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L’amore al tempo dei vampiri

Pubblicato il 1 febbraio 2009 da Luca Lardieri


L'amore al tempo dei vampiri

“L’amor che move il sole e l’altre stelle”

Con questo verso Dante Alighieri termina il proprio viaggio nel regno dell’aldilà e pone la parola fine su quella straordinaria opera che è la Divina Commedia. L’amore è ciò che ci fa vivere, respirare, l’unica cosa che dona senso alla nostra esistenza rendendo razionale l’irrazionale, o almeno questo è lo straordinario sogno in cui prova a farci vivere. L’amore inteso in senso lato: gli amici, le passioni, le semplici cose che costellano la nostra quotidianità e che vogliamo condividere con il prossimo. Un prossimo il più affine possibile a noi, capace di accettarci semplicemente per quello che siamo, con i nostri pregi e i nostri difetti. Twilight e Lasciami entrare partono entrambi da questo assunto e cercano di svilupparlo in maniera estrema, raccontando amori fantastici costantemente in bilico tra sogno e poesia. L’amore tra il mondo dei vivi e il regno dei non morti. Tra esseri umani e “temibili” vampiri. Ma mentre Twilight si concentra sulla parte più superficiale della storia d’amore (almeno nel film) rendendo questa passione quasi una cotta adolescenziale per il bel tenebroso di turno che si scopre essere dotato di un animo estremamente sensibile e capace di realizzare tutti i sogni (da liceale) della nostra innamoratissima Annabella, Lasciami entrare scava nel profondo, ricerca le radici dell’amore in uno dei periodi più difficili e contorti della nostra vita, l’infanzia. Periodo in cui non esistono le mezze misure, dove o è tutto bianco o è tutto nero, o si è “buoni” o si è “cattivi”, o si è con noi o contro di noi. Il tutto avviene nella maniera più naturale possibile, quasi istintiva, perchè ancora sfiorati dalla vita. Ancora troppo poco esperti per poter agire con coscienza. È qui che un “mostro”, un vampiro assetato di sangue incastrato eternamente nel corpo di una dodicenne, trova terreno fertile per farsi amare, conoscere, desiderare. Farsi amare da un coetaneo costantemente vessato, respinto maltrattato dai suoi compagni di scuola che ai suoi occhi diventano mostri feroci, persone da evitare perché nascondono la propria terribile natura dietro fattezze innocue quando basterebbe mostrarsi per quel che si è realmente.
I vampiri di Twilight sono umanizzati, sono consci di essere mostri e cercano con tutte le forze di diventare normali, o almeno di apparire tali. Vengono così cambiate tradizioni e snaturate pulsioni. La luce non li uccide ma li rende brillanti (da questo effetto deriva il titolo del libro/film), gli specchi li riflettono tranquillamente, non temono crocifissi e teste d’aglio...l’amore riesce a frenare la loro sete di sangue. Invece in Lasciami entrare la piccola vampira non cerca di combattere la propria “mostruosa natura” ma di essere onesta con sé stessa e con chi ha deciso di diventarne complice, amico e forse, un domani, amante. Il suo fascino deriva dalla sua pericolosità. Dal fatto che proprio come in amore, Oskar non potrà far altro che rischiare la propria vita e affidarla totalmente nelle mani di Eli, fidandosi del proprio cuore, del proprio istinto che tende a mettere l’amore sopra ogni cosa. Quella preghiera che dà il titolo al film, quel lasciami entrare che Eli rivolge supplicante al suo Oskar ha un duplice significato. Da una parte tiene fede alla tradizione dei vampiri, i quali possono entrare nelle abitazioni altrui solamente se invitati (cosa piuttosto facile per chi storicamente è considerato l’essere più fascinoso della letteratura fantasy), dall’altra palesa la voglia dell’eterna fanciulla di entrare a far parte del cuore della persona amata.
Un nuovo modo di raccontare l’amore quest’anno ha preso vita sul grande schermo. “L’amor che move il sole e l’altre stelle” direbbe Dante. L’amore che accantona dubbi e paure e crea la propria esistenza in un limbo, sospeso tra denti aguzzi e albe oscure.


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