L’Italia ha bisogno di commedie intelligenti!

Sono passati più di cinquant’anni da quando Il vedovo, celebre pellicola di Dino Risi uscì nelle sale italiane. A rendere omaggio al maestro e agli allora protagonisti Alberto Sordi e Franca Valeri, perfetti nelle loro interpretazioni, è oggi Massimo Venier con il suo ultimo film Aspirante vedovo. L’autore e tutto il cast al completo presentano a Roma il loro film.
Dopo più di cinquant’anni dal film Il vedovo perché questa “lettera d’amore”? Qual è la ragione di fondo?
Massimo Venier: Quando ci hanno proposto di fare questa cosa, perche è un’intuizione che ha avuto il produttore Beppe Caschetto, ho pensato non si poteva fare, che fosse una follia avvicinarsi a un capolavoro del genere. Poi però ti ritrovi con una storia stupenda, con personaggi fantastici e la possibilità di raccontare come sono cambiate le cose. Così ho deciso di rischiare e di farlo.
Luciana Littizzetto: Questa storia che è abbastanza diversa da quelle che si raccontano oggi, è un modo cinico di fare comicità che è lontano da noi che siamo soffocati dal politicamente corretto. Quindi l’idea era di rifare quel tipo di commedia amara e cinica, senza avere pretese. Inoltre è anche un modo per farlo arrivare ai più giovani, farli avvicinare alle grandi commedie del passato.
Fabio De Luigi: Tutti amiamo Dino Risi, Alberto Sordi e Franca Valeri e questo era anche un modo per rendere omaggio a un film che fa parte a pieno titolo della commedia all’italiana e che appartiene profondamente alla nostra cultura.
Luciana non temi il confronto con Franca Valeri?
Luciana Littizzetto: Il confronto è certamente perdente. Infatti non le ho chiesto il permesso per fare Susanna Almiraghi, le ho chiesto scusa.
L’Italia de Il vedovo è molto diversa da quella di oggi. In fase di scrittura quali sono state le differenze che avete constatato tra l’Italia di ieri e quella di oggi?
Massimo Venier: Abbiamo provato a raccontare come sono i personaggi del film originale adesso. Alberto Nardi è a tutti gli effetti un personaggio della Milano di oggi. Nella mia città è pieno di Nardi, velleitari, cialtroni e incapaci. Ma l’aspetto che più mi ha colpito è quello del boom economico, all’epoca con il benessere che c’era si costruivano continuamente case, Milano era piena di gru. Oggi, nonostante l’enorme crisi che viviamo Milano è ancora così, piena di gru e di Alberto Nardi che speculano su questa situazione.
Michele Pellegrini: Il nostro approccio è stato di totale amore per qualcosa che è là e che è irraggiungibile. Volevamo solo un pretesto per raccontare come siamo messi oggi, quindi abbiamo preso la storia e l’abbiamo aggiornata, è un’altra cosa rispetto al film originale.
Luciana, c’è una battuta in cui il tuo personaggio dice che spera che non passi presto la crisi perché lei si sta arricchendo. Quanto ti è costato dire questa battuta?
Luciana Littizzetto: Ho fatto un po’ di fatica a fare questo personaggio. Interpreto un’imprenditrice spietata , senza scrupoli, una di quelle “donne con le palle” che non mi piacciono, quelle donne a cui a un certo punto le tette sono cadute per andarsi a posizionare più in basso. Ma queste donne esistono davvero e mi chiedo come facciano a essere così perfette, sempre ben truccate, indossano tailleur eleganti, con il tacco 12 e la messa in piega, mi chiedo come facciano, o le loro vite durano più delle nostre o dormono solo 4 ore a notte!
Per ciò che concerne il ruolo femminile è stato preso spunto dalla realtà?
Paolo Del Brocco: E’ normale che questo film prenda spunto dalla realtà, è un tentativo di rifare una commedia all’italiana, ha come obbiettivo di riavviare un certo filone di commedia intelligente di cui ha bisogno l’Italia.
Beppe Caschetto: L’idea era di riproporre questa figura di imprenditrice, un tipo come Emma Marcegaglia, non rifare Il vedovo. Sono andato da Dino Risi e gli ho chiesto se il suo film era una cosa che potevamo rifare. I diritti sono stati acquisiti, è stata una cosa fatta col consenso degli interessati. Non è un remake ma è quell’idea aggiornata a oggi che mi sembrava interessante sviluppare.
Luciana quali sono le differenze tra un Papa di rottura come Papa Francesco e la figura di un clericale come Monsignor Pier?
Luciana Littizzetto: Questo Monsignore del film è la rappresentazione di quel tipo di Chiesa trafficona, godereccia e senza scrupoli. Del Papa mi piace soprattutto che è prima di tutto una persona, non pone distanza ma vicinanza. E poi parla come Banderas, l’altro giorno avevo il televisore acceso e da un’altra stanza ho pensato: “Cavolo il Papa fa i frollini!”.
