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Kız Kardeşler (A Tale of Three Sisters) - Concorso

Pubblicato il 15 febbraio 2019 da Gherardo Ugolini

VOTO:

Kız Kardeşler (A Tale of Three Sisters) - Concorso

Una fiaba stravagante e fortemente straniante ambientata in un paesino sperduto sulle montagne interne dell’Anatolia centrale, dove il tempo sembra essersi fermato per sempre e dove gli spiriti (maligni e benigni) non hanno cessato di essere presenti. In questo paesaggio rurale e abbandonato da Dio si svolge la storia di una famiglia formata da un padre-padrone (Müfit Kayacan) e da tre sorelle: Reyhan (20 anni), Nurhan (16) e Havva (13). Tutte e tre le ragazze, una dopo l’altra, sono state consegnate a famiglie più ricche della città per lavorare come domestiche e bambinaie, nella speranza di riuscire a sposare un ragazzo benestante o comunque di assicurarsi un futuro migliore di quello che si prevede sia loro riservato. È questa, a quanto pare, un’antica tradizione (denominata “besleme”) ancora vigente in quei luoghi. Due di loro, Nurham e Havva sono state però cacciate dalle famiglie ospitanti e sono perciò ritornate nella casa paterna dove la sorella maggiore, Reyhan vive col padre, col marito Veysel (Kayhan Açıkgöz), personaggio un po’ svitato e provocatore, e col figlio piccolo nato non si sa da chi, ma sicuramente fuori dal matrimonio.

Al centro della narrazione (se così si può dire vista l’estrema staticità del ritmo) vi sono i tentativi del padre di riconsegnare al ricco Sig. Necati (Kubilay Tunçer), medico che vive in città, la figlia che era stata licenziata perché rivelatasi non all’altezza del lavoro di bambinaia. I dialoghi serrati tra i personaggi rivelano le difficili dinamiche dei rapporti famigliari, le tensioni che esplodono in attacchi verbali e qualche volta anche fisici, a sottolineare l’impotenza di tutti i personaggi “vinti” dalla storia e dalle loro miserie esistenziali.

Emin Alper, regista emergente turco, con alle spalle studi accademici di economia e storia (accanto all’attività di regista insegna al Politecnico di Istanbul), aveva debuttato al Festival di Berlino nel 2012 col film Tepenin Ardi (Beyond the Hill), presentato nella sezione “Forum”, mentre la sua seconda opera, Frenzy, è stata presentata alla Mostra del cinema di Venezia nel 2015. Questo Kız Kardeşler ha di buono la cornice dell’ambientazione, ovvero il paesaggio dell’Anatolia centrale con le sue alte montagne, i boschi fitti e la neve ovunque. L’idillio del paesaggio con i suoi interminabili silenzi fa da contrappunto alla disperazione e sofferenza delle microstorie che si sviluppano, vicende senza speranza di chi vorrebbe deviare il corso del proprio destino individuale senza nessuna possibilità di farcela. Ma la sceneggiatura è farraginosa e a tratti si sfalda nell’alternanza spasmodica tra dimensione onirica e realistica, tradizione e attualità, apologo e nonsense, poesia e banalità, racconto fantastico e realismo etnografico.

«Non si tratta di una storia specifica che ha luogo in una località precisa, ma di una storia universale, poiché gli uomini incontrano spesso situazioni sociali ed emozioni similari in varie regioni geografiche e in diversi contesti» ha spiegato il regista, il cui scopo dichiarato è quello di parlare «della povertà opprimente e delle speranza di fuggire e cambiare le cose».


CAST & CREDITS

(Kız Kardeşler); Regia: Emin Alper; sceneggiatura: Emin Alper; fotografia: Emre Erkmen; montaggio: Çiçek Kahraman; musica: Giorgos Papaioannou, Nikos Papaioannou; costumi: Alceste Tosca Wegner; interpreti: Cemre Ebüzziya (Reyhan), Ece Yüksel (Nurhan), Helin Kandemir (Havva), Kayhan Açıkgöz (Veysel), Müfit Kayacan (Şevket), Kubilay Tunçer (Necati), Hilmi Özçelik (capovollaggio), Başak Kıvılcım Ertanoğlu (Hatice); produzione: Liman Film (Istanbul) e NuLook Production (Istanbul); distribuzione: The Match Factory (Colonia, Germania); origine: Turchia, 2019; durata: 108’.


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