivive in un flusso di coscienza le colpe della sua genialità applicata alla costruzione delle armi. Con fare da artigiano di vecchio mestiere costruisce bombe atomiche e forgia una prima, stupefacente armatura. Grezza, solida, pesante, l’armatura grigia che permette il volo ricorda nel suo fascino vintage quella del robot Robby de Il pianeta proibito, ma non può che tornare alla mente il recente Tranformers. Il film di Michael Bay costituisce infatti il primo rimando inconscio durante la visione delle oltre due ore di Iron Man. La differenza di Iron Man sta tutta nella sua umanità esibita, nella presenza di un’armatura che è ingombrante, pesante come i macigni della coscienza. Iron Man è un Robocop all’ennesima potenza, più esagerato, meno pauroso.
Se da una parte il motto dei “buoni” Transformers Witwicky risiede nel fascistoide “Niente sacrifici, niente vittoria", Tony Stark adotta un più progressista "Meglio essere temuti o rispettati ? .....o entrambi....". Un progressismo che si scontra con l’Iron Man della recente saga di Civil War della Marvel: i super-eroi sono costretti a dividersi nella scelta se optare o meno per la registrazione che negherebbe la segretezza delle loro identità. Il personaggio di Iron Man si dichiara favorevole, adottando un punto di vista molto vicino a quello governativo. Una scelta che nella pellicola si evidenzia proprio nel finale aperto, in cui la società segreta Shield viene appena citata.
Restano comunque visibili i nei di una operaziona altrimenti lodevole: a partire dalle scelte di due attori comprimari come Gwyneth Paltrow e Terrence Howard, completamente fuori parte e mai inseriti nella narrazione. Un mefistofelico Jeff Bridges risulta invece assolutamente mimetico nella parte dell’antagonista Obadiah Stane, a partire dalla somiglianza assoluta con il personaggio con le nuvole parlanti. Si attendono, con rinnovata curiosità, abbondanti sequel, anche in virtù del fatto che i Transformers torneranno. Nel film di Michael Bay infatti, all’inizio dei titoli di coda il Decepticon Starscream vola via in forma di jet,prova del fatto che non sono stati del tutto sconfitti. Si profilano lotte ai botteghini tra super-eroi di acciaio..
(Iron Man); Regia: Jon Favreau ; sceneggiatura: Arthur Marcum, Matt Holloway ; fotografia: Matthew Libatique; montaggio: Dan Lebental; interpreti: Robert Downey Jr. (Iron Man) , Terrence Howard (Rhodey), Gwyneth Paltrow (Pepper Potts), Jeff Bridges (Obadiah Stane), Faran Tahir (Raza); produttore: Avi Arad, Kevin Feige per la Paramount Pictures e Marvel Entertainment; distribuzione: Universal; durata: 126’; origine: Usa, 2008; webinfo: Sito ufficiale USA
